All’India di Roma, un “paesaggio” esterno intitolato a PPP

di Rodolfo di Gianmarco

www.repubblica.it –  22 novembre 2014

 

Il teatro India, così come lo vuole il direttore del Teatro di Roma Antonio Calbi  (che con tenacia ne seguirà i lavori ancora in essere), darà presto uno spettacolo di sé, da inaugurarsi entro la fine del primo trimestre 2015.
“L’area esterna sarà il Paesaggio Pier Paolo Pasolini, intitolazione che coinciderà col quarantennale della sua morte –  spiega Calbi -. Abbiamo avuto l’assenso della cugina di secondo grado, Graziella Chiarcossi, che ha apprezzato il termine “paesaggio” in sintonia col gasometro, il fiume, il canneto, le rovine, la fabbrica”. Il primo ambiente, il vecchio foyer di 500 mq, sarà uno spazio mostre ed eventi vari e sarà intitolato a Giuseppe Bertolucci. 
“La seconda sala, con gradinata da 300 posti, e pavimento in legno, vorremmo si chiamasse Anna Magnani, e speriamo di avere presto il consenso dei familiari. Il terzo spazio potrà contare su due gradinate ognuna da 150 posti, per soluzioni sceniche a pianta centrale, pavimento in legno. Saremmo felici di battezzarla Marcello Mastroianni, sempre con l’ok degli eredi”. Questa terza area è quella che, senza le tribune definitive, è già in azione da settembre, con spettacoli per adulti e per bambini. “Nella sala prove al primo piano Antonio Latella sta mettendo in cantiere il suo Natale in casa Cupiello che debutterà il 3 dicembre all’Argentina”.

Ieri il direttore dello Stabile ha reso pubblica la convenzione siglata col Municipio XI, per una valorizzazione sociale e culturale del teatro sul territorio, con conferma di progetti di attività e promozione (una card per i residenti, un low cost per gli studenti), iniziative apprezzate da Maurizio Veloccia, presidente del Municipio. L’antica fabbrica della Mira Lanza, già convertita in teatro nel 1999 (grazie, allora, a Mario Martone e Gianni Borgna), dovrà diventare ancora più pubblicamente una cittadella ricca di offerte civili e culturali.
“Senza snaturare l’ambiente postindustriale, ogni intervento sarà conservativo  -commenta Calbi-  e ciò non esclude che potremmo anche escogitare il sistema per rendere mobili le pareti tra le due sale maggiori, e concepire, per determinati spettacoli, un hangar che sia la somma dei due spazi”. Ma le capacità dell’India non si limiteranno a una forte elasticità di dimensioni. “L’idea è di farne un polo creativo che viva soprattutto di teatro, ma che apra anche a eventi multidisciplinari, a eventi sonori, a fiere contemporanee dell’arte, a mostre come quella grafica dei manifesti del Québec, o come un omaggio espositivo per i 150 anni dell’attrezzeria Rancati (che qui ebbe la sua sede). Nei momenti liberi dal teatro, possono ospitarsi i linguaggi spettacolari delle sfilate, dei simposi, dei saloni…”. Si pensa pure a eventuali acquisizioni di aree confinanti. “Oltre a chiedere di far uso di ulteriori capannoni qui attorno, dove magari insediare magazzini di costumi e sartoria, e ricoveri per scenografie e falegnameria, sarebbe bello ipotizzare la vicinanza di altre realtà artistiche come l’Orchestra di Piazza Vittorio che tuttora non ha una sua sede”.
L’India, insomma, come una piazza d’arme, un laboratorio del sapere, una vetrina del passato e del futuro.

Antonio Calbi
Antonio Calbi

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Info

Le Fabbriche Mira Lanza si trovano nella zona Ostiense-Marconi, un frammento della vecchia città industriale ormai in continua trasformazione, e comprende una serie di stabilimenti dismessi (Italgas, Mira Lanza, Gazometro, Centrale Montemartini, mattatoio, ex mercati generali, ecc.). Nel 1899 la Società Colla & Concimi costruisce sulla riva destra del Tevere un primo edificio industriale per la lavorazione degli scarti del Mattatoio; nel 1918 la società Candele Steariche di Mira ampliò i magazzini. Al 1919 risale il primo progetto per un saponificio, poi solo parzialmente realizzato. Completano questo nucleo originario l’edificio “Livoli” e l’edificio ”Fore”. L’edificio Livoli è composto da due ambienti centrali illuminati da grandi lucernai per tutta la loro lunghezza ai quali sono affiancati, a destra e a sinistra, due corpi di fabbrica più alti. Al fondo dei quattro ambienti esiste un corpo di fabbrica in parte crollato a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il programma urbanistico del nuovo PRG di Roma prevede la creazione di una centralità urbana all’interno della zona Ostiense-Marconi, oggi non più periferica come una volta, ma ancora priva di servizi idonei. Seguendo questo orientamento, a partire dal 1999 le fabbriche Mira Lanza sono state riconvertite in una struttura decentrata del teatro di Roma, il Teatro India.

Opera dello studio Colombari – De Boni, questo teatro eredita dal passato industriale una continuità funzionale tra interno ed esterno: entrare ed uscire dalle grandi porte di legno senza superare scale o dislivelli rende questa struttura più simile ad una sequenza di piazze coperte che non ad un edificio pubblico. Grazie al grande cortile esterno ed alle sale interne, il complesso del Teatro India dispone di spazi duttili, in grado di ospitare qualsiasi evento in un’atmosfera suggestiva e originale, trasformandosi da fabbrica di saponi in un laboratorio di idee. “Un luogo segreto, misterioso, all’interno della città.” Così l’ha visto Mario Martone, primo direttore artistico del teatro, che ha scelto il nome “India” non soltanto in virtù dell’atmosfera inusuale ma anche per stabilire una continuità con il teatro Argentina.