www.huffingtonpost.it – 25 maggio 2015
Anche l’ultima inchiesta della procura di Roma sulla morte dello scrittore Pier Paolo Pasolini, ucciso all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre del 1975, è stata archiviata. A stabilirlo è stato il gip Maria Agrimi che ha recepito le conclusioni del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del pm Francesco Minisci. Secondo la procura, non è stato possibile dare una identità a quei cinque profili genetici riconducibili ad altrettanti soggetti probabilmente presenti sulla scena del crimine, oltre a Pino Pelosi, l’unico condannato per il delitto. Ad opporsi alla richiesta di archiviazione era stata la difesa di Guido Mazzon, cugino di Pasolini, ma il giudice non ha ravvisato nelle conclusioni della procura alcun motivo per disporre nuovi e ulteriori accertamenti.
“Non nascondiamo una evidente amarezza in relazione alle motivazioni addotte dal giudice a sostegno della propria ordinanza di archiviazione. Ancora una volta si è persa l’occasione per indagare sul vero movente di questo omicidio”, ha affermato l’avvocato che assiste il cugino di Pasolini, secondo cui “ancora adesso manca ancora il movente per l’omicidio”. Nell’atto di opposizione all’archiviazione, “avevamo fornito nuove piste investigative soprattutto in relazione ad evidenti incongruenze investigative dell’epoca, a collegamenti con la malavita comune romana e su cosa stesse lavorando Pasolini prima di morire”. Il legale ha quindi sottolineato che “ci auguriamo che tutto ciò non cada nel vuoto, continuando a ritenere necessario far piena luce su questo delitto e per tale motivo chiediamo l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta”.