Per la cura del Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna, con la “Società di lettura” della città, mercoledì 11 febbraio 2015, alle ore 17.30, presso la prestigiosa Sala dello Stabat Mater della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio (piazza Galbani 1), si terrà l’incontro La scomparsa delle lucciole, con la partecipazione degli studiosi Marco Antonio Bazzocchi, Ignazio Masulli e Roberto Chiesi, che coordinerà la conversazione.
L’occasione è fornita dalla presentazione del saggio Pasolini. L’insensata modernità (Jaca Book 2014), il cui l’autore Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma (presente all’incontro), si confronta con il Pasolini critico dello sviluppo senza progresso e con le sue intuizioni sugli esiti, non solo economici, del consumismo neocapitalistico e sulla mercificazione conseguente della stessa vita umana, ridotta alla sola dimensione di oggetto e prodotto col codice a barre.
Qui di seguito una riflessione di Piero Bevilacqua, a corredo dell’incontro.
Pasolini. L’insensata modernità
di Piero Bevilacqua
Pasolini impegna la sua disperata passione nell’analisi della situazione italiana. E tale delimitazione e specificazione costituisce uno degli aspetti di originalità del suo pensiero e della sua avventura intellettuale. Beninteso, anche restando chiuso nei confini della società italiana, lo scrittore bolognese coglie con una anticipazione che ancora sorprende fenomeni universali, che solo da poco tempo grandi analisti come Zygmunt Bauman o lo stesso Latouche hanno sviluppato con ampiezza e sistematicità analitica. Come quando si sofferma sul legame tra i consumi e la vita degli individui. I contadini, egli ricordava, erano “consumatori di beni estremamente necessari. Ed era questo, forse, che rendeva estremamente necessaria la loro povera e precaria vita. Mentre è chiaro che i beni superflui rendono superflua la vita”. Folgorante intuizione. La svalutazione delle cose, frutto del lavoro umano, trascina anche gli uomini nell’irrilevanza. Ma solo ora appare evidente che il consumismo dissipativo, l’obsolescenza programmata delle merci, la sagra del superfluo e la sua rapida trasformazione in rifiuto investono anche la vita umana e il suo valore, la trasformano in un prodotto come un altro, intercambiabile, soggetto a rapida usura.
[info_box title=”Piero Bevilacqua” image=”” animate=””]Ordinario di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, ha fondato con altri e diretto la rivista «Meridiana», si è occupato di storia del Mezzogiorno (Breve storia dell’Italia meridionale, Donzelli 1993); di storia dell’ambiente (Venezia e le acque, Donzelli 1998); di storiografia (Sull’utilità della storia, Donzelli 1997); di saggistica teorico-politica (Miseria dello sviluppo, 2008, Il grande saccheggio, 2011, Elogio della radicalità, 2012, tutti presso Laterza).[/info_box]