Pasolini. La scheda della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Dal sito della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma riprendiamo la voce sintetica dedicata a Pier Paolo Pasolini, di cui nell’importante archivio capitolino sono conservate alcune carte autografe. La pagina, creata il 21 gennaio 2015, ha conosciuto un’ultima modifica  il 14 giugno 2017.

Pier Paolo Pasolini. Una scheda

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Pasolini e Elsa Morante
Adriana Asti, Pasolini e Elsa Morante

Partecipe del clima sperimentale ma lontano dalle tensioni avanguardistiche, Pier Paolo Pasolini attraverso la sua scrittura vuole confrontarsi di continuo con il mondo e le sue trasformazioni, un confronto e un intervento attivi nella società che avvengono ogni volta con strumenti e forme linguistiche diverse. Se con la raccolta d’esordio del 1942, Poesie a Casarsa, rifusa con altri testi ne La meglio gioventù del 1954 – nel 1975 uscirà La nuova gioventù -, scopre nel dialetto friulano una lingua assoluta, incontaminata, con i poemetti del 1957 Le ceneri di Gramsci sceglie una lingua ibrida, tramite la quale riflette sulle contraddizioni della società italiana. Con i romanzi Ragazzi di vita del 1955 e Una vita violenta del 1959 decide di immergersi nella realtà stessa, quella delle borgate romane, dove personaggi giovanili, che parlano un romanesco ricco di elementi spuri, vivono ai margini nella loro vitalità e spontaneità ma, al tempo stesso, problematicità della loro condizione. Alla ricerca continua di un contatto diretto con la realtà, il suo approdo naturale non può che essere il cinema, un’attività alla quale si affianca quella teatrale con una serie di sei tragedie, tra cui Porcile, legata all’omonimo film.
Poesia, narrativa, cinema, scritti critici come quelli raccolti in Passione e ideologia del 1960 e interventi sui giornali: il suo sguardo acuto e polemico segue negli anni l’evolversi della realtà sociale, politica e intellettuale, sempre più destinata a degradarsi e incapace di un’autentica trasformazione. A Pasolini, voce provocatoria di estrema originalità, Elsa Morante dedica nel 1976, un anno dopo la sua morte, i versi a P.P.P. In nessun posto: «La tua vera diversità era la poesia».

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