Non si contano le iniziative disseminate in Italia, da nord a sud, per ricordare Pasolini a 39 anni dalla scomparsa, più o meno a ridosso di quella data fatidica –nella notte tra il 1^ e il 2 novembre 1975- in cui il poeta reietto e ossesso fu travolto in “una disputa fondamentale col Padre, nel genere, ma cresciuto in ferocia e degradazione, della colluttazione di Giacobbe con l’angelo”, come scrisse Gianfranco Contini in una sua sofferta Testimonianza del 1980. Resta il fatto inconfutabile che, dopo e oltre quella atroce conclusione, ultimo atto di un persistente linciaggio in vita, Pasolini è più presente e vivo che mai e resta punto di riferimento imprescindibile e inossidabile anche per la contemporaneità. Naturalmente, al di là del consumo d’immagine e del vettore interessato delle mode strumentali che quella continua esposizione può trascinare con sé, ci sarebbe da interrogarsi seriamente sulle ragioni profonde della forza postuma di questa “fortuna”, che non accenna a smorzarsi, né per adesione emozionale, né per temperatura passionale, né per tensione intellettuale e critica. Segno dei nostri tempi evaporati e in cerca ansiosa di “maestri” sicuri? O non, piuttosto, effetto del pensiero e della genialità oggettivamente folgoranti e misteriosi di un autore “ classico” che tuttavia sfugge ad ogni tombale museificazione?
Di fatto, in mezzo a tanto vocìo, piace qui segnalare alcune iniziative che ricordano Pasolini nel raccoglimento e nella sobrietà. Sarà così al Giardino Letterario Pasolini di Ostia, dove il 2 novembre, alle 10, a cura del Centro Habitat Mediterraneo LIPU Ostia che gestisce lo spazio, dell’ente Parco Letterario Pier Paolo Pasolini e della Società Dante Alighieri, si terrà la consueta delicata commemorazione, con la presenza, tra gli altri, dello scultore Mario Rosati, cui si deve il monumento a Pasolini al Lido di Ostia, di Alessandro Polinori e Luca Demartini (responsabili Centro Habitat Mediterraneo LIPU Ostia), Stanislao de Marsanich (presidente Parchi letterari) e vari artisti, come Silvio Parrello e Massimo Mancini.
Sarà così anche in Friuli a Casarsa della Delizia, il piccolo paese contadino della madre Susanna Colussi e, per il piccolo Pier Paolo, un “luogo assoluto dell’universo”. Sempre il 2 novembre, alle ore 12, un gruppo di amici sinceri e discreti , coinvolti dall’Amministrazione comunale, con il sindaco Lavinia Clarotto, l’assessore alla cultura Francesco Colussi e i responsabili del Centro Studi Pasolini, si raccoglierà nel cimitero, dove il poeta è sepolto, per un momento silenzioso di riflessione. In linea, si direbbe, con la timida ritrosia di quel Friuli periferico così caro alla sensibilità del giovane poeta.
Piace infine aggiungere a questa piccola mappa, certo incompleta, un appuntamento bolognese. Lunedì 3 novembre, alle 17.30, al Teatro delle Moline, lo studioso e artista di teatro Franco Ricordi converserà con Roberto Chiesi della Cineteca di Bologna intorno a Pasolini filosofo della libertà, che è il titolo del suo ultimo saggio (Mimesis, 2013), da poco presentato anche al Piccolo di Milano. Un modo anche questo per continuare a riflettere senza grancasse intorno all’opera di Pasolini e a indagare la miniera inesauribile di spunti che egli ci ha lasciato in eredità, oltre i tormenti della sua biografia e l’insostenibilità di una morte assurda.