Sullo scaffale. “P.P.Pasolini, poeta in-civile” di Emiliano Ventura

È fresco di stampa per i tipi del ‘seme bianco’ (Roma) il saggio P.P.Pasolini, poeta in-civile. Ne è autore il giovane ricercatore, ora dottorando in filosofia presso la Pontificia Università Lateranense, Emiliano Ventura, che ringraziamo per la segnalazione. Qui di seguito la sinossi che esplicita le intenzioni del lavoro, orientato a interpretare l’irriducibile posizione di alterità e non-conformismo che connota l’opera e la figura di Pasolini.

“P.P.Pasolini, poeta in-civile”
di Emiliano Ventura
il seme bianco editore, Roma, 2017

"P.P.Pasolini, poeta in-civile" di Emiliano Ventura. Copertina
“P.P.Pasolini, poeta in-civile” di Emiliano Ventura. Copertina

Pasolini è un’anomalia, non è assimilabile, si avvicina e si allontana da ogni inquadramento ideologico; si avvicina al comunismo ma se ne distanzia (lo cacciano), si avvicina al cristianesimo ma non si uniforma all’ortodossia, la sua è una contestazione vivente allo Stato (alla democrazia che segue al fascismo) e alla classe della borghesia a cui appartiene.
Nell’alveo della filosofia gli è stato affiancato il mito di Socrate, condannato esemplare dalla sua polis; come il filosofo ateniese anche il poeta è condannato dalla città e per questo diviene in-civile. Da questo transito, da civile a in-civile, nasce la considerazione e l’accostamento con il cinico Diogene. Pasolini è in agone, in conflitto con la sua società, diviene il corsaro che conosciamo.  Se Montale è il poeta che ha saputo essere in “accordo” con il suo tempo e con le istituzioni, Pasolini, al contrario, rappresenta la tipologia che ne attesta il “disaccordo”; è il supremo “agonista”, come lo definisce Mario Luzi.
La morte violenta di Pasolini è stato un trauma per la poesia italiana, come la morte di Socrate per la filosofia, esattamente come la morte di Aldo Moro è stato uno shock per la politica.

[info_box title=”Emiliano Ventura” image=”” animate=””]dopo una laurea in Lettere e una in Filosofa (Tor Vergata), sta conseguendo il Dottorato di Ricerca in Filosofia (bioetica) presso la Pontificia Università Lateranense. È stato responsabile scientifico della Fondazione Mario Luzi e dell’omonimo Premio.
Sul filosofo Giordano Bruno ha pubblicato il saggio Giordano Bruno. La divina eresia (2009) e Giordano Bruno. Una volgare filosofia, Arbor Sapientiae (2016). Sul poeta Mario Luzi ha scritto Mario Luzi. La poesia in teatro (2010) e ha curato l’inedito Mario Luzi. Seminario sul teatro (2012). È uno degli autori di Montale. Luzi. Pasolini. Questo nostro Novecento (2013) e di Elio Fiore. Mario Luzi. Le allucinate verità, Fondazione Mario Luzi (2016) e Mario Luzi. Un poeta pensatore (2016). Per le edizioni Arbor Sapientiae ha pubblicato il testo I Templari, storia di complotti, errori e terrorismo (2014), La via della spada. Honjo Masamune Excalibur (2015); è uno dei curatori di Sergio Corazzini. Tutte le poesie (Arbor Sapientiae e Fondazione Mario Luzi Editore).
È autore dei dieci numeri della collana “Il teatro della salute” per le edizioni Ministero della Salute con il quale collabora da anni. È stato uno dei responsabili dell’omonimo progetto ministeriale per le scuole elementari. Suoi saggi di critica letteraria e di filosofia sono pubblicati da “Rivista di Studi Italiani. È autore di commedie teatrali rappresentate a Napoli al Teatro Totò. Si occupa di comunicazione e formazione: attualmente i suoi studi si concentrano sulla bioetica, il concetto di salute e i comitati bioetici.[/info_box]