Sullo scaffale. “Tracce vive”. PPP e altre “vite diverse”. Un saggio di Mattia Morretta

Giovedì 16 giugno 2016, alle ore 18.30, presso la Libreria Linea d’Ombra di Milano, sarà presentato il saggio Tracce vive. Restauri di vite diverse, pubblicato nel 2016 per i tipi dell’editore Viator. Ne è autore Mattia Morretta, psichiatra e sessuologo di impronta umanistica e di forte impegno sociale, che nel suo nuovo lavoro, attento al significato esemplare di sette artisti segnati dal tormento  della diversità, dedica un capitolo anche a Pasolini e all’attenzione, imperitura, di cui continua ad essere oggetto. Qui di seguito la segnalazione che ci ha inviato Daniela Tuscano, insegnante di lettere e scrittrice, che dialogherà con l’autore in occasione della presentazione, e la recensione stesa da Marco  del gruppo Kairos.

“Tracce vive. Restauri di vite diverse”,  di Mattia Morretta

“… Sapeva quella sera che non sarebbe tornato a casa e non avrebbe rivisto il giorno? Cosa ha pensato in quegli istanti in cui si è sentito perduto? (…) Per Pasolini si è assistito a una sorta di sciacallaggio post mortem, ciascuno ha preso o prende i brandelli che vuole tralasciando il resto. Per un soggetto simile l’eterno riposo è impronunciabile, non c’è pace neppure dopo la morte, ma più che in vita di certo. Non v’è dubbio che la fine precoce o anticipata di un artista cambi la storia dell’arte, perché lo spirito di innovazione di cui è portatore si indebolisce o cessa. Cosa resta di una figura storica e culturale del suo livello? Cosa ha da dire, cosa comunica anche a distanza di decenni?”.
Da Ludwig di Baviera a Pier Paolo Pasolini: ritratti dal vero di sette figure di artisti e scrittori vissuti nei secoli XIX e XX, quattro stranieri e tre italiani, alcuni noti altri pressoché sconosciuti, a partire da esperienze di viaggio in luoghi che conservano l’impronta del loro passaggio. Storie e personalità singolari accomunate dal filo rosso della diversità sessuale.

"Tracce vive. Restauri di vite diverse" di Mattia Morretta. Copertina
“Tracce vive. Restauri di vite diverse” di Mattia Morretta. Copertina

“Tracce vive”. Sfogliando vite diverse
recensione di Marco del gruppo Kairos

 https://kairosfirenze.wordpress.com  – giugno 2016

Il restauratore ripristina l’originale vivacità di un’opera umana logorata dal passaggio del tempo. Ha la missione di rinvigorire le fugaci memorie tracciate da persone che ci hanno preceduto, ormai riassorbite dal calore della terra … ridotte (per chi ci crede) in sola anima, oppure (per chi non ci crede) in qualche molecola disgregata. È un compito importante, questo, perché ciò che non è restaurato abbandona progressivamente il presente verso un passato sempre più remoto, fino alla dimenticanza. Nel mondo della cultura l’oblio è un peccato di omissione che intralcia, frena, blocca lo spirito umano … lo fa regredire, perciò è necessaria l’attività del restauratore.
A questo lavoro (o almeno con questa intenzione) si è dedicato Mattia Morretta nel suo libro Tracce vive. Restauri di vite diverse. Una raccolta di sette biografie d’intellettuali e artisti omosessuali (sei uomini e una donna) a cavallo tra il XIX e il XX secolo (Elisàr von Kupffer, Lucio Piccolo, Samuel Butler, il re Ludwig, Marguerite Yourcenar, Germano Silva, Pier Paolo Pasolini).
La diversità, cui si riferisce il sottotitolo, non è tanto la distinzione (tra i sette) quanto un vissuto a loro comune. Infatti, proprio per la loro omosessualità sperimentano la solitudine e l’emarginazione da i più (scoglio che ogni minoranza deve affrontare). Questo isolamento, che li rende diversi, è accidentalmente il luogo di un fermento culturale, che ha partorito molte opere.
La diversità, perciò, si trasforma da mero stigma a indicatore di un’unicità originale di queste vite, fuori dal comune. Nonostante l’impressione di morbosità di qualcuno di questi dotti (ad esempio Lucio Piccolo), si ha la percezione di trovarsi a confronto con omosessuali, eroi della cultura.
Questo libro ci ricorda che lo spirito umano riposa sui frutti di vite scomode, non ordinarie, che dovremmo saper apprezzare avendo solo la convinzione di condividerne l’umanità.
Al lettore rimarrà da risolvere alcune questioni. Se effettivamente una cultura disadattata, un po’ narcisistica possa generare eroi e quindi influire sulla società, sulla politica, oppure rimanga erudizione fine a sé, inutile, e se presentare questi modelli sia un modo per bacchettare i gay di oggi, meno diversi e più conformi a stereotipi.

[info_box title=”Mattia Morretta” image=”” animate=””]psichiatra e sessuologo con vocazione umanistica, ha affiancato all’attività in campo sanitario l’impegno sociale promuovendo iniziative pionieristiche di sostegno e di elaborazione culturale sui temi dell’Aids e dell’identità omosessuale. Tra i suoi scritti, Il percorso del morire (1995), Sessualità e Aids (1995), Legami a rischio (2000), Che colpa abbiamo noi (2013).[/info_box]