È stato consegnato il 29 maggio 2015 il Nastro alla carriera a Ninetto Davoli, attore feticcio di Pier Paolo Pasolini, ma anche interprete teatrale, televisivo e cinematografico che ha vissuto il clima culturale italiano dagli anni ’60 fino ad oggi. Il premio gli è stato assegnato in occasione dell’annuncio delle candidature dei Nastri d’Argento che verranno consegnati a Taormina il 27 giugno. Grande giorno questo per Ninetto Davoli che per la prima volta ha ricevuto un riconoscimento per il suo lavoro, mentre ora sta preparando lo spettacolo Il Vantone, sulla traduzione di Pasolini dal Miles gloriosus di Plauto (a Spoleto il 27 e 28 giugno, poi in tournée).
La sua carriera inizia con l’incontro fortuito proprio con Pasolini che gli affida un ruolo da comparsa nel film Il Vangelo secondo Matteo nel 1964, e in seguito lo scrittura come protagonista al fianco di Totò in Uccellacci e Uccellini. Il loro rapporto sarà non solo professionale (gireranno insieme una decina di film), ma anche di profonda amicizia che si concluderà solo con la morte del grande intellettuale e regista nel novembre del ’75. Nella scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, l’attore ha presentato l’ultimo film di Abel Ferrara, Pasolini, nel quale ha recitato nella parte di un “immaginario” Eduardo De Filippo, di fianco a Willem Dafoe e Riccardo Scamarcio.
“Ma chi ne sapeva niente di cinema prima di Pasolini? – dichiara con la consueta simpatia spontanea in un’intervista a Maria Pia Fusco per “Repubblica” (30 maggio 2015)- Per me è stata una manna caduta dal cielo. Pasolini l’ho conosciuto nel ’63 mentre girava La ricotta. Stavo con amici, vediamo tutta ‘sta gente e ci avviciniamo. Guarda caso, c’era mio fratello che faceva l’attrezzista, mi chiama, vieni ti presento il regista. Questo è Ninetto, questo è Pasolini. Mi guardò con un sorriso molto bello e mi fece una carezza sulla testa. Poi mi chiamò per Il Vangelo. Io ero proprio un ragazzino, tanto che, quando mi parlò di Uccellacci e uccellini e disse che c’era Totò, io gli chiesi “Ma chi? Quello del cinema?”. Sono stato davvero fortunato, ho cominciato alla grande. Io allora lavoravo in falegnameria, lucidavo i mobili. Quando ho cominciato con i film, ogni tanto mi assentavo, finché il padrone si è stufato. “Ah Ninè, non venire più a lavorà qui””.