Il giornalista e fotoreporter Giovanni Currado racconta come ha trovato le fotografie inedite di Pasolini esposte nella mostra I tanti Pasolini, di cui è curatore e che è stata inaugurata a Roma venerdì 25 settembre 2015 alle ore 18 da Filippo La Porta presso la Libreria Nuova Europa I Granai. L’iniziativa ha aperto la ricca manifestazione conPasolini. Dieci giorni per scoprire una vita, un progetto di Roberto Ippolito in ricordo del “poeta delle ceneri” organizzato dalla Libreria Nuova Europa I Granai di Roma.
Oggi vi raccontiamo una storia
di Giovanni Currado
www.hounlibrointesta.it – 21 settembre 2015
Era l’autunno del 2013, stavo spostando alcuni vecchi cassetti dell’Archivio Riccardi per far spazio al nuovo server. All’interno c’erano migliaia di immagini di alcuni dei più noti film della cinematografia italiana degli anni ’60. Uno di questi cassetti era dedicato a Il bell’Antonio di Mauro Bolognini, per il quale Pier Paolo Pasolini scrisse la sceneggiatura iniziale.
Gettai l’occhio su una bustina trasparente, ricoperta da abbastanza polvere da farmi pensare che fosse caduta dalla sua posizione originale e che stesse lì, alla base dello schedario, chissà da quanti anni. Attraversai le stanze dell’Archivio, andai nel mio ufficio e accesi il visore luminoso per “leggere” i negativi, quando mi accorsi di avere per le mani una delle fotografie più belle e sorprendenti che potessi immaginare. I negativi raffiguravano un Pier Paolo Pasolini inedito: non si trovava rilassato in una delle classiche situazioni che tutti noi abbiamo imparato a conoscere, dall’espressione seria in compagnia della madre o rilassata con l’amico Moravia.
In quelle fotografie interpretava Leandro, detto “er monco”, brandiva una pistola in mano e si apprestava a morire sul set, sotto i colpi di Alvaro Cosenza, nella scena che precede il finale del film di Lizzani Il gobbo del 1960. Alvaro/Gérard Blain, il gobbo, spara; Leandro/Pasolini muore cadendo all’indietro; Carlo Riccardi scatta, scatta, scatta: tre fotografie della caduta. Angolazione diversa rispetto a quella scelta da Lizzani. Nell’ultimo negativo della serie, Pasolini non si vede più, è ormai quasi completamente ricoperto dalla polvere che si è alzata durante la caduta. Immagini inedite. Ero il primo e l’unico ad averle viste 50 anni dopo che il Maestro Riccardi le aveva scattate. Un privilegio durato pochi secondi, il tempo di arrivare nell’ufficio accanto, dove Maurizio Riccardi, il direttore dell’Archivio e figlio del Maestro, mi aspettava con il visore luminoso già acceso, in allerta per via della mia esclamazione, curioso di capirne il motivo e pronto a ripeterla qualche istante dopo.
Iniziammo così a cercare il volto di Pasolini tra le migliaia di negativi dell’Archivio e ci sorprendemmo a ritrovarlo nelle situazioni e pose più varie: al Premio Strega ora in veste di candidato ora di Amico della domenica, in tribunale accusato di vilipendio alla Religione di Stato per il film La Ricotta, al Premio Viareggio con Ungaretti, all’aeroporto con Maria Callas.
Un lavoro di ricerca e di restauro che è durato sino a oggi, e grazie al quale hanno preso forma la mostra fotografica, dal titolo I tanti Pasolini, e il libro omonimo.(…) Il libro raccoglie alcune fra le fotografie più belle scelte dall’Archivio Riccardi insieme alle testimonianze di personaggi del panorama culturale attuale, di chi conobbe Pier Paolo Pasolini, di chi lo studiò e anche di chi, come me, quel giorno del 2 novembre 1975 non era ancora nato.
Ora, rileggendo il libro I tanti Pasolini, sembra quasi di ritrovarci al cinema insieme a Filippo La Porta e di sentire la voce di Pasolini spiegare il film di Carmelo Bene a Ninetto Davoli, oppure di ritrovarci nella stessa stanza dove il regista svelava a un incredulo Davoli che avrebbe recitato con Totò nel suo prossimo film. Emerge chiara la grandezza del personaggio, quando Gianni Berengo Gardin lo descrive accanto alla foto della sua “umile tomba”, e la commozione di Manolo Bolognini quando racconta che mandato a stuzzicare Pasolini per avere almeno un pezzo di una sceneggiatura affidatagli pochi giorni prima, lui lo sorprese dicendogli che era praticamente pronta.
Siamo solo all’inizio di questo lungo lavoro di ricerca, ancora ci sarebbe tanto da scrivere, raccontare e farsi raccontare. La nostra speranza è quella di riuscire presto a rendere pubblico buona parte del tesoro contenuto all’interno dell’Archivio Riccardi, ancora quasi del tutto inedito, e rendere omaggio a colui che più ha contribuito alla sua realizzazione e conservazione: Carlo Riccardi. Intanto lui, con i suoi quasi 90 anni, continua a gironzolare tra le stanze dell’Archivio, maneggiare vecchi negativi e scattare e archiviare senza soste le nuove fotografie che saranno il nostro patrimonio artistico e popolare di domani.
Info
Per maggiori informazioni sulla mostra I tanti Pasolini e sulla manifestazione conPasolini www.facebook.com/conPasolini.
[info_box title=”Giovanni Currado” image=”” animate=””]svolge la professione di fotoreporter freelance e giornalista per l’agenzia di stampa nazionale Agr s.r.l. È responsabile editoriale dell’Archivio fotografico Riccardi e direttore editoriale della collana “I fotografici” della casa editrice Armando. Realizza e cura mostre fotografiche dedicate a personaggi famosi della cinematografia e dell’ambito letterario italiano.
Archivio Riccardi: www.archivioriccardi.it.[/info_box]