Il concerto, con cui il 1^ agosto 2015 Patti Smith ha chiuso a Villa Manin di Passariano di Codroipo (Udine) il tour italiano 2015 dedicato ai 40 anni dell’album Horses, è stato preceduto a sorpresa da una lunga visita ai luoghi friulani della Destra Tagliamento cari al giovane Pasolini, dal quale questa leggendaria cantante-poetessa newyorchese è affascinata da sempre. Insieme al sindaco e agli amministratori di Casarsa, ad accompagnare l’artista sono stati i responsabili di Villa Manin e del Centro Studi Pasolini che, in collaborazione con l’agenzia organizzatrice Azalea, hanno favorito il concerto e il suo preludio pasoliniano. Dello straordinaria occasione, che eccezionalmente ha unito Pasolini alla sacerdotessa riconosciuta del rock, dà conto la giornalista Anna Dazzan in un articolo che qui riproduciamo.
Patti Smith, ancora lei, sacerdotessa del rock
di Anna Dazzan
www.messaggeroveneto.gelocal.it – 2 agosto 2015
Può la poesia farsi rock? Può un messaggio di indipendenza passare attraverso le corde di una chitarra? Può, certo. Deve, anzi. Almeno per Patti Smith, la cantante icona della potenza del pensiero libero, che mai avrebbe scommesso sulla sua longevità artistica e che, invece, a quasi 70 anni gira ancora il mondo radunando un pubblico assetato della sua forza oggi, così come 40 anni fa. Già, proprio 40 anni sono passati da quando dalla sua inesauribile mente musicale e poetica è nato Horses, quell’album che proprio con questo tour la sacerdotessa del rock ha deciso di omaggiare. Insieme a suo figlio Jackson Smith e a Lenny Kaye alla chitarra, Jay Dee Daugherty alla batteria e il fedelissimo Tony Shanahan al basso, la Smith è infatti arrivata a Villa Manin, riempiendo in ogni ordine di posti il cortile d’onore, con un concerto dedicato principalmente al compleanno del suo album di debutto, un disco rivoluzionario per sonorità, ma anche per contenuti dei testi. Principalmente perché in questo concerto friulano, a presenziare tra le note dell’album d’esordio della Smith, è stata forte la figura di Pier Paolo Pasolini al quale ha dedicato Elegy accomunando il poeta a Jimi Hendrix, anch’egli tra i grandi scomparsi di 40 anni fa. L’aveva detto, la sacerdotessa, che questa sarebbe stata una serata dedicata a Pasolini, ma nessuno si aspettava che la dedizione della Smith nei confronti del poeta friulano si sarebbe spinta fino a portarla a visitare i luoghi più importanti della permanenza pasoliniana in regione. In giornata, infatti, la Smith è stata accompagnata dal Sovrintendente di Villa Manin Piero Colussi e dalla direttrice del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa Angela Felice prima sulla tomba dello scrittore dove ha deposto un mazzo di fiori.
In serata Patti Smith si è presentata ai duemila accorsi a Passariano per ascoltarla. «Thank you for waiting under the rain», dice accogliendo i tanti che l’hanno ascoltata sotto una pioggia scesa per lunga parte del concerto. Una naturalezza disarmante che le ha permesso di arrivare all’oggi senza aver perso un milligrammo di forza artistica e intellettuale, palese in ognuna delle sue canzoni. Una scaletta dedicata a Horses, dunque, che mantiene intatta l’originalità intellettiva e musicale di canzoni che, a distanza di quattro decenni, riescono ancora nell’impresa di toccare corde emotive profondissime. All’attacco di Gloria, canzone d’apertura, il pubblico già esulta emozionato. Patti Smith è sempre in grado di raggiungere luoghi profondissimi dell’animo umano.