Alfabeto di Laura Betti

Alfabeto di Laura Betti

in Laura Betti illuminata di nero
Cineteca di Bologna, 2005

Attori
Quando si lavora in cinema […] non c’è che da aspettare tremante che sia compiuto il furto della tua faccia, a meno che tu non appartenga all’esigua categoria di quelli che operano col mestiere.

Bellocchio
Mi propone, anzi esige da me, la rottura totale dell’equilibrio psichico, il che, dato il mio masochismo, mi affascina.

Bertolucci
Bernardo è divino, indefinibile, è un re senza corona, è il prosciutto di Parma, è il mio regno per un cavallo, è la torta sbrisolona…

Definizioni
Non mi piace definire i sessi. Detesto tutto ciò che è definibile perché c’è sempre qualcuno che, prima di voi, ha messo a punto questa definizione per sottomettervi alla sua legge. Mi piace vivere nel paradosso e non voglio credere alla diversità dei sessi.

Femminismo
Farei qualsiasi cosa mi venisse richiesta da un movimento femminista, tranne che di farne parte.

Francia
È stato duro per me in Italia dopo l’assassinio. La Francia ci ha accolti, Pier Paolo e me. lo le devo qualche cosa. Lei non lo sa, ma io sì.

Giornalismo
Quello che è stato pubblicato dall’Espresso non è il mio libro, anche se ha un risultato grafico molto bello; è una cosa porcellotta. […] «L’Espresso» ha preso sette-otto capitoli, ci ha messo i puntini e ha avvicinato tutti i genitali contenuti nel testo. Ne è risultato un insieme di inediti di una attrice, un diario segreto…

Impegno
II mio impegno di attrice è comunque sottoposto alla balzaneria della mia testa. È uguale impegno lavorare con Corbucci e con Bertolucci. È uguale impegno scopare con Marlon Brando e con Claudio Villa. Il campo del mio impegno fa parte del mio appetito.

Infanzia
Corsi di tennis, bei vestitini, domestici… ero programmata per una vita che detestavo. Non c’è nessuna fotografia sorridente di me bambina.

In punto di morte
In punto di morte penserò ai fatti miei, cioè a tirar le cuoia. Ma sul mio loculo farei scrivere: “Con odio, cordialmente”.

La morte
Nella vita bisognerebbe accettare l’altra sua faccia che è la morte. Ma è pesante, mentre dovrebbe essere dolce.

Pasolini
Dalla nostra amicizia è nato un mio reale sentimento d’amore. Fino ad allora, la mia vita non era stata altro che un’abitudine. Lui è diventato la mia vita.

Peccati capitali
I sette peccati capitali? Certo che mi piacciono; anzi, sette sono pochini. Ne ho inventati altri sette, per me ormai sono quattordici. Ma sono un mio segreto, li racconterò più tardi, quando avrò finito di cantare questi primi sette.

Prosciutti
I direttori della fotografia dei film di Pasolini (Tonino Delli Colli, Giuseppe Rotunno, Giuseppe Ruzzolini, eccetera), sono stati stanati per aiutare il restauro. L’hanno fatto con grande generosità: non hanno voluto essere pagati. Per ringraziarli, ho regalato loro prosciutti, con profondo sconcerto della Corte dei conti, che ricusava una spesa culturale in prosciutti.

Roma
È una città dove si sta di passaggio, e io mi sento di passaggio.

Traduzioni
Ho lavorato enormemente a questa traduzione [di Teta veleta in francese, ndc] perché amo la Francia, ma non lo farò mai più, perché è un rompicapo spossante. Bisognava violare la lingua italiana per farla parlare in francese perché non esiste nessuna traduzione per alcune parole che uso io. In italiano, per esempio, “Buona notte cazzo”, è un’espressione davvero diffusa a tutti i livelli e bisognava che io l’adottassi per il mio universo. Ma, in Francia, non si dice “Bonsoir la bite”…

 

Frasi tratte da:
«Sipario», n. 182, giugno 1961; Le proiezioni di una donna, intervista di Rosanna Lampugnani, «La città futura», 11 maggio 1979; Tra Hollywood e una frittata di cipolle, intervista di Elena Doni, «II Messaggero», 10 giugno 1979; Laura Betti: “dialogue secret et comique” avec Pasolini, intervista di Karine Signoret, «France Soir», 7 ottobre 1989; Les provocations de Laura Betti, intervista di Frédéric Strauss, «Le Généraliste», 27 ottobre 1989; Laura Betti, intervista di Mimi Acquaviva, «Femme actuelle», 12 marzo 1990; Quella “disperata vitalità”, intervista di Silvana Gaudio, «La Repubblica» Roma, 5 marzo 1992; Pasolini, il primo nel mondo, intervista di Lietta Tornabuoni, «La Stampa», 9 marzo 1992.