“Comizi d’amore” di Pasolini. L’italia di ieri e di oggi.

Pasolini e i costumi degli italiani 

di Ibeno Colasseno

www.neodemos.it/ www.pagina99.it – 29 ottobre 2014

 

Su “Pagina99” è uscita una riflessione di Ibeno Colasseno (già pubblicata da www.neodemos.it) su  Comizi d’amore, lo straordinario documentario realizzato da Pasolini nel 1963  e tuttora, a distanza di cinquant’anni, di vivissima attualità. Con una capillare indagine sul corpo vivo del Paese, attraverso incontri e interviste sul campo, Pasolini registrò allora un vasto campionario di opinioni in materia di tabù sessuali e di vita di coppia, divorzio incluso. Opinioni che paiono provenire da un’Italia arretrata e segnata dai pregiudizi, ma che di fatto, nel profondo e sotto la vernice di una apparente liberazione, non pare molto mutata nemmeno nel presente. Da ricordare che di questo intenso documento, in cui Pasolini svolge il suo ruolo di intervistatore con grandissima efficacia, si discuterà anche nel prossimo convegno  del Centro Studi Pasolini di Casarsa Pasolini e il politico (7 e 8 novembre), dove sarà proiettato alla sera del 7 e al termine della visione accompagnato dalla lettura del commento che gli dedicò Michel Foucault, con un intervento pubblicato il 23 marzo 1977 su “Le Monde” dal titolo I mattini grigi della tolleranza.

Solitamente le pillole di Neodemos segnalano ai lettori le novità nel campo degli studi socio-demografici. Questa volta però Neodemos fa un’eccezione e propone ai lettori una pillola “archeologica”. Siamo nel 1963 e Pier Paolo Pasolini – il 2 novembre ricorrerà l’anniversario della sua scomparsa avvenuta nel 1975 – ricostruisce un affresco intenso – oltre che molto interessante per gli studiosi di popolazione – di quelle che sono le conoscenze e le opinioni degli italiani a proposito di sessualità, famiglia, vita di coppia in quel particolare periodo storico così vicino al fatidico 1968 e alla liberazione sessuale. Quella che ne viene fuori è un Italia con molti pregiudizi e in difficoltà ad affrontare senza vergogna un confronto su un tema come quello della sessualità e della vita di coppia.

"Comizi d'amore" di Pasolini. Foto di Mario Dondero
“Comizi d’amore” di Pasolini. Foto di Mario Dondero

Quella intervistata da Pasolini è l’Italia che negli anni Settanta comincerà a staccarsi dal modello tradizionale e si vedono nel film tanti segnali che vanno in questo senso: molti intervistati, specie i più giovani sono, ad esempio, aperti all’introduzione del divorzio e all’eguaglianza tra uomini e donne; sarà però un processo lento e portato avanti tra mille contraddizioni e a diverse velocità. La spaccatura tra Nord e Sud che si ritrova nel Paese odierno in tanti articoli comparsi su Neodemos è ben sostanziata da un’emblematica intervista che si svolge su una spiaggia affollata in Comizi d’amore.
Pasolini domanda a un ragazzo: “Tu sei favorevole al divorzio?”
Il ragazzo risponde “No”.
“E perché?”
“Perché sono calabrese”.
Pasolini non intervista solo uomini e donne, ma anche bambini e quei bambini intervistati allora sono i sessantenni di oggi e gli intellettuali che compaiono nel film sono quelli che hanno contribuito alla formazione culturale degli italiani del nuovo secolo. Per questo il film è sì un pezzo di archeologia, ma è anche un modo per comprendere meglio, attraverso lo sguardo di ieri, le contraddizioni dell’Italia di oggi che, su molte questioni, resta distante dal resto d’Europa; un Paese a volte incapace di riconoscere con la forma quanto avviene già nella sostanza, come nel caso delle unioni omosessuali o del divorzio breve. Sono passati cinquant’anni da quelle interviste eppure molti nodi non sono ancora sciolti.