A Taormina grandi artisti della pittura del ‘900 omaggiano PPP

A Taormina, all’interno del festival letterario “Taobuk”,  un percorso affascinante, tra una mostra e momenti di riflessione, per un omaggio alla sensibilità di Pasolini, artista “altro” cantore degli “altri”. Qui di seguito il comunicato diffuso dagli organizzatori. 

www.vivienna.it – 11 settembre 2015

Diverso, visionario, lungimirante. E per questo scomodo, Pier Paolo Pasolini: una spia dell’anima sempre accesa sulla società consumistica, propensa ad alzare barriere contro la diversità, ad appiattirsi in una tolleranza letargica, a diventare suddita del conformismo. In questa visione s’iscrive la commemorazione dell’intellettuale Pasolini proposta, nel quarantennale della morte, all’interno del festival letterario “Taobuk”, ideato e diretto a Taormina da Antonella Ferrara in collaborazione con Franco Di Mare.
L’edizione 2015 – il cui progetto è incentrato proprio sugli “ultimi muri”, ossia sui pregiudizi che scatenano conflitti sociali e civili – non poteva non rendere omaggio a Pasolini, alla lotta da lui condotta contro l’abbattimento di quegli ostacoli, fisici, ma soprattutto mentali, di cui la sua opera è imbevuta: regista e sceneggiatore, poeta e drammaturgo, una figura complessa, densa e precorritrice, le cui verità problematiche, spesso osteggiate, rivelarono nell’indagine sociale ed intellettuale una chiaroveggenza che ancora oggi sorprende e annichilisce. Quali furono, dunque, i muri contro cui si scontrò “PPP” fino alla tragica uccisione, attaccando il compiacente sentimento di indulgenza, finta e manieristica forma di millantata accoglienza di chi o cosa non rientra negli schemi? Quanti ghetti ideali permangono immutati? Non poteva che essere articolato, così come lo è la sua immagine che ancora oggi affascina e stupisce, il tributo a lui rivolto all’interno del vasto cartellone di Taobuk, che dedica una mostra di rilievo internazionale, una tavola rotonda con nomi di alto profilo e altre iniziative volte a regalare un ritratto inedito di quell’uomo “diverso” – non soltanto perché omosessuale – che scelse gli “altri”. Pasolini, infatti, attratto dalla sottocultura della capitale, con i suoi sobborghi affamati, andava nel mondo della gente normale, nel mondo delle bufere, nel mondo dove l’intelligenza conta poco, dove conta la violenza. E conterebbe ancor più sconfiggerla, farla svanire.Per un mese, dal 18 settembre al 18 ottobre sarà dunque possibile visitare Che cosa sono le nuvole?, una mostra multiforme che prende titolo dall’omonimo cortometraggio, episodio dei quattro appartenenti a Capriccio all’italiana (1968), opera cinematografica di un Pasolini “leggero”, ispirato dalla commozione. Se il corto presentava un’ambientazione surrealista basata sull’evasione dalla realtà, un oltrepassare i muri del tempo, le opere selezionate, realizzate da nove artisti di fama mondiale, si riconducono al concetto del “varcare la soglia” – sia essa di natura fisica, mentale, sociale o culturale – attraverso i propri strumenti.

"La zolfara" (1953) di Renato Guttuso
“La zolfara” (1953) di Renato Guttuso

La sede della mostra sarà il prestigioso Palazzo Corvaja, uno dei gioielli dell’architettura di Taormina e già sede del Parlamento Siciliano. Il percorso espositivo si articolerà in due sale e sarà arricchito da un allestimento multisensoriale volto ad esaltare l’importanza dei capolavori in mostra attraverso un coinvolgimento dello spettatore tutt’altro che tradizionale. Scorreranno così davanti agli occhi la poetica di René Magritte, l’onirico di Roberto Sebastian Matta, il “non luogo” di una Piazza d’Italia di Giorgio De Chirico (l’opera esposta è L’enigma di una giornata, 1914), la mutevole eccentricità di Mario Schifano, amico personale di Pasolini, l’elegante movimento della Tuffatrice di Peppino Mazzullo (in mostra anche un disegno originale della serie appartenente alla raccolta Dal diario di Pasolini, 1945/47), la Pace variabile di Piero Guccione, il magnetico Tano Festa, la dimensione spaziale di Lucio Fontana e la creatività di Renato Guttuso (di cui si potrà ammirare La Zolfara, 1953). Utilizzando lo sguardo del grande regista, si creerà una sinergia tra la sua evasione soggettiva individuale e quella degli autori prescelti, rappresentata attraverso le loro opere.
L’evento di caratura internazionale è stato organizzato dalla sezione Arti visive del Taormina International Book Festival–Taobuk, e curato da Giuseppe Morgana (da un’idea di Emanuela Ravidà) e dall’Associazione Culturale “Siddharte”, in collaborazione con la Soprintendenza BB. CC. AA. di Messina.
Vari, ancora, i momenti di riflessione sull’opera pasoliniana: di grande rilievo si annuncia in particolare la tavola rotonda dal titolo La verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni, espressione tratta dal film Il fiore delle Mille e una notte di Pasolini. Alle ore 18 del 24 settembre, presso la corte della Fondazione Mazzullo, si daranno infatti appuntamento alcuni tra i maggiori studiosi, amici e collaboratori dell’artista barbaramente assassinato nel 1975. È così che Walter Siti, Antonio Di Grado, Letizia Battaglia parleranno del valore dell’opera pasoliniana nel tempo e dell’eredità complessa che ci lascia. Modererà Fernando Gioviale.