A Ostia le misteriose apparizioni del busto di PPP, icona di legalità

Da qualche tempo Ostia è teatro della strana apparizione di un busto  che, in punti diversi della città,  riproduce con espressione severa il volto di Pasolini, che all’Idroscalo del litorale trovò una tragica morte nella notte tra il 1° e il 2 novembre di  41 anni fa. Un fatto  misterioso di incursione urbana i cui autori restano ignoti e sul quale sono fiorite sui social  interpretazioni a tambur battente, al punto da spronare anche il “Corriere della Sera”, nella sua edizione romana, a occuparsi del significato possibile di questo enigma metropolitano, che forse punta a investire il fantasma di Pasolini del crisma di icona corsara della legalità. (af)

Pasolini, il fantasma dello scrittore popola i palazzi di Ostia: «Io so»
di Valeria Costantini

http://roma.corriere.it/ – 9 dicembre 2016

Pier Paolo Pasolini torna a vegliare sulla sua Ostia. La guarda dall’alto, con un espressione un po’ corrucciata, quasi a rammentare guasti e peccati della città che lo ha visto morire 41 anni fa. È ormai un vero giallo quello del ritorno del poeta, sotto forma di statue che lo ritraggono, posizionate da ignoti sui palazzi del mare di Roma. Busti alti un metro, in materiale poliuretano, piuttosto pesanti e scolpiti con metodo. Appaiono e scompaiono rapidamente. Nel mese di novembre il “fantasma” dello scrittore – che all’Idroscalo di Ostia fu ucciso la notte del 2 novembre del 1975 – è improvvisamente comparso in due occasioni, destando grande curiosità tra i cittadini e scatenando dibattiti sui social: prima su una colonna situata all’ingresso della via del Mare, poi poco distante su un edificio in via Cardinal Ginnasi.

Ostia.Rimozione di un busto di Pasolini
Ostia.Rimozione di un busto di Pasolini

I vigili urbani, in entrambi gli episodi, hanno subito rimosso le istallazioni. Ma è la terza “apparizione” che ha fatto scattare persino le denunce. Nessuna rivendicazione finora da parte degli autori del gesto, nessuna firma, nessun messaggio chiaro. Le ipotesi si sprecano. Una provocazione o una trovata artistica, magari un simulacro a ricordare il regista e il suo omicidio ancora avvolto dal mistero. Forse un promemoria rivolto a chi lo scorso marzo ha devastato il parco a lui dedicato a Ostia: a firmare l’atto vandalico erano stati gli estremisti di destra del gruppo Militia. Oppure un messaggio dalla doppia lettura che si potrebbe ricavare dall’ultima “visita” di Pasolini sul mare della Capitale.
Questa volta l’artista si è infatti affacciato pochi giorni fa dall’ufficio Tecnico del Lido, storico edificio sul Lungomare Paolo Toscanelli, teatro dei loschi affari dei dirigenti del X Municipio, il luogo dove Aldo Papalini (ex direttore oggi a processo) “regalò” lo stabilimento Orsa Maggiore al boss Armando Spada. Si sporgeva dall’angolo dell’ultimo piano del palazzo, attualmente in ristrutturazione e quindi chiuso al pubblico: una location assai difficile da raggiungere.
Non è stato nemmeno semplice rimuovere la riproduzione, quasi incollata al pavimento. Ma è la scritta rinvenuta dalla polizia e incisa sulla base dell’effige, a rendere il mistero ancora più fitto. «Io so»: due parole che pesano e che Pasolini non utilizzò a caso in un’articolo-invettiva (che molti legano alla sua morte) pubblicato sul “Corriere della Sera” il 14 novembre del 1974. “«Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe”. Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974»: già dalle prime righe un’accusa ai vertici politici, Democrazia Cristiana in testa, di essere i reali mandanti delle stragi dell’epoca. Un messaggio nel segno della legalità per il Municipio sciolto per mafia? Oppure una minaccia con implicito accenno al marcio che deve ancora emergere? Dagli uffici diretti dalla commissione prefettizia di Ostia è comunque scattata la denuncia in Procura.
Nessun allarmismo, ma un esposto d’obbligo, vista l’incursione in un edificio pubblico dall’alto valore simbolico. L’intento è chiarire le motivazioni del “ritorno” dell’intellettuale. Sembra quasi che il poeta voglia avvertire di non abbassare la guardia. In un territorio come quello del litorale, dove la politica ha intrecciato legami con la malavita colpevole di aver inquinato la vita del Municipio, la ricerca della verità di Pasolini sembra essere ancora di grande ispirazione.