Il cinema “sperimentale” di PPP. Una tavola rotonda a Bologna

A partire dal poema filmico La rabbia (1963), per proseguire con il film-saggio d’inchiesta Comizi d’amore (1964) e con i film  “laboratorio” Appunti per un film sull’India (1968) e Appunti per  un’Orestiade africana (1970), Pasolini ha sperimentato “forme” di  cinema che trasgredivano e innovavano i codici del cinema, in particolare la dialettica fra realtà e finzione, fra documento d’archivio e messa in scena filmica.
Nella tavola rotonda, che avrà luogo martedì 16 febbraio, alle ore 18, nella sala della Biblioteca Renzo Renzi della Fondazione Cineteca di Bologna, a cura del Centro Studi – Archivio Pasolini di Bologna, si parlerà dell’originale sperimentalismo cinematografico pasoliniano nei suoi diversi aspetti: lirico, politico, estetico, saggistico.
Interverranno Davide Ferrari, Raffaele Milani, Tommaso Mozzati e Marco Veglia.

"Comizi d'amore" (1964). Foto di Mario Dondero
“Comizi d’amore” (1964). Foto di Mario Dondero

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Davide Ferrari è un poeta italiano, fondatore dell’Associazione culturale “La Casa dei pensieri”. È stato direttore delle riviste  “Innovazione educativa” e “Impegno nuovo” con Gregorio Scalise e  attualmente dirige “Riforma della scuola”, con Franco Frabboni. Ha pubblicato cinque raccolte di poesie: Stanze semplici, 1988; Agape, 1989; Con me gioca il figlio dell’amico, 1992; Civili, 1996 e Il movimento che ci vive accanto, 2001. Altri testi poetici sono apparsi su numerosi quotidiani e riviste letterarie italiane e sono stati tradotti e pubblicati anche all’estero. In campo saggistico e giornalistico ha pubblicato numerosi volumi individuali o collettivi con particolare attenzione ai temi della scuola e dell’istruzione, tra cui Bologna, una città per la scuola (1986), Scuola: quale autonomia (1990 ), Pasolini e Bologna con Gianni Scalia (1998), Mala lingua (2009).

Raffaele Milani è Professore Ordinario di Estetica all’Università di Bologna, Direttore della scuola estiva sul Design industriale (progetto che coinvolge l’Università di Bologna, l’Università di Osaka, l’Università di Taiwan e la Tonji University di Shangai) e  Direttore del “Laboratorio di Studi sulle città” dell’Istituto di Studi Superiori dell’Università di Bologna. Delegato dal 2002 per gli studi italiani di Estetica all’International Association for  Aesthetics, è attualmente membro di un Comitato scientifico del  Ministero Francese dell’Ambiente e dello Sviluppo sostenibile e del Collegio Dottorale in Semiotica (ora PSCS). Numerose le sue pubblicazioni scientifiche in riviste come “Studi di Estetica”, “Ritsumeikan Studies in Language and Culture”, “Diogenes”, “Borec”, “Architetture del paesaggio”. Fra i suoi libri ricordiamo Il paesaggio è un’avventura (2005), I paesaggi del silenzio (2014), L’arte della città (2015); ha collaborato nei volumi collettanei Arte e esperienza religiosa (a cura di Massimo Iritano  e Sergio Sorrentino, 2011), Kenzo Tange e l’utopia di Bologna (a cura di Francesca Talò, 2010) e Paesaggi corporei (a cura di Tadahiko Wada  e Stefano Colangelo, 2015).

Tommaso Mozzati è docente a contratto per il corso di Storia dell’Arte moderna presso l’Università degli Studi di Perugia. Ha collaborato con il Museo del Bargello per le esposizioni sul Giambologna e Desiderio da Settignano e ai cataloghi delle mostre del  Perugino, di Gian Domenico Cerrini e dell’esposizione “In the light of Apollo”. Autore di contributi sulla scultura fiorentina del Quattro e Cinquecento, i suoi studi hanno privilegiato il Verrocchio, Iacopo Sansovino, Benvenuto Cellini, Baccio Bandinelli, il Giambologna, attraverso articoli in riviste italiane ed internazionali, e con interventi presentati a convegni sull’arte  toscana ed europea del XVI secolo. Tra le sue pubblicazioni  Giovanfrancesco Rustici, le Compagnie del Paiuolo e della Cazzuola. Arte, letteratura, festa nell’età della Maniera (2008), L’idea non  nuova. La fortuna «estetica» del Perugino in un dramma di Francesco  Guardabassi (2012) e Rinascimento con Antonio Natali (2015). Scrive  di cinema per la rivista “Segnocinema”.

Marco Veglia è Professore Associato di Letteratura Italiana e Letteratura Italiana Medievale all’Università di Bologna. I suoi studi vertono prevalentemente sull’opera di Boccaccio, Dante, Petrarca e Carducci su cui ha pubblicato numerosi saggi in riviste quali “Il Carrobbio”, “Letteratura e Arte”, “Quaderni di Filologia   Romanza”, “Il Ponte”, “Italianistica” e volumi, tra cui Da Dante a Montale. Studi di critica letteraria in onore di Emilio Pasquini (2005), La vita vera. Carducci a Bologna (2007), La strada più  impervia. Boccaccio fra Dante e Petrarca (2014). Curatore di convegni  e mostre, è fondatore di collane per le case editrici Forni, Bononia University Press, Carabba e redattore delle riviste “Studi e  Problemi di Critica Testuale” e “Ecdotica”. Dal 2010 dirige il  “Centro di studi Tommaso Casini” della Fondazione Rocca dei  Bentivoglio del Comune di Bazzano (Bologna). [/info_box]

*Foto in copertina: © Vittorio La Verde