A Milano il “Calderón” di PPP nella versione di Francesco Saponaro

Un nuovo allestimento per la tragedia in versi di Pasolini Calderón, già oggetto di grande fortuna scenica nel 1977-78 e nel 1980, quando il testo fu  allestito rispettivamente da Luca Ronconi e Giorgio Pressburger. Un testo complesso, labirintico, vertiginoso su cui ora si cimenta, per Teatri Uniti, il regista Francesco Saponaro, artefice di una messinscena che si avvale anche di un personale pastiche linguistico di rimando mediterraneo.
Qui di seguito alcuni appunti stesi da Christian Pedrazzini per la rappresentazione del lavoro in programma al Piccolo di Milano a partire dal 9 febbraio 2016.

Calderón castigliano-partenopeo: Pasolini per il teatro
di Christian Pedrazzini

www.spettacolinews.it – gennaio 2016

Il castigliano incrocia il dialetto partenopeo nel Calderón di Pier Paolo Pasolini che arriva al  Piccolo Teatro Studio, dal 9 al 21 febbraio, con la regia di Francesco Saponaro, spettacolo prodotto da Teatri Uniti, in collaborazione con l’Università della Calabria. Il dramma di Pasolini, idealmente ispirato a La vida es sueño di Calderón de la Barca, ambienta l’azione in Spagna, ai tempi del franchismo, in tre contesti sociali diversi – aristocratico, proletario, medioborghese – e mette in scena il tema dell’impossibilità di evadere dall’universo costrittivo della propria condizione sociale.
“La grande forza intellettuale di Pasolini – spiega il regista Francesco Saponaro – è quella di avere riferimenti altissimi ed essere, allo stesso tempo, uno spirito innamorato della vitalità, anche plebea, della sua forza pulsionale. Lavorare sul Calderón è una sfida, innanzitutto per la complessità del testo di Pasolini (…). Un dramma pervaso dal rapporto feroce tra individuo e potere, dal dubbio e dallo smarrimento, in una costante alternanza fra realtà e allucinazione”. A fare da sfondo alla vicenda è il capolavoro Las Meninas di Velázquez, dipinto prepotente e ambiguo, che rimanda al profondo rapporto dell’autore con le arti figurative.
“Un copione sovversivo – aggiunge Saponaro – perché accompagna le regole del teatro convenzionale borghese, che negli anni ’60 andava per la maggiore, con un intreccio e una complessità linguistica che attraversano molteplici fenomeni, chiaramente derivati dalla sua esperienza intellettuale. Dalla pittura alla psicoanalisi, il sogno come “viaggio persecutorio” che trasporta il personaggio di Rosaura, dapprima ricca aristocratica, poi prostituta, infine piccolo borghese, attraverso identità e contesti sociali diversi. È questa stratificazione e moltiplicazione dei segni – che continua ad attraversare il mio lavoro con Teatri Uniti – ad affascinarmi, perché ci obbliga al dialogo con linguaggi espressivi differenti di cui è carica l’intera poetica di Pasolini e indirizza la messa in scena, fino alla vertigine del flamenco come danza di libertà, sul versante del rapporto serrato tra cinema e teatro, già dalla scelta degli interpreti”.
Dopo la felice esperienza del 2014 con Dolore sotto chiave di Eduardo De Filippo, l’allestimento di Calderón di Pasolini è frutto di un nuovo progetto di residenza creativa al quale ha partecipato attivamente un gruppo di studenti dell’Università della Calabria, partner ormai consolidato dell’attività di Teatri Uniti, dai tempi del primo laboratorio drammaturgico condotto nel 2007 da Francesco Saponaro per la creazione di Chiòve di Pau Mirò, nella traduzione napoletana di Enrico Ianniello, fino alla realizzazione al Teatro Unical della versione filmata diretta da Massimiliano Pacifico di Toni Servillo legge Napoli, recentemente trasmessa da Rai5.

"Calderòn" di Pasolini nella versione di Ronconi a Prato (1978)
“Calderòn” di Pasolini nella versione di Ronconi a Prato (1978)

[idea]Lo spettacolo. Scheda[/idea]
Calderón
di Pier Paolo Pasolini
regia Francesco Saponaro
scene Lino Fiorito
costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini

con
Maria Laila Fernandez                       Rosaura
Clio Cipolletta                                      Stella, Suora, Carmen, Agostina
Andrea Renzi                                       Sigismondo, Basilio
Francesco Maria Cordella                 Manuel, Prete
Luigi Bignone                                      Pablo, Enrique
e la partecipazione filmata di
Anna Bonaiuto                                    Doña Lupe, Doña Astrea

direzione tecnica Lello Becchimanzi
videoproiezioni Mauro Penna
assistenti alla regia Giovanni Merano, Luca Taiuti
assistente ai costumi Francesca Apostolico
sarta Anna Russo

produzione Teatri Uniti in collaborazione con Università della Calabria

Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6 – M2 Lanza)
dal 9 al 21 febbraio 2016