Incontro d’eccezione, venerdì 30 settembre 2016, alle ore 18.00, al Centro Studi Pasolini di Casarsa per la chiusura della fortunata mostra “Il Pasolini di Toffolo. Da Casarsa a Casarsa”, che ha attirato tutta l’estate un pubblico numeroso di appassionati intorno alle 119 opere originali di Davide Toffolo, musicista, di recente finalista al Premio Tenco 2016, e talento pordenonese della graphic novel.
Accanto all’autore Toffolo, reduce dal successo della performance musicale per Pnlegge 2016, sarà presente anche un ospite prezioso, Mario Bernardo, classe 1919, cineasta, fotografo e docente presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ha insegnato per 25 anni tecniche di ripresa cinematografica. Ha collaborato, come direttore della fotografia, con numerosi registi e, tra essi, anche Pasolini, per il quale ha firmato le immagini della parte di Comizi d’amore girata nel Sud Italia e poi del film Uccellacci e uccellini. Esperienze indimenticabili che Bernardo, dall’alto di una memoria lucidissima e di una invidiabile verve, ha raccolto di recente nel bel libro di ricordi Girare con Pasolini (Mergozzo ed.) in cui, sullo sfondo di un’Italia povera e bella, spicca il ritratto originale di Pasolini, guardato dal suo “fotografo”, anche a tanti anni di distanza, con indipendenza di giudizio, tra stupore e ammirazione.
Per il finissage della mostra, avverrà dunque una sorta di scambio di esperienze, non solo generazionali, tra Toffolo e Bernardo, che nella sua vita leggendaria fu anche partigiano garibaldino con il nome di “Radiosa Aurora”. Entrambi spiriti liberi e avventurosi, hanno in comune anche il motivo del viaggio in compagnia del poeta friulano: sul piano dell’immaginazione sulle tracce di un fantasma, nel caso di Toffolo, che dal suo itinerario personale di ricerca del poeta scomparso ha ricavato le tavole confluite nel libro Pasolini, riedito da Rizzoli, e appunto esposte a Casa Colussi; sul piano della realtà, nel caso di Bernardo, che invece viaggiò veramente con il cineasta, condivise con lui vari momenti di vita di lavoro e quotidiana o ne osservò i silenzi in auto, quando Pasolini sfrecciava sulle strade italiane, da una location all’altra, con guida spericolata e con il piede pigiato sull’acceleratore.