“Una disperata vitalità”, di Laura Betti

Un video e i testi poetici di Pier Paolo Pasolini scelti e interpretati da Laura Betti

Regia televisiva di Mario Martone, adattamento radiofonico di Ida Bassignano, 2 aprile 1999. Con una presentazione di Laura Betti

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Video pubblicato in YouTube in data 11 agosto 2013 riguardante INTEGRALMENTE lo spettacolo teatrale ideato e realizzato da Laura Betti (Produzione Rai, 1996) su testi poetici di Pier Paolo Pasolini (elencati nei titoli di coda, insieme ai brani musicali utilizzati)
Regia teatrale Laura Betti, regia televisiva Mario Martone.
Pubblicazione del video in attesa di liberatoria (11 agosto 2013) .
L’elaborazione video è dedicata al Professore della Université Libre de Bruxelles, Faculté de Philosophie & Lettres,  Fabien Gerard, e al Responsabile del Centro Studi-Archivio Pasolini presso la Cineteca di Bologna, Roberto Chiesi.

… una figura femminile in fondo al palcoscenico, completamente chiusa alla vita, ghiacciata. Poi pian piano si scongela attraverso le parole e la musica delle canzoni scritte per me da Pier Paolo negli anni ’60. Qui inizia il recital e io  divento Pier Paolo… è Pier Paolo che parla direttamente alla gente tramite me…
Così Laura Betti descrive l’inizio del suo recital su Pasolini ai microfoni di Radio3 il 2 aprile 1999, prima della messa in onda della versione radiofonica di  Una disperata vitalità, curata da Ida Bassignano dalla regia televisiva che Mario Martone realizzò per Rai2-Palcoscenico dello spettacolo teatrale andato in scena al  Piccolo Teatro di Milano, 12 dicembre 1998.
Laura Betti ha scelto per il suo recital il titolo di un poema tra i più pregnanti  e autobiografici di Pasolini, contenuto in Poesia in forma di rosa,  un poema il cui titolo già chiedeva silenzio tanto si intuiva che veniva da lui, che era lui Una disperata vitalità

Laura Betti è scomparsa il 31 luglio 2004
Gli ultimi anni di vita li ha dedicati a curare il Fondo istituito nel nome di Pasolini. Per lo scrittore, Laura Betti era una tragica Marlene, una vera Garbo con sopra al volto una maschera inalterabile di pupattola bionda. In realtà – parole dello stesso Pasolini – l’attrice era una persona amabile e simpatica, oltre che, pare, un’ottima cuoca, forse retaggio delle sue origini emiliane. Il suo rapporto con Pasolini, il suo carattere e le difficoltà dei suoi ultimi anni sono stati descritti impietosamente da Emanuele Trevi nel suo libro “Qualcosa di scritto” (Ponte alle Grazie, 2012). Oltre a portare avanti come direttrice l’attività del Fondo, come ultimo atto di fede in Pasolini, nella parte finale della carriera (1996) la Betti riuscì a mettere in scena un recital di poesie e testi pasoliniani dal titolo Una disperata vitalità.
Nel 2003 il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna ha acquisito, tramite donazione, tutti i materiali precedentemente raccolti a Roma. Presso la Biblioteca della Cineteca di Bologna oggi si conservano più di 1000 volumi e altro materiale inerente all’opera di Pasolini. Il trasferimento del Centro Studi da Roma a Bologna ha causato notevoli attriti fra l’attrice e l’amministrazione capitolina. Laura Betti è morta a 77 anni per le conseguenze di un’obesità trascurata che la affliggeva da anni. Riposa al Cimitero della Certosa a Bologna nella tomba di famiglia.

Da “Pagine corsare” / La saggistica
“Una disperata vitalità”, un filmato di Mario Martone con Laura Betti.
Testi di Pier Paolo Pasolini.
Produzione Rai Radio Televisione Italiana.
Lo spettacolo è stato messo in scena in occasione dell’assegnazione dei Premi Pasolini 1996-98: Piccolo Teatro di Milano, 12 dicembre 1998.

Intervento di Mario Martone 
Ho filmato “Una disperata vitalità” basandomi sui principi che mi guidano da alcuni anni nella ripresa dei lavori teatrali, miei o, come in questo caso, di artisti che amo: filmo lo spettacolo senza “aggiungere” cinema ma cercando, attraverso Il cinema, di restituire il teatro così come è. Questo processo apparentemente elementare è grandemente aiutato se c’è una frontalità oratoriale della messa In scena: e in questo caso (coerentemente con il dettato teorico del teatro di Pasolini) la frontalità è assoluta, trattandosi di un’attrice che non si sposta dal suo leggio.
Questa attrice è Laura Betti, cioè non solo un’attrice, ma la testimone vivente di un mondo, di un’epoca e di una vita che mi stanno fortemente a cuore. Il poeta non è solo “detto”, in questo monologo, ma rivissuto attraverso l’amore: e se un po’ dell’amore che trasmette Laura quando legge Pasolini in teatro attraverserà anche lo schermo, allora vorrà dire che avrò reso un buon servizio a questo spettacolo.

 

Intervento di Laura Betti 
Ho passato anni interminabili a tentare di chiudere finestre, porte che si aprivano immancabilmente su altre porte o su buchi nel muro o crepe nel soffitto, e da quelle fessure, quel buchi o quelle crepe, finestre e ancora porte, entravano a folate voci di ogni genere: insidiose, corrotte, pure, brutali, fresche, dolci, invitanti  e poi tanta gente, tanti eredi, molti eredi e tutti con un Pier Paolo in mano o in cima ad una bandiera o nel paniere della biancheria sporca o seduto su un libro… e sempre più spesso, per allontanare quel fracasso veramente volgare, leggevo e rileggevo un poema il cui titolo già chiedeva silenzio tanto si intuiva che veniva da lui, che era lui  “Una disperata vitalità”…
Quindi ho cominciato a studiarlo perché avevo capito che là avrei trovato molte chiavi per aprire o chiudere le porte, per decifrare molti, troppi segreti. Avrei potuto ritrovare Pier Paolo nella sua integrità e anche il nostro modo di sapere, di riconoscere la vita.
Poi ho pensato che il silenzio, in fondo, è un’emotività “calda” e che avrei forse potuto trasmetterla. “La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi”.
Cominciai a costruire lentamente uno spettacolo intorno a quel poema ed ero un po’ spaventata e in uno stato di ansia quasi vicina al panico.
Ero certa che avrei potuto dare qualcosa di lui e di me insieme. Perché sono comunque un’attrice ed ho una necessità fisica dl perdermi nel profondo degli intricati corridoi dove si inciampa tra le bave depositate da alieni, tele di ragno luminose e mani, mani che ti spingono verso i buchi neri screziati da lampi di colore, infiniti, dove sbattono qua e là le mie pulsionl forse dimenticate da sempre oppure taciute… per poi ritrovare l’odore della superficie e rituffarmi nel sole dei proiettori, nuova, altra.
Un’elaborazione paziente. Ma non avevo dubbi sul fatto che dovevo cominciare – con prudenza – dagli anni 60’… dalle canzoni di Pier Paolo e poi… poi, forte della certezza che quegli anni che passammo insieme furono splendidi – e nessuno me li potrà rubare -, trovare il coraggio dl “scendere” di perdermi e proprio In questo, per questo, finalmente esistere.
Non è uno spettacolo facile. D’altra parte nulla è stato mai facile per me.
I “corridoi” sono pieni di insidie, e non poche volte, svoltando l’angolo, ti puoi ritrovare in una notte mai accettata, all’Idroscalo di Fiumicino…
Non è facile perché le parole, con la loro ambiguità mi invadono ogni sera nuove, inattese. Spesso, senza che me ne renda conto io non sono più Laura ma Pier Paolo.
Ma anche questo, in un certo senso è teatro.