“On the road” tra Veneto e Friuli con PPP, di Paolo Medeossi

Con un brillante reportage il giornalista Paolo Medeossi racconta la passerella di ben quattro avvenimenti in sequenza dedicati a Pasolini, che si sono snodati nella giornata di sabato 3 ottobre 2015, tra il Veneto e il Friuli. Sono appunti di viaggio che attestano quanto interesse si stia mobilitando nel ricordo di Pasolini anche nel paese di temporali e di primule in cui il giovane Pier Paolo si è formato alla vita e ai sentimenti.

In viaggio per Pasolini da Susegana a Casarsa
di Paolo Medeossi 

www.messaggeroveneto.it – 13 ottobre 2015

Si parte da Susegana, provincia di Treviso, dove nel castello di San Salvatore (bellissimo) si tiene la rassegna “Libri in cantina”, festival della piccola editoria. Questo è un luogo storico perché qui nacque il galateo, nel senso che monsignor Giovanni Della Casa chiese ospitalità ai signori Collalto per scrivere in pace nel 1551 il suo manuale di belle maniere Galateo ovvero de’ costumi, così chiamato in quanto lo aveva dedicato a monsignor Galeazzo Florimonte. Altro ospite illustre del maniero fu il Pordenone, il più grande pittore friulano, per dire che ci sono infiniti intriganti richiami attorno al castello e alla mostra libraria dove spunta una novità pasoliniana. Giacinto Bevilacqua, giovane e coraggioso editore di Meduna di Livenza, presenta infatti il suo Pasolini ti ricordo ancora nel quale va a indagare sui sette anni friulani del poeta, dal 1943 al 1950, che anzi diventano dieci se consideriamo anche i tre precedenti vissuti a Sacile.
Il volume propone testi di Nino Roman, Giuseppe Mariuz, Otello Bosari e Angela Felice, con spunti biografici inediti e ragionamenti originali, come quello espresso da Bosari, 86 anni, già consigliere regionale del Pci, che esamina con schiettezza il complesso rapporto tra Pasolini e il partito comunista cui aderì nel 1947, in particolare dove afferma: «La sua propensione era di vedere il lato estremo delle situazioni, un radicalismo che lo porta qualche volta a giocare il ruolo di profeta apocalittico, ma per mobilitare le masse occorre elaborare il progetto di un domani migliore. I quattro cavalieri dell’Apocalisse generano disperazione…».

Sacile
Sacile

Da Susegana si arriva in pochi chilometri nella magica Sacile, uno dei posti dove ci si sente orgogliosi di vivere in questa regione. Civile, tranquillo, la gente sorride ed è accogliente mentre si raccoglie attorno al suo modo di vivere. Una folla appassionata arriva in via Gasparotto, a due passi dal duomo, per festeggiare la targa che sarà posta sull’edificio in cui, fra il 1929 e il ’32, visse la famiglia Pasolini. C’è voluto del tempo, tanto tempo, ma finalmente si compie questo gesto grazie alla generosità dell’anonimo che ha donato l’opera firmata dallo scultore Alberto Pasqual. L’atmosfera è sincera, la regia di Liviana Covre intensa, la partecipazione convinta. E alle donne sono donate le primule (evocate da Pasolini) fatte arrivare dalla Danimarca. Sono letti alcuni brani in cui Pier Paolo cita il periodo a Sacile, dove ragazzino fece un incontro fondamentale perché, grazie al maestro Alfredo Romagnoli, conobbe la musica.
Esposta in strada anche la foto di una classe delle elementari anni Trenta dove è difficile riconoscere lui. Alla fine un signore, che aveva il papà nella stessa scuola, fa chiarezza: Pier Paolo è in alto, a sinistra, con maglia a righe, molto paffutello.
Continua il viaggio con approdo nel tardo pomeriggio a Pordenone dove in corso Garibaldi, negli spazi espositivi della Provincia, Cinemazero inaugura la mostra “Inafferrabile. Lo sguardo di Pier Paolo Pasolini”, con i ritratti inediti eseguiti negli anni Sessanta da Gideon Bachmann e Deborah Beer. Un percorso straordinario, commovente, con Pier Paolo ripreso sul terrazzo della sua casa romana, occhi così angosciati non li avete mai visti. Un impatto fortissimo, mostra da visitare assolutamente in una Pordenone che conferma la ben nota marcia in più. C’è sempre da seguire con ammirazione ciò che lì si fa, e da imparare. La città è uno scrigno organizzato e armonico, con i luoghi giusti e la geografia ideale per poter creare e proporre. Certi fenomeni non nascono dal caso.
Ultimo dettaglio: nella mostra, accanto ai ritratti, appaiono brevi testi, come le parole dedicate da Oriana Fallaci a Pier Paolo durante la sua visita in America, dieci giorni a New York, nel 1966: «Piccolo, fragile, consumato dai suoi mille desideri, dalle sue mille disperazioni, amarezze, e vestito come il ragazzo di un college… La notte scappa agli inviti e se ne va solo per le strade più cupe».
Il sabato on the road, cercando sensazioni e brividi, finisce a Casarsa, nel teatro proprio dedicato a Pasolini, vicino al Centro studi che ha fatto rinascere la casa dei Colussi. In programma uno spettacolo con quello strepitoso eterno Peter Pan che risponde al nome di Davide Toffolo. Sul video appaiono i suoi disegni dedicati a Pier Paolo, come sottofondo l’energica musica dei Tre allegri ragazzi morti.
Poi il gruppo suona tutto assieme e Davide, accompagnato dai tantissimi giovani che riempiono il teatro, intona Il mondo di prima, canzone leggendaria quando dice: «Era bello cadere d’autunno sopra le foglie come le foglie».
Più pasoliniani di così!