Venerdì 2 novembre, giorno in cui ricorre il 43° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, a Casarsa, nella città in cui è più vivo il dolore per un vuoto che sarà sempre impossibile colmare, si rinnova alle 12.00 l’ appuntamento in cimitero, davanti alla lastra spartana che custodisce le spoglie di Pasolini, accanto a quelle dell’amata madre Susanna, poco più in là del fratello Guido, ucciso a Porzùs, e del padre Carlo Alberto. L’amministrazione comunale e il Centro Studi Pasolini invitano tutta la popolazione per un momento di silenziosa commemorazione, con la deposizione di un mazzo di fiori sulla tomba. Una cerimonia breve, senza clamori, che ha sempre il valore della testimonianza riconoscente, la stessa che spinge tutto l’anno tanti visitatori da tutto il mondo a recarsi a Casarsa per lasciare sulla tomba di Pier Paolo una rosa rossa, un biglietto, un sassolino.
Intanto, nel Centro Studi Pier Paolo Pasolini, c’è stata una doppia inaugurazione: quella della mostra “Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini nelle fotografie di Divo Cavicchioli e Angelo Novi”, che rimarrà aperta fino al 24 febbraio 2019 e il “taglio del nastro” del nuovo ingresso – con gli interventi di Tiziana Gibelli, assessora regionale alla cultura, Lavinia Clarotto, sindaca di Casarsa e il presidente del Centro Studi Piero Colussi – dopo i lavori di “restyling”, a seguito dei quali a casa Colussi oggi è possibile un’ottimale accoglienza dei tanti visitatori, lavori che saranno presto completati dalla realizzazione di un bookshop.
La mostra, curata da Antonio Maraldi (Centro Cinema Città di Cesena) e Luciano De Giusti (Università degli Studi di Trieste), corredata da un catalogo, organizzata con il sostegno della Regione e del Comune di Casarsa, si può visitare dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, al sabato e nei giorni festivi anche dalle 10.30 alle 12.30, con ingresso libero. Gli scatti portano sul set del celebre film diretto nel 1962 da Pasolini e interpretato da una superba Anna Magnani. Le 62 foto, suddivise in sei sezioni e accompagnate da didascalie che documentano tutti i luoghi un cui sono ambientate, sono state selezionate a partire da un fondo di ben 1.330 negativi dell’archivio Cavicchioli conservati nel Centro Cinema Città di Cesena, e l’eccezionalità dell’esposizione di Casarsa risiede nel fatto che alcune delle fotografie si vedono per la prima volta.