Su diretto coinvolgimento e promozione del Centro Studi-Archivio Pasolini di Bologna, dopo un lavoro di anni, si terrà una proiezione di assoluto rilievo e in anteprima nazionale alla Cineteca di Bologna, lunedì 29 giugno 2015 alle ore 16.15, presso la Sala Scorsese del Cinema Lumière di piazzetta Pier Paolo Pasolini 2b. In edizione restaurata integrale, nell’ambito della 29.ma edizione del “Cinema Ritrovato”, sarà infatti proiettato il docufilm 12 dicembre (1972) di cui recenti prove hanno portato ad attribuire la chiara paternità alla mano di Pier Paolo Pasolini, che lo realizzò con Giovanni Bonfanti e un collettivo di “Lotta Continua”. Ogni dubbio è stato infatti fugato definitivamente con il ritrovamento di una registrazione audio dove, fra l’altro, lo scrittore-regista afferma: «Ci ho lavorato, l’ho montato io, ho scelto io le interviste ma non ho messo la regia, perché gli avvocati che l’hanno visto mi hanno detto che era pericolosissimo, che mi avrebbero messo in prigione. E allora abbiamo trovato una formula per cui il mio nome ci fosse, perché chi voleva capire capisse, ma formalmente non potessero procedere contro di me».
Il film è stato restaurato dal laboratorio “L’Immagine Ritrovata” di Bologna su iniziativa dell’editore Laika Verlag di Amburgo e della Fondazione Cineteca di Bologna e gode del patrocinio del Mibact_Pasolini 1975-2015. E appunto la proiezione bolognese di 12 dicembre sarà introdotta dagli interventi di chi vi fu parte in causa nel 1972 e di chi ora ne ha favorito il recupero integrale:da un lato, il regista Maurizio Ponzi e lo scrittore Goffredo Fofi, che collaborarono in diversa misura alla lavorazione del film; dall’altro, l’editore Karl-Heinz Dellwo e la responsabile editoriale Gabriella Angheleddu (Laika Verlag), e Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna.
Nell’occasione, sarà anche annunciata l’imminente pubblicazione del volume Verdeckter Bürgerkrieg und Klassenkampf in Italien Band II / zur politischen Nachkriegsgeschichte Italiens legt den Schwerpunkt auf die Jahre 1967, 68 und 69 (“Guerra civile nascosta e lotta di classe in Italia Volume 2 / Gli anni sessanta: Rivolta e strategia della tensione”), edito da Laika Verlag, che contiene, tra l’altro, le analisi sul ‘68 e su Piazza Fontana degli storici Diego Giachetti e Mimmo Franzinelli e l’introduzione alla controinchiesta «La strage di Stato» intrapresa dalla sinistra extraparlamentare subito dopo la strage.
Allegati al volume sono due DVD con otto film: l’edizione restaurata di 12 dicembre e inoltre Come favolosi fuochi d’artificio (1967) di Lino del Fra, In cerca del sessantotto. Tracce e indizi (1996) di Giuseppe Bertolucci, Della conoscenza (1968) di Alessandra Bocchetti, Cinegiornale del movimento studentesco 1 (1968) e Perché Viareggio (1969) realizzati dal Movimento Studentesco, Contratto (1970) di Ugo Gregoretti e Ipotesi sulla morte di G.Pinelli (1970) di Elio Petri.
Della importante operazione, che completa con un ulteriore tassello la filmografia pasoliniana, ci dà notizia il Centro Studi-Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna con un comunicato, insieme ad un preciso contributo di Roberto Chiesi, che qui volentieri pubblichiamo.
12 dicembre: un film ritrovato di Pier Paolo Pasolini
di Roberto Chiesi
“È stato il momento in cui, più di tutti, siamo andati vicini alla perdita della democrazia formale in Italia”. Con queste parole Pier Paolo Pasolini si riferiva alla strage del 12 dicembre del 1969 quando l’esplosione di una bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, in Piazza Fontana, causò la morte di diciassette persone, e alla “morte accidentale” dell’anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta tre giorni più tardi in seguito ad una caduta dall’ufficio della questura dove lo stavano interrogando perché sospettato ingiustamente di essere uno dei responsabili della strage. Un collettivo di “Lotta Continua” volle realizzare un film di denuncia e trovarono un inatteso interlocutore in Pasolini, che procurò loro i finanziamenti per produrlo (attraverso la PEA) e addirittura lo ideò e girò con loro, in particolare con il militante Giovanni Bonfanti. In quel periodo, Pasolini era avversato dai gruppi extraparlamentari che non gli avevano perdonato la poesia Il PCI ai giovani!! (1968), dove accusava il movimento studentesco di essere un’emanazione della borghesia.
Lo scrittore-regista apprezzava molti aspetti della militanza di “Lotta Continua” e così, anche sulla base di un progetto iniziale di Goffredo Fofi, pensò ad un film che costituisse una sorta di viaggio politico e antropologico nell’Italia dei primi anni ’70, incentrato su alcuni episodi emblematici delle trasformazioni che stavano avvenendo nel corpo del paese. “Lotta Continua” voleva un film più didascalicamente militante ma il progetto si orientò soprattutto nella direzione voluta da Pasolini (che girò personalmente alcune sequenze, a Milano, Musocco, Carrara, Bagnoli, Napoli e Viareggio: sono le uniche sequenze dove ha filmato l’Italia degli anni ’70), anche se egli dovette accettare alcuni compromessi e la soppressione di varie sequenze. Girato fra il dicembre del 1970 e l’estate del 1971, presentato al festival di Berlino (lo stesso anno in cui I racconti di Canterbury vinse l’Orso d’oro) e distribuito esclusivamente nel circuito culturale dei “Circoli Ottobre” (parallelo a “Lotta Continua”), il film presenta molte sequenze notevoli: fra queste, l’intervista alla vedova e alla madre di Pinelli, che rievocano la loro tragedia con estrema lucidità, una scena silenziosa e nebbiosa al cimitero di Musocco, dove all’epoca era sepolto l’anarchico; una serie di riprese impressionanti della rivolta di Reggio Calabria del 1970; una sequenza fra le baracche di Napoli, dove gli abitanti vivono in condizioni di estrema povertà e infine una ripresa nella casa di una famiglia di immigrati siciliani a Torino.
Nei crediti Pasolini non figura come autore ma viene indicato solo che il film è nato da una sua idea. In realtà, nella registrazione audio, recentemente ritrovata, di un incontro con alcuni studenti avvenuto il 22 giugno del 1972 a casa di Pasolini, lo scrittore-regista afferma: “Stilisticamente assomiglia molto a Comizi d’amore. C’ho lavorato, l’ho montato io, ho scelto io le interviste ma non ho messo la regia, perché gli avvocati che l’hanno visto mi hanno detto che era pericolosissimo, che mi avrebbero messo in prigione. E allora abbiamo trovato una formula per cui il mio nome ci fosse, perché chi voleva capire capisse, ma formalmente non potessero procedere contro di me. Io ho girato circa un sessanta per cento, ma l’ho montato tutto io. Però – e questo è il punto – non ci ho messo la mia ideologia. Da una parte ho messo quella che è la realtà, dall’altra ho fatto dire le loro idee a questi di Lotta Continua”.
Il film, della durata di 100 minuti, è stato finora pubblicato in edizioni video e dvd tagliate di oltre cinquanta minuti. Nel 2014 il film è stato restaurato nell’edizione integrale dal laboratorio “L’Immagine Ritrovata” per conto della casa editrice tedesca Laika Verlag e della Fondazione Cineteca di Bologna, ma senza che sia stato possibile ritrovare i negativi originali.