“Vivo e coscienza”, di Paolo Aralla

Vivo e coscienza
di Pier Paolo Pasolini
azione coreografico/musicale per danzatori ed elettronica

di Paolo Aralla
10 ottobre 2013 / htpp://www.paoloaralla.it
A margine del lavoro coreografico Vivo e Coscienza, ispirato all’omonima partitura pasoliniana del 1963, una riflessione del compositore Paolo Aralla, responsabile della musica e del progetto sonoro, in contaminazione con la coreografia e la regia curate da Luca Veggetti. Da ricordare che lo spettacolo è stato presentato il 14 luglio 2013 al Mittelfest di Cividale e il 7 ottobre 2013 al Teatro Elfo Puccini di Milano.

 

da Vivo e Coscienza di Pier Paolo Pasolini (1963)
coreografia, regia e dispositivo scenico Luca Veggetti
musica e progetto sonoro Paolo Aralla
voce Francesco Leonetti

Fin dal titolo in Vivo e Coscienza è dichiarata da Pasolini la volontà di analizzare il tema dell’opposizione fra l’adesione fisica piena, corporea alla vita, da un lato, e la condizione di esilio esistenziale dall’altro, esilio che ha inizio nell’istante stesso in cui affiora coscienza, coscienza della vita. Vivo e Coscienza ci racconta dunque di una ferita e del disperato bisogno di ricomporla attraverso un gesto solo apparentemente semplice: quello del bacio. È un bacio infatti che Coscienza tenta ripetutamente, in ognuno dei quadri, di dare a Vivo; è un gesto però vano, ogni volta mancato per l’inesorabile succedersi degli eventi.
Mi è sembrato dunque naturale seguire e sviluppare questa idea di separazione fra coscienza e vita trasferendola, a livello della drammaturgia musicale, sul binomio voce/corpo. Tutta la parte musicale nasce infatti da un lato da un lavoro attorno a materiali di origine fondamentalmente vocale dai quali ho sviluppato i vari nastri che accompagnano l’azione, dall’altro dall’utilizzazione, come unico elemento scenico, di tre tavoli che, microfonati, diventano dei veri e propri strumenti musicali: attraverso una tecnica di elaborazione sonora in tempo reale, i tavoli sono suonati in varia maniera direttamente dai danzatori, amplificando e rivelando acusticamente il movimento dei loro corpi nello spazio.
Il primo materiale musicale dal quale sono partito è stato quello della voce recitante. Non è casuale il termine “materiale musicale” scelto per definire una voce recitante. E’ infatti sempre ad una sorta di recitar cantando che penso quando inserisco la lettura dei testi nei miei lavori realizzati con Luca Veggetti, a voler creare fra ritmo del testo e ritmo del movimento dei corpi nello spazio una stretta relazione, in una sorta di libera polifonia.
Grazie a una felice intuizione di Marinella Guatterini è a Francesco Leonetti che si è pensato per la lettura dei testi di Vivo e Coscienza, la cui voce fu inconfondibile protagonista in alcuni film pasoliniani, primo fra tutti Uccellacci e uccellini nel quale è sua proprio la voce del corvo.
L’incontro con Leonetti è stata una esperienza di profonda, incancellabile emozione: è da un corpo minuto e profondamente segnato dagli anni che con incredibile forza ha preso vita il testo pasoliniano, in un mirabile declamato tutto novecentesco. Una voce commovente perché prima di tutto forte di una tensione profonda, una tensione dall’ampio respiro che sembra arrivare da un tempo lontano: la voce di Leonetti ha la forza e l’autenticità della testimonianza diretta, un documento vivente che la vita ci ha conservato intatto in tutta la sua forza espressiva. E’ oltremodo commovente pensare questa come la stessa voce protagonista, fin dagli anni Cinquanta, di intense discussioni letterarie e politiche con altre voci e prima di tutto con quella di Pier Paolo Pasolini.
E’ dunque la voce di Leonetti un materiale musicale prezioso, una eco profonda che arriva da lontano e investe prepotentemente la scena e con essa i corpi dei giovani danzatori, quasi un passaggio di testimone generazionale che nella chiusa del testo lo stesso Pasolini ha come orizzonte: “Verrà un giorno – ella spera – in cui la Vita sarà Coscienza e la Coscienza Vita”.
A differenza della voce di Leonetti, che ho lasciato rigorosamente inalterata poiché essa stessa già “trasformata” dagli anni, tutte le altre fonti musicali sono elaborate e trasformate elettronicamente, cercando sempre di conservare però di ognuna il timbro, il colore di base distintivo. Un rammemorare musiche e voci che ineluttabilmente le trasforma fino alla soglia della irriconoscibilità, poiché ogni memoria non può essere sterile conservazione ma continua, incessante rielaborazione.
Queste fonti sono suggerite più o meno direttamente dalle didascalie del testo pasoliniano, ma scelte anche perché fonti musicali utilizzate dallo stesso Pasolini nei suoi film.
Due soli esempi: l’aria Erbarme dich, mein Gott (Abbi pietà, mio Dio) dalla Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, che Pasolini inserisce mirabilmente nella sua Passione filmica, nella scena del Discorso della Montagna, e la canzone Cosa sono le nuvole scritta dallo stesso Pasolini assieme a Domenico Modugno per l’omonimo film. La voce di Modugno ha in sé l’inconfondibile impronta delle voci dei cantastorie; con questo spirito Pasolini la usa a cornice del suo personalissimo Otello e così, analogamente, è inserita in questo Vivo e Coscienza come ultima immagine sonora.

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Paolo Aralla nasce a Lecce nel 1960. Determinanti per la sua formazione artistica gli incontri con Franco Donatoni, con il quale studia presso l’Accademia Chigiana di Siena (borse di studio dalla Siae e dal Conservatoire Superieur di Parigi) e l’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, e Marcel Couraud con il quale approfondisce il repertorio sinfonico-corale sia classico che del ‘900 storico.
Si segnala vincendo importanti concorsi di composizione: nel 1987 primo premio al concorso internazionale Atem di Terni; nel 1990 primo premio al concorso internazionale “Gaudeamus” di Amsterdam e secondo premio al c oncorso internazionale “C. Togni” di Brescia; nel 1995 terzo premio al concorso internazionale “Contilli” di Messina; nel 1997 vince la selezione dal Comitato di Lettura dell’Ensemble Intercontemporain che gli commissiona un lavoro per orchestra, “Maree: primo quaderno”, eseguito in prima assoluta alla Cité de la Musique (Parigi 1999) sotto la direzione di Jonathan Nott.
Ha inoltre ricevuto commissioni dalla Fondazione Arturo Toscanini, dal Miller Theatre (Columbia University) di New York, dal Teatro Comunale di Bologna, dal Cedar Lake di New York, dalla Fondazione Gaudeamus di Amsterdam, dalla Biennale di Venezia, dal Joyce Theatre di New York, dal Teatro di Perm; nella primavera 2009 l’Austrian Cultural Forum di New York gli dedica un concerto monografico affidato ai musicisti dell’Either/Or ensemble. La sua musica è interpretata da musicisti quali Günter Neuhold, Eva-Maria Kurhau, Maurizio Ben Omar, Antonio Politano, Francesco Dillon, Het Trio, Sarah Leonard, Haesung Choe, Enzo Porta, Stefano Malferrari, Michael Nicolas, Erin Lesser, MDI ensemble, Yoichi Sugiyama, Quartetto Foné, Quartetto Klima, BIT20 Ensemble, Österreichisches Ensemble für Neue Musik, Nuovo Ensemble Europeo, Ensemble 20, Zephir Ensemble, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Toscanini. E’ presente in numerosi centri di produzione: Amsterdam (Gaudeamus), Bologna (Bologna Festival, Teatro Comunale, Accademia Filarmonica), Parigi (Radio France, Cité de la Musique), Londra, Palermo (Spasimo), Montepulciano (Cantiere Internazionale d’arte), Parma (Teatro Farnese), Portland, Losanna, Tokio, San Francisco, New York, Roma (Foro Italico), Milano (Milano Musica), Torino, Salisburgo (Orchesterhaus), Cincinnati, Siena, Venezia (Biennale Musica), Spoleto (Festival dei Due Mondi), Mittelfest ecc..
Da diversi anni è impegnato nel campo dell’informatica musicale: dal 1992 al 1997 realizza, presso lo studio “MMT” di Milano, le parti elettroniche di alcuni suoi lavori; nel 1997 è invitato presso l’IRCAM di Parigi per uno stage di specializzazione di informatica musicale, approfondendo l’utilizzo dei principali software di ausilio alla composizione (PWGL e Max/MSP). Nel 2001 fonda, insieme ad altri compositori europei e con il sostegno dell’Ircam di Parigi, il gruppo PRISMA (Pedagogia e Ricerca Internazionale sui Sistemi Musicali Assistiti da computer). Fra le finalità di Prisma è centrale quella dello scambio delle conoscenze e degli sviluppi relativi alle tecnologie di ausilio alla composizione.
Dal 2005 collabora con il coreografo Luca Veggetti alla realizzazione di una serie di progetti coreografico-musicali (PiecesForTheHumanVoice) nei quali è caratterizzante l’uso dei dispositivi di elaborazione del suono in tempo reale: “Silence/Text”, per i danzatori del New York City Ballet (Joyce Theatre di New York – 2006); “O – new version”, per i danzatori dell’Operà di Parigi (2006); “Ensemble for Somnambulists” (Portland – 2006 e 2007); “Four/Voice”, per i danzatori del New York City Ballet (Miller Theatre di New York – 2007); “Play for dancer”, Milano (Pim Spazio Scenico di Milano – 2008); “Scenario”, per i danzatori dell’Operà di Parigi (2008); “Memory/Measure”, per il Cedar Lake di New York (2009); “Upon a Ground”, per i danzatori del New York City Ballet (Spoleto – 2009); “Script”, per i danzatori del Cincinnati Ballet (2009); “Nothing”, Festival MilanOltre (2009); “Meditations on Violence”, Teatro di Perm (2011); “Scene/Two”, per i danzatori della Julliard School (2012); “Vivo e Coscienza”, per i danzatori della Scuola di Teatro/Danza Paolo Grassi di Milano (2013).
Fonda a Bologna nel 2002, con un gruppo di compositori e strumentisti, il FontanaMIXensemble ed insieme a Francesco La Licata è, dal 2004, ideatore e direttore artistico della rassegna di concerti Exitime dedicata alle esperienze musicali della contemporaneità. E’ docente di “Composizione” e “Tecnologie di ausilio alla composizione” presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.[/info_box]