L’ultima puntata di “Storie maledette” dedicata a PPP, di Giuliano Sabatini

Il giornalista e scrittore Giuliano Sabatini commenta in rete l’ultima puntata del programma Storie maledette (18 ottobre 2014) che, per la ferrea conduzione di Franca Leosini, ha indagato di nuovo i retroscena oscuri del delitto Pasolini, con la presenza in studio dapprima del grande fotografo Dino Pedriali e poi di Pino Pelosi, ritenuto colpevole di quel feroce omicidio. Per la Leosini anche un modo di mettere la parola fine a quel mistero, su cui lei per prima, nel 2005, aveva contribuito a riaprire il caso.

 di Giuliano Sabatini

www.notizie.tiscali.it – 25 ottobre 2014

Si è appena conclusa su Rai3, nella storica collocazione del sabato a tarda sera, la purtroppo esigua serie delle Storie maledette di Franca Leosini. Si tratta di uno dei format più longevi della migliore Rai3 guglielmiana che continua a nobilitare la rete affidata oggi ad Andrea Vianello. Se oggi va di moda il gossip macabro, con tanti sedicenti esperti del crimine che forniscono il loro disinvolto “secondo me” per aver appena letto i risvolti delle indagini sui giornali, il suddetto gossip e il modo superficiale di proporre certe storiacce non riguarda minimamente la giornalista napoletana. La differenza è quella che passa tra un settimanale popolare e una pubblicazione di rango enciclopedico. Intanto perché, pur essendoci la fila di serial killer e delinquenti che vorrebbero farsi intervistare da lei, sono più i casi che Leosini scarta di quelli che decide di sviscerare fin nei minimi dettagli, consumando le sudate carte dei processi. A Storie maledette parlano solo i protagonisti, autore del crimine e intervistatrice; preferibilmente a bocce ferme, quando cioè si sia già pronunciata la magistratura.

Il corpo di Pier Paolo Pasolini – uomo di ingegno rinascimentale: insegnante, romanziere, poeta, editorialista, sceneggiatore, regista, in una parola, artista – è stato al centro dell’ultima, avvincente, puntata di Storie maledette, che si è trasformata in un omaggio all’intellettuale. In studio c’era Dino Pedriali, il fotografo che ritrasse Pasolini nudo in una serie di scatti, a tre giorni dall’assassinio. Uomo in apparenza rude, in realtà delicatissimo, Pedriali si è commosso nel dichiarare conclusa, nell’estremo saluto televisivo, la sua vicenda con il poeta; di cui aveva subìto la malìa intellettuale e di cui si era innamorato, pur senza implicazioni sessuali.

Dino Pedriali
Dino Pedriali

Diverso approccio, quello di Pino Pelosi, ritenuto colpevole dell’omicidio di Pasolini. Nel 2005, ricordiamolo, grazie alle sue rivelazioni in una puntata di Ombre sul giallo, l’altro format di Franca Leosini, fu riaperto il caso. Ossimoro televisivo vivente (così signorile, coi suoi tailleur firmati e ben pettinata, al cospetto delle bestialità criminali), senza soggezioni né complicità, la coraggiosa Leosini dà a Pelosi del basista e del marchettaro, lo incalza quando sostiene che le verità sono tante e hanno i loro tempi. “No, la verità è una”, soprattutto quando si tratti di delitti. Ora scopriamo che non era l’incontro di una sera, quello tra l’allora diciassettenne Pino “la rana” e il grande intellettuale: si frequentavano da tre mesi. Quante altre rivelazioni dovremo attenderci da parte di questo ex ragazzo di borgata, che non si è negato nulla nella vita? Non potrà contare, su questo ci potremmo scommettere, sulla connivenza della Leosini per continuare la sua telenovela horror. Sono Storie maledette non La storia infinita.