In FVG, tra cinema e teatro, un focus speciale su Maria Callas, Pasolini e “Medea”

Il 2017 è stata l’anno propizio per ricordare in varie occasioni Maria Callas, che si è spenta a Parigi il 16 settembre di quarant’anni fa e che il 2 dicembre, se fosse vissuta, avrebbe festeggiato il 94.mo compleanno. Tra i tanti episodi della sua drammatica vita, di donna e di artista, si collocano l’incontro e il sodalizio con Pier Paolo Pasolini, che la volle protagonista nel film Medea, girato nel 1969 anche nella laguna di Grado.
Per ricostruire quel capitolo, biografico e artistico, è nato anche il recente film L’isola di Medea, una produzione Lagunamovies – Karel  scritta e diretta da Sergio Naitza, sostenuta da FVG Film Commission / produttore associato Erich Jost, che ha debuttato lo scorso settembre in Grecia, patria di Maria Callas, in occasione dell’International Film Festival di Atene. Nei luoghi in cui ha trovato ispirazione, il Friuli Venezia Giulia, il film torna adesso con un articolato percorso che si apre domenica 3 dicembre 2017, alle 9’27’’,  con la messa in onda su Rai3 Fvg in versione ridotta (58’) nei programmi a diffusione regionale (replica 6 dicembre, Canale 103 dig. terrestre h 21.20). Dopo la diffusione nazionale su Rai5, che  aveva programmato il film il 16 settembre, domenica il pubblico televisivo potrà ritrovare i ricordi e gli aneddoti degli amici più cari dei due artisti e di chi partecipò al set della Medea legato all’isola d’oro di Grado.
L’isola di Medea sarà poi presentato in sala in versione integrale (90’), alla presenza e con l’intervento del regista Sergio Naitza, lunedì 4 dicembre al Cinema Ariston di Trieste, alle 18: una serata promossa dalla Comunità Greca della città, che si completa con la proiezione, alle 21 sempre all’Ariston, del film Medea di Pier Paolo Pasolini.
Giovedì 7 dicembre il film sarà presentato anche a Cinemazero a Pordenone, città “pasoliniana” che ritrova un capolavoro del poeta e regista di Casarsa, ma anche un capitolo importante della sua vita.

Il documentario indaga su un momento particolare della vita della “divina”: Medea fu la sua prima e unica prova d’attrice al cinema, un momento di riscatto contro l’umiliazione subita da Onassis e un mettersi alla prova quando volgeva al tramonto come cantante d’opera. Dall’incontro con Pasolini, uomo colto e sensibile, arrivarono per lei nuova forza e nuova linfa artistica. «La Rai, con la sua programmazione nazionale e con quella curata dalla sede Friuli Venezia Giulia, è orgogliosa di aver sottolineato l’anniversario 2017 legato a Maria Callas –spiega Guido Corso, direttore della sede Rai Fvg –. Così come siamo lieti di aver contribuito a ricordare l’incontro della grande cantante con Pier Paolo Pasolini sul set di Medea: un episodio prezioso della storia culturale del territorio, di cui non si è spenta l’eco».   Spiega a sua volta per la Comunità Greca di Trieste Thanasis Papathanasiou: «Maria Kalogeropùlu, per i greci, non è solo la soprano che ha conquistato il mondo con la sua divina voce: è un simbolo di vita, una donna fiera che non si arrende mai, una donna.  I Greci, a Trieste sono presenti dalla metà del 18° secolo, grazie all’intelligenza di Maria Teresa. La Comunità Greca promuove la proiezione di Trieste incrociando l’amore per Maria Callas con il racconto cinematografico legato a due grandi protagonisti della cultura coinvolti da un incontro memorabile, capace di riprodurre nella vita alcune atmosfere della tragedia greca, pur culminando non nella vendetta cieca e deleteria di Medea ma nel crinale malinconico della vita».

Franco Branciaroli nei panni di "Medea", regia di Ronconi
Franco Branciaroli nei panni di “Medea”, regia di Luca Ronconi

Da non dimenticare poi che martedì 5 e mercoledì 6 dicembre il percorso intorno a Medea si completerà al Teatro Verdi di Pordenone, dove sarà di scena Franco Branciaroli, protagonista al maschile della storica Medea progettata a metà degli anni Novanta da Luca Ronconi e riallestita da Daniele Salvo.  Lo spettacolo, una coproduzione del Centro Teatrale Bresciano con il Teatro degli Incamminati e con il Piccolo Teatro di Milano, ha appunto come particolarità la recitazione di un protagonista maschile nel ruolo di Medea: una scelta, spiegò a suo tempo Ronconi, adottata per evidenziare le pieghe di ambiguità insite nella tragica matricida, incarnazione di una minaccia perturbante che sfugge anche al coro. (a.f.)

*Foto di copertina: Elio Ciol, Casarsa della Delizia, 1969