“La sequenza del fiore di carta” a Francoforte

Mercoledì 18 dicembre, presso il Museo/Istituto del Film di Francoforte, il giovane studioso tedesco Toni Hildebrandt terrà una conferenza dal titolo “La sequenza del fiore di carta”. Il soggetto nel piano sequenza e l’allegoria della innocenza politica. L’incontro fa parte del ciclo di 14 appuntamenti che, con il coinvolgimento progettuale di vari Istituti culturali e cinematografici tedeschi, intendono approfondire la “rivoluzione” formale e contenutistica dell’impegno filmico di Pasolini e che, già iniziati il 30 ottobre, si concluderanno il 9 luglio 2015.
Nel caso dell’intervento di Hildebrandt sarà analizzato  il cortometraggio La sequenza del fiore di carta, un episodio di appena 10’ e 28’’ che Pasolini girò in un intervallo delle riprese di Che cosa sono le nuvole? (1968) e che fu il suo contributo alla pellicola collettiva Amore e rabbia (1969)  accanto ai capitoli firmati da Carlo Lizzani  con L’indifferenza, Bernardo Bertolucci con Agonia, Jean-Luc Godard con L’amore, Marco Bellocchio con Discutiamo, discutiamo). Tutti quei maestri della regia d’autore erano stati invitati a tradurre in visione alcuni episodi del Vangelo, tanto è vero che il film si doveva chiamare inizialmente Vangelo 70. Quanto a Pasolini, egli  si focalizzò sull’episodio evangelico del “fico innocente”,  in cui  Cristo, volendo cogliere dei fichi, maledice l’albero che, per la precoce stagione primaverile, non ha ancora frutti maturi.  L’enigmatica parabola, dal complesso significato,  si riallaccia al concetto della “colpevolezza dell’innocenza” affrontata nella tragedia Edipo re  e qui incarnata dal personaggio di Riccetto/Ninetto Davoli.
Riccetto, inconsapevole e spensierato protagonista del film, balla infatti in mezzo alla strada al suono del twist portando con sé un grande fiore di carta, simbolo d’innocenza e gioia di vivere, ma anche dell’estraneità agli accadimenti della storia. Per questo motivo Dio lo punisce con la morte: quando Riccetto, colpito dalla maledizione di Dio, si riversa al suolo, sul suo corpo immobile scorrono le feroci immagini della guerra del Vietnam e dei Lager nazisti.
L’obiettivo di Hildebrandt è dunque mettere in collegamento  questo piccolo e poco noto gioiello pasoliniano non solo con il saggio Osservazioni sul piano sequenza, che il teorico Pasolini scrisse nel 1967 (poi in Empirismo eretico, 1972), ma anche con il capolavoro del Vangelo secondo Matteo del 1964, richiamato in filigrana.  Un contributo interpretativo originale, della cui segnalazione la redazione del blog ringrazia l’autore e che, inoltre, testimonia la persistenza dell’interesse critico di cui la figura di Pasolini gode in Germania, con particolare riferimento al settore della sua cinematografia.

Per informazioni, www.pier-paolo-pasolini.de/18122014.html

Ninetto Davoli in "La sequenza del fiore di carta" (1969)
Ninetto Davoli in “La sequenza del fiore di carta” (1969)

[info_box title=”Toni Hildebrandt ” image=”” animate=””]nato nel 1984 a Chemnitz in Germania, vive e lavora a Basilea. Ha studiato storia dell’arte, musicologia, filosofia e letteratura romanza rispettivamente alla Friedrich-Schiller-Universität di Jena, alla Hochschule für Musik di Weimar, all’Università degli Studi di Roma La Sapienza e all’Istituto Italiano per gli studi filosofici a Napoli. Sta proseguendo un PhD all’Università di Basilea dopo un programma di dottorato a cura delle Università di Bonn, Firenze e Paris-Sorbonne. Dal 2010 al 2013 è stato ricercatore all’Università di Basilea, all’interno del Polo di ricerca nazionale eikones – Bildkritik. A Roma, Hildebrandt porta avanti lo studio del documentario in forma di appello all’UNESCO Le Mura Di Sana’a di Pier Paolo Pasolini.[/info_box]