“Pasolini sul set”. A MoliseCinema omaggio a PPP con foto inedite

La tredicesima edizione di MoliseCinema  (dal 4 al 9 agosto 2015 a Casacalenda, provincia di Campobasso) dedica un omaggio a Pier Paolo Pasolini nel 40°anniversario della sua morte con la proiezione di alcuni dei suoi celebri film: Il Vangelo secondo Matteo, Mamma Roma, Comizi d’amore, Uccellacci e uccellini, Il fiore delle Mille e una notte. In programma anche Pasolini di Abel Ferrara.
La retrospettiva su Pasolini sarà accompagnata da una mostra fotografica dal titolo Pasolini sul set curata da Antonella Felicioni e proposta al Festival dal CSC  – Cineteca Nazionale, da quest’anno partner del Festival.
Nella mostra, la straordinaria energia di Pasolini, la sua passione civile e la profondità della sua arte, la sua relazione con i luoghi, gli attori, la macchina da presa traspaiono da foto di set e fotogrammi che lo ritraggono sia in veste di regista che in veste di attore, in film suoi e di altri maestri del cinema italiano.
Dal programma completo del festival (www.molisecinema.it) estrapoliamo la pagina che descrive questa importante retrospettiva, articolata tra proiezioni e suggestioni fotografiche.

Casacalenda (Cb). Panorama
Casacalenda (Campobasso). Panorama

La Retrospettiva di quest’anno è dedicata a Pier Paolo Pasolini: intellettuale controverso, passionale, pungente, tra i più discussi del Novecento italiano. A 40 anni dalla sua tragica scomparsa, MoliseCinema propone non solo una selezione dei suoi film più amati, ma anche una mostra fotografica esclusiva, realizzata dalla Cineteca nazionale di Roma   e ospitata dalla Galleria civica d’arte contemporanea di Casacalenda.

La mostra
In concomitanza con la retrospettiva dedicata a Pier Paolo Pasolini, la Cineteca Nazionale di Roma propone la mostra fotografica Pasolini sul set, a cura di Antonella Felicioni. La straordinaria energia di Pasolini, la sua passione civile e la profondità della sua arte, la sua relazione con i luoghi, gli attori, la macchina da presa traspaiono da foto di set e fotogrammi che lo ritraggono sia in veste di regista che in veste di attore, in film suoi e di altri maestri del cinema italiano.
Per citare alcuni titoli e alcuni fotografi: Mamma Roma (1962), scatti di Divo Cavicchioli; Ro.Go.Pa.G. (1963), scatti di Pierluigi Praturlon; Il Vangelo secondo Matteo (1964), scatti di Angelo Novi; Porcile (1969), scatti di Velio Cioni;  Requiescant (1966) di Carlo Lizzani, scatti di Francesco Alessi. Tra i personaggi ritratti accanto a Pasolini, amici e compagni di lavoro: Laura Betti, Alfredo Bini, Anna Magnani, Ugo Tognazzi, Orson Welles. Alla mostra si accompagna un video, ideato per l’occasione, che celebra con ulteriori immagini uno dei nostri più grandi intellettuali ed artisti.

Pasolini attore sul set di "Requiescant" (1966) di Carlo Lizzani
Pasolini attore sul set di “Requiescant” (1966) di Carlo Lizzani. Foto di Francesco Alessi

Gli appuntamenti al cinema
Pellicole di Pasolini e su Pasolini, per conoscere non solo il suo stile così inconfondibile, ma anche il suo essere un intellettuale immerso nel suo tempo, grande osservatore, narratore talvolta spietato della realtà, dei problemi e delle assurdità che lo circondano.

Pasolini di Abel Ferrara, 2014
con Willem Dafoe, Riccardo Scamarcio, Maria De Medeiros, Ninetto Davoli, Adriana Asti, Valerio Mastandrea, Luca Lionello.
La memoria delle ultime ore di un poeta manda in tilt il controllo razionale e torna sotto forma di visione. Come i suoi killer, i suoi vampiri, i suoi gangster, il Pasolini di Willem Dafoe scende all’inferno e vaga negli anfratti bui e fatiscenti alla ricerca di qualcosa di desiderato e irraggiungibile. Ferrara esibisce l’esibizionismo di Pasolini, l’intenzione massima di apparire che non è mai visibilità del corpo ma unica possibilità per il suo protagonista di esistere nel testo filmico. Ardente, tragico e scombinato, Pasolini combina il sogno col reale, interrogandosi sul poeta e la forma con cui egli crea, sulla storia di un uomo e su quella del suo corpo.

 Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, 1964
con Enrique Irazoqui, Susanna Pasol  ini, Ninetto Davoli, Alfonso Gatto
Il Vangelo, come quello di Matteo, disegna una figura di Cristo più umana che divina, un uomo con moltissimi tratti di dolcezza e mitezza, che però reagisce con rabbia all’ipocrisia e alla falsità.  È un Cristo rivoluzionario che è venuto a portare la spada piuttosto che la pace. Il film è una fedele riproposizione del Vangelo secondo Matteo dal momento dell’Annunciazione alla Resurrezione di Gesù.

Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, 1962
con Anna Magnani, Ettore Garofalo, Franco Citti
Le vite di Mamma Roma e del figlio rappresentano un legame e un amore che trascende ogni tipo di volontà e contatto. La storia segue il loro rapporto che obbliga l’uno ad essere reciprocamente causa, effetto e riferimento delle vicissitudini dell’altro, in un legame che va oltre qualsiasi tipo di circostanza e di avvenimento, come quello tra una madre e il proprio figlio, e in cui probabilmente Pasolini rappresenta il forte legame con la madre che l’accompagna e lo insegue, esplicitandolo anche in poesie come Ballata delle Madri e Supplica a mia madre (in Poesia in forma di rosa) composte negli stessi anni in cui ha scritto il film.

Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini, 1965
con Camilla Cederna, Lello Bersani, Alberto Moravia, Oriana Fallaci, Adele Cambria, Cesare Musatti, Giuseppe Ungaretti, Pier Paolo Pasolini, Peppino Di Capri, Antonella Lualdi
Nel 1963 Pier Paolo Pasolini e il produttore Alfredo Bini devono girare l’Italia per trovare location e volti per il nuovo film del regista friulano: il Vangelo secondo Matteo. Ma Pasolini da un po’ di tempo ha un chiodo fisso: conoscere le opinioni degli italiani sulla sessualità, l’amore e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la morale del suo paese. Si stabilisce quindi di unire le due cose e Pasolini entra in campo, microfono alla mano, per parlare con gli italiani di “invertiti”, di “prima volta”, di “prostitute” e di “divorzio”. Ne esce un ritratto del paese contraddittorio, uno spaccato di un’Italia a varie velocità, un quadro sconcertante che alterna aperture fintamente disinvolte al Nord e rigidità ancestrali nel meridione.

Uccellacci e uccellini  di Pier Paolo Pasolini, 1966
con Totò, Ninetto Davoli, Femi Benussi
Come in tutte le favole, non c’è una storia ben definita in questo film: il pretesto narrativo è dato dalle considerazioni filosofiche (in chiave marxista) di un vecchio corvo che si rivolge a due uomini, padre (Totò) e figlio (Davoli). Il corvo sembra convincere il suo limitato pubblico con la saggezza delle sue parole, ma, appena si presenta il problema della fame, gli “irragionevoli” umani gli tirano il collo e se lo mangiano. L’allegoria è chiara, mentre il film è una tardiva possibilità che Pasolini offrì al grandissimo Totò. 

Il fiore delle Mille e una notte di Pier Paolo Pasolini, 1974
con Franco Citti, Ninetto Davoli, Ines Pellegrini
La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni. E’ la citazione che fa da filo conduttore all’ultima parte della cosiddetta Trilogia della vita, tutta sotto il segno dell’esaltazione del sesso e della morte incombente. Dei tre film appare il più sereno e risolto, probabilmente perché la natura stessa della raccolta araba aveva esentato l’autore da ogni obbligo di fare i conti con la storia e il potere, qui sostituiti dalla forza trascinatrice della fatalità e dei sentimenti assoluti. Seguendo l’architettura della raccolta di racconti orientali, il film si sviluppa secondo una struttura a incastro. Il tema del viaggio di Nur ed-Din alla ricerca dell’amata schiava Zumurrud che gli è stata rapita costituisce il filo conduttore di una trama sottile, fatta di sogni e racconti di amori felici o tragici, a costituire un unico luminoso arazzo, in cui le singole storie si fondono in un armonioso canto alla vita e all’amore.

MioliseCinema 2015. Manifesto
MoliseCinema 2015. Manifesto

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