Federico Fellini la chiamava Giamburrasca. Ha lavorato con Cesare Zavattini e Pier Paolo Pasolini, è stata esponente del Free Cinema inglese. E’ Lorenza Mazzetti, artista e cineasta di casa nostra, classe 1928, riportata alla ribalta nel 2015 dal 33.mo Torino Film Festival, dove il 26 novembre di quell’anno ha ricevuto il premio alla carriera intitolato a “Maria Adriana Prolo”, fondatrice del Museo del Cinema.
Con quella occasione varie testate online hanno raccontato la storia artistica e umana di questa donna straordinaria, intelligente e libera, che finalmente ha ricevuto il giusto rilievo. Riportiamo qui di seguito alcuni stralci da alcuni articoli, nei quali compare anche la presa di posizione della Mazzetti a favore del “dilettantismo” geniale dell’amico Pasolini, incautamente criticato dal regista Gabriele Muccino. (af)
http://www.askanews.it – 26 novembre 2015
Classe 1928, occhi vispi e sognanti, Lorenza Mazzetti inanella un aneddoto dietro l’altro sulla sua vita avventurosa. Si schernisce se la si definisce regista e racconta di quando a Londra, da giovane, rubò una macchina da presa. «Senza una lira in tasca, senza un vero e proprio copione, girai K su Franz Kafka. Ero trasportata non so bene da cosa, seguivo il mio istinto», ha raccontato, rievocando la nascita del film che divenne poi il manifesto del Free Cinema.[…] A scoprire il talento di Mazzetti, che poi divenne anche scrittrice e pittrice, ci pensarono prima il direttore del British Museum e poi Lindsay Anderson.
www.giornalettismo.com – 26 novembre 2015
«Non chiamatemi maestra, io sono un genio». Sorriso aperto, vitalità straordinaria, Lorenza Mazzetti, classe 1928, è al Torino Film Festival per ritirare il premio “Maria Adriana Prolo” 2015, intitolato alla donna che fondò il Museo Nazionale del Cinema. «Era ora – scherza – sono un genio! Sono felice di questo riconoscimento: è bello che film come i miei, imperfetti e liberi, vengano proiettati e premiati qui. Meglio questo premio dell’Oscar, dove bisogna essere troppo perfetti per vincerlo».
Racconta i suoi inizi, sprona i giovani a seguire il suo esempio. «Con i telefonini, la piccola videocamera con cui mi state intervistando, ora è più facile fare cinema. E sono sicuro che i ragazzi sapranno stupirci con opere bellissime, libere». Lei che è l’antesignana del Free Cinema che in lei riconobbe un riferimento, tanto che Lindsay Anderson e gli altri le chiesero di firmare il loro manifesto artistico. Si prende anche la briga di rispondere alla polemica su Pasolini di Gabriele Muccino. «Ha ragione quando dice che Pier Paolo Pasolini fosse un amateur, nel senso etimologico di dilettante, che svolge un’attività per diletto. Il problema, oggi, è che non ne esistono più di autori che prendono la macchina da presa e girano, liberi di creare fuori dagli schemi. Come lui, come me. Se ha un problema, il cinema attuale, è proprio questo: ecco perché non c’è un Free Cinema ora. Ma tornerà». E rivela perché rifiuta l’etichetta di maestra. «Non posso essere chiamata tale perché insegnerei a rubare. Per fare il mio primo film, K, ho rubato la macchina da presa e firmato il falso. Rischiando di andare in prigione». Se si crede nella propria arte e nei propri sogni, vale la pena di correre anche il pericolo di farsi rinchiudere in una cella. Parola di Lorenza Mazzetti.
www.lapresse.it – 27 novembre 2015
«È stato un onore ricevere questo premio ed è un onore essere sulla copertina di una rivista, è una cosa straordinaria; devo dire però che me lo aspettavo essendo un genio». Lorenza Mazzetti fa scoppiare a ridere l’intera sala stampa durante la sua conferenza al 33.mo Torino Film festival. Si tratta tuttavia davvero di una donna fuori dal comune, l’artista a cui è stato conferito il 14.mo Premio Maria Adriana Prolo Alla Carriera 2015 del Tff e a cui l’Associazione Museo Nazionale del Cinema ha dedicato un numero monografico della sua rivista “Mondo Niovo”, 18-24 ft/s.
Occhi brillanti e sorriso vitale, la regista, scrittrice e pittrice classe 1928, è tra i fondatori del movimento cinematografico inglese Free cinema, che metteva al primo posto tra i suoi valori la libertà, l’importanza dell’individuo e il significato della quotidianità.
Per Mazzetti il Free cinema è più realizzabile ora di quanto fosse in passato: l’importante «è avere qualcosa da dire», ha detto Mazzetti a “LaPresse”, ricollegandosi all’opinione espressa da Gabriele Muccino contro Pier Paolo Pasolini, suo amico, e prendendo le parti di quest’ultimo. «Ha ragione Pasolini ad aver fatto quello che voleva. Non lo ha fatto professionalmente? Non ha importanza, ha importanza quello che si dice».
Il Free cinema «è una spinta ad essere liberi e a dire quello che si vuole anche se oggi non si hanno soldi o anche con meno soldi di quanti ce ne volevano per me all’epoca», ha aggiunto Mazzetti. «Per noi ci volevano l’attrezzatura, la macchina da presa, la pellicola, il film da montare: era molto più complicato. Adesso in cinque minuti si può fare un film. Ora però c’è il pericolo che se ne facciano troppi, come i libri. Pubblicano tanti libri e a un certo punto è negativo, come è negativo che non ci sia una critica che funzioni».
http://cinema.popcorntv.it – 27 novembre 2015
Lorenza Mazzetti nasce nel 1928 e la sua carriera, come lei stessa ricorda al 33esimo Torino Film Festival è stata lunga e a tratti inaspettata. «Senza una lira in tasca, senza un vero e proprio copione, girai K su Franz Kafka. Ero trasportata non so bene da cosa, seguivo il mio istinto», ha raccontato, rievocando la nascita del film che divenne poi il manifesto del Free Cinema. Il protagonista della pellicola era un suo amico, Michael Andrews, che sarebbe poi diventato un grande pittore. «Non sapeva neanche chi fosse Kafka. Mi chiese il copione per impararlo a memoria, ma io gli dissi: non c’è testo, devi solo scendere dal letto», ha ricordato la Mazzetti.
Nella sua vita anche molti momenti bui, come quando i Tedeschi «uccisero a sangue freddo, a mitragliate, alcuni miei parenti», ha lei stessa ricordato. Una memoria riportata a galla anche dai recenti e tragici avvenimenti di Parigi: «Gli jihadisti, come i nazisti, si scagliano contro una razza, sono contro una religione, hanno azzerato la pietà e sono privi di umanità».
Al Torino Film Festival Lorena Mazzetti, che fu amica di Pier Paolo Pasolini, torna anche sulla polemica che si era scatenata alcune settimane fa dopo i commenti del regista Muccino: «Amatoriale? Ma è un pregio. Che bello il cinema amatoriale in cui non è tutto insopportabilmente ad effetto. Che importa se non è perfetto il cinema? Anzi è proprio così che può dire molto», ha commentato la Mazzetti.
[info_box title=”Lorenza Mazzetti” image=”” animate=””]nipote di Albert Einstein, ha vissuto da bambina il trauma dell’uccisione della famiglia da parte dei nazisti, esperienza raccontata nel suo libro Il cielo cade. Andata a vivere a Londra nel dopoguerra per studiare cinema, con pochi soldi e tanto coraggio ed entusiasmo, nel 1953 ha firmato la regia del suo primo film K, grazie al successo del quale ha realizzato, nel 1956, il suo secondo film, Together, poi diventato il manifesto del futuro Free Cinema, scritto e firmato da Lindsay Anderson, Tony Richardson, Karel Reisz e dalla stessa Mazzetti. Tornata in Italia, con Il cielo cade ha vinto il Premio Viareggio nel 1962. Nella sua vita romana tra gli intellettuali frequentati spiccano l’amicizia e collaborazione con Pier Paolo Pasolini con il quale ha tenuto una rubrica sul settimanale “Vie Nuove”. Ha diretto a Roma il Puppet Theatre e si è dedicato anche alla pittura. Nel 2004 ha pubblicato con Sellerio il racconto dei suoi anni nella capitale inglese nel libro Diario londinese.[/info_box]