Alla Villetta, storica sede del Pci nel quartiere romano della Garbatella, mercoledì 22 luglio 2015, è stato proiettato il documentario Lungotevere, ultimo lavoro della regista còrsa Marie-Jeanne Tomasi, già presentato a Pescara al Festival del Documentario d’Abruzzo. Nel documentario, in parte girato anche alla Villetta, Pasolini viene raccontato attraverso le immagini del film Mamma Roma, intarsiato con le testimonianze delle persone semplici che il poeta conobbe nei giorni della sua prima vita romana. Sullo sfondo viene evocata così anche la Roma del secondo dopoguerra, rappresentata dal cinema di temperie neorealista del regista, tra Accattone e La ricotta. E peraltro fu proprio alla Villetta che Pasolini presentò il suo Mamma Roma nel 1963.
La Villetta. Appunti di storia
Durante il fascismo, la Villetta di via Passino, un piccolo vecchio casale della campagna romana, fu destinato alla casa del Fascio o casa Littoria. Nella revisione dello statuto del Partito Nazionale Fascista del 20 novembre 1921 si indicava che il Fascio potesse costituirsi “in quelle località dove i fascisti raggiungono almeno il numero di 20”. E così fu per la Villetta, punto di riferimento fascista nel quartiere Garbatella dell’unico partito permesso allora.
Le case del fascio, furono in campo architettonico l’espressione diretta del regime. La maggior parte delle case veniva realizzata con fondi provenienti da donazioni: generalmente si procedeva a riadattare vecchie strutture o a costruirne di nuove. Le case servivano per accogliere la sezione politica, ma anche per fornire ai cittadini una serie di servizi: uffici e celebrazioni del partito, svago e ristoro, educazione fisica e indottrinamento culturale. Questa storia si interruppe il 4 giugno 1944, quando gli americani, sbarcati ad Anzio nel mese di gennaio, entrarono finalmente a Roma. Quel giorno, all’alba, l’esercito tedesco che a lungo aveva cinto in una morsa di terrore Roma, si ritirò silenziosamente, ma qualche mese prima, per forzare la ritirata tedesca, gli americani avevano bombardato il quartiere Ostiense e la Garbatella.
I romani festanti e finalmente liberi dall’occupazione tedesca uscirono nelle strade. Come gli altri quartieri della capitale, anche la Garbatella ebbe la sua “liberazione”, mentre autoblinde guidate dai soldati Usa passarono nelle vie del quartiere, accolti dalla gente che usciva di corsa dai lotti per festeggiarli.
Nell’assalto alla Villetta non si sparò. Il gruppo fascista “Mario Sonzini”, vista la mala parata, era già stato abbandonato dal fiduciario rionale e dalla responsabile del gruppo femminile, che avevano fiutato il pericolo. L’azione, armi in pugno, fu condotta da un gruppo di fuoco comandato da Libero Natalini e da Peppe Lombardi, dirigenti della Brigata, con Armando Bartolucci detto “Il manciola”, Orlando Lombardi, i fratelli Coltellacci, Lamberto Cristiani e Augusto Mazzoni. La sezione della “Villetta” in seguito fu intitolata a Giuseppe Cinelli, comunista di Garbatella martire delle Fosse Ardeatine, dove aveva trovato la morte insieme al fratello maggiore Francesco.
Le travagliate frammentazioni della sinistra italiana fanno parte integrante anche della storia della Villetta. Quando il Pci fu diviso in Pds e Rifondazione, nel 1991, anche la Villetta fu divisa in due. Il piano terra fu destinato al Pds e il primo piano a Rifondazione Comunista. In seguito fu tutto un susseguirsi di sigle dei partiti della sinistra parlamentare.
Oggi, lo storico edificio è sede di molteplici eventi culturali e di concerti, con un’attenzione particolare al jazz.