Pasolini e la Torre di Chia. L’appello di Tuscia.web

Da tempo il giornale online www.tusciaweb.eu si batte perché le amministrazioni dell’Alto Lazio dedichino uno spazio pubblico a Pier Paolo Pasolini, che fu particolarmente legato ai luoghi “ariosteschi” di quel territorio e vi abitò con frequenza periodica, soprattutto  dopo il 1970. Fu l’anno dell’acquisto a Chia, piccola frazione di Soriano nel Cimino, del rudere di una torre medioevale da adibire ad abitazione, dopo i necessari interventi  di ristrutturazione. Silvio Cappelli ricostruisce l’interessante cronaca di quei lavori edilizi, che tra l’altro documentano la sensibilità pasoliniana per il rispetto dell’ambiente e l’indirizzo spoglio –oggi si direbbe minimalista- dei suoi gusti architettonici.

La torre-casa di Chia e i lavori di ristrutturazione
di Silvio Cappelli

www.tusciaweb.eu – 24 ottobre 2015

Il regista, poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini, tra i più grandi intellettuali italiani del Novecento, approdò nella piccola Chia, frazione di Soriano nel Cimino, nel 1970 acquistando un rudere medioevale da usare come sua abitazione. In questo piccolo borgo, simile a una masseria autogestita, si fece benvolere e amare da tutti gli abitanti, lasciando tra l’altro, dopo la tragica morte avvenuta quarant’anni fa, la testimonianza materiale del suo rigoroso rispetto della natura, del panorama e del paesaggio. L’iniziativa “Chia nel verde”, tra le altre, da lui organizzata insieme all’attore Ninetto Davoli e ad alcuni abitanti della frazione, consistente nella piantumazione e messa a dimora di diversi alberi che ancora oggi esistono, ne è un classico esempio.
Anche la sua abitazione ricavata all’interno di un fortilizio medioevale, infatti, diventò un esempio “invisibile”, con il suo locale adibito a studio e le stanze per vivere mimetizzate nell’ambiente circostante con tinte pastello chiare e molto sfumate.
Sul tetto lo scrittore aveva fatto mettere l’erba per coprire le tegole e i coppi e, nell’ingresso, il ponticello di legno fu fatto a zig-zag per salvare una pianta di quercia che altrimenti doveva essere abbattuta. L’impianto d’illuminazione esterno fu fatto anch’esso invisibile e incassato nel terreno.
Il progetto di ristrutturazione dei ruderi del castello, meglio conosciuto come Torre di Chia, e anche della costruzione di una casa unifamiliare a ridosso dell’antica cinta muraria, fu realizzato dall’architetto palermitano Ninfo Burruano. L’elaborato tecnico fu presentato da Pier Paolo Pasolini al Comune di Soriano nel Cimino nel mese di marzo 1971. In quegli anni era sindaco Giuseppe Ciorba.
La Soprintendenza ai monumenti del Lazio non gli approvò subito il progetto di ristrutturazione,  sostenendo che “… la soluzione proposta altererebbe sensibilmente la consistenza monumentale del complesso della Torre di Chia”.
Pasolini, dunque, fu costretto a presentare un nuovo progetto di variante, in realtà quasi identico al precedente, che fu approvato dalla Soprintendenza esattamente un anno dopo. I lavori furono affidati all’impresa edile Ernesto Capitanucci di Assisi. La struttura addossata alla cerchia di mura inizialmente fu divisa in sette vani complessivi per un totale di oltre cento metri quadrati disposti su due piani. Venne realizzata con pilastri in cemento ricoperti di legno, pavimenti in cotto, armadi a muro, soffitto ricoperto di tavole, tetto a una falda con soletta di cemento, foderata con piombo e ricoperta nella parte superiore con prato all’inglese.
Le pareti delle stanze erano costituite, in parte, dall’antica cerchia di mura ristrutturata e in parte da grandi vetri cristalli, con infissi esterni realizzati in legno di cerro. Nella stanza superiore della torre mozza, al posto del normale soffitto, fu previsto un ampio lucernario.

Pasolini davanti alla torre di Chia. Foto di Deborah Beer (Archivio Cinemazero)
Pasolini davanti alla torre di Chia. Foto di Deborah Beer (Archivio Cinemazero)

Durante la sua permanenza a Chia, nell’ambiente riservato che si era creato, Pasolini instaurò un rapporto proficuo con il territorio viterbese e, tra l’altro, s’impegnò personalmente per ottenere il riconoscimento statale dell’allora Libera Università della Tuscia. Lo fece per dare un maggiore sviluppo all’Alto Lazio, “spendendo” pubblicamente la propria immagine e il proprio talento,  e manifestando a Roma, sotto e dentro la sede della Regione Lazio, a fianco degli studenti viterbesi.
Tusciaweb sosterrà l’iniziativa per ricordare il poeta, il regista e lo scrittore Pasolini, nel quarantennale della sua morte, e per questo invita i sindaci e le istituzioni a dedicare spazi pubblici, una via o altro luogo al grande intellettuale. Chiunque avesse notizie, foto o fatti da ricordare, può renderle pubbliche tramite il nostro giornale. Questo anche in vista del 2016, anno che per Tusciaweb sarà l’Anno di Viterbo città del mare. La Tuscia terra di Orson Welles, Pasolini, Fellini.
Per i quarant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, inoltre, l’Associazione culturale Take Off ha organizzato una passeggiata-racconto a Tuscania domenica 1^ novembre 2015 alle ore 8.00, per ricordare il grande poeta sulle scene del film Uccellacci e Uccellini,  con letture di testi pasoliniani a cura di Lorena Paris.
Info: 338 2129568 /Annarita Properzi  333 4912669 / Paolo Zuccarino  347 6563294.