La notorietà di Biagio Marin, poeta dell’isola di Grado, è legata anche a Pasolini, che nel 1952 lo inserì nell’antologia Poesia dialettale del Novecento scritta con Mario dell’Arco per Guanda. Quando Pier Paolo fu assassinato, a sua volta Marin scrisse di getto un libretto di poesie in sua memoria, che Scheiwiller pubblicò nel 1976 e che vinse il Premio Etna-Taormina.
Dall’archivio Marin è riemersa intanto una lettera dattiloscritta di Pasolini all’amico poeta della laguna, datata Roma primo dicembre 1952 e ora pubblicata su “Il Piccolo” del 29 giugno 2016.
Caro Marin,
(scusi il pezzo di carta su cui le scrivo, ma mi sono trovato improvvisamente sprovvisto di carta ad hoc, e non mi va di scendere dal tabaccaio). La sua lettera mi è riuscita assai cara, e mi ha commosso. Per quanto sta in me, la incito a non disperare: i critici verranno, e intanto stia certo che la sua è una delle più delicate poesie del Novecento dialettale.
Lei lavori sulla linea di “Minudagia”, che dovrà essere la sezione centrale della sua ideale antologia di poesia, contrapposta alla non-poesia che è coloristico-ambientale. Spero molto che la mia Antologia (che dovrebbe uscire entro Natale) le sia di conforto e di sprone.
Quanto a “Il Belli” (così si chiamerà la nostra rivistina) è bimensile: come vede, quindi, il sacrificio finanziario non è poi gravissimo. Inoltre lei, lì a Grado o a Trieste, può procurarsi qualche abbonamento (e tenere per sé – senza magari bisogno di dirlo agli abbonati – i soldi: così faremo anche noi, avendo ciascuno diritto a una ventina di copie. Quanto alla distribuzione gratuita di copie a intenditori, specialisti, critici e in genere letterati – un trecento, circa – ci penseremo Dell’Arco e io).
Intanto risponda subito (il più brevemente possibile) alle domande di questa inchiestina che le accludo: e mi mandi qualche “minudagia”.
Tanti cordiali saluti dal suo
Pier Paolo Pasolini