Il 19 maggio 2019 a Sacile (PN) cerimonia d’intitolazione vicolo a Pasolini, ore 17.30

Domenica 19 maggio alle ore 17.30 a Sacile, in provincia di Pordenone, si svolgerà la cerimonia di intitolazione del vicolo che collega via Gasparotto con Galleria Pegolo a Pier Paolo Pasolini. Lo scrittore trascorse gli anni dell’infanzia (1929-1932) nella casa di via Gasparotto. Qui Pasolini sognò di diventare poeta, come scrisse negli anni della maturità: «Io non ho cominciato a scrivere versi con Le ceneri di Gramsci: ho cominciato molto prima, ed esattamente nel 1929 a Sacile, quando avevo sette anni appena compiuti, e frequentavo la seconda elementare».

Arrivato nel Giardino della Serenissima al seguito del padre ufficiale, nel 1929, Pasolini trascorse i primi anni di vita nella casa di fronte al Duomo, sulla quale una targa,  realizzata dallo scultore Alberto Pasqual, ne celebra il ricordo. In quella casa il giovane poeta compose i suoi primi versi, ancora acerbi, ma già presaghi della futura grandezza. Li raccolse in un quaderno insieme ai disegni che li accompagnava e che, purtroppo, è andato perduto durante gli inevitabili trasferimenti al seguito del padre. Già l’estate successiva (1930) si trasferirono a Idria, per poi rientrare a Sacile nel 1931, dove Pier Paolo frequentò la quinta elementare con la maestra Ada Stocchi Costella, insegnante severa e artefice anche di un dispiacere verso quell’alunno timido e studiosissimo: sospettò che un tema, particolarmente poetico, non fosse completamente opera sua! Eppure Pasolini ricordò sempre con affetto  sincero  la sua maestra. E così il maestro di musica Romagnoli, col quale aveva scoperto la bellezza delle recite teatrali.
Le viuzze circostanti la casa di via Gasparotto, che rappresentano il cuore più antico di Sacile, conobbero i suoi giochi di bambino,  che sognava avventure di cappa e spada, grazie alle letture dei romanzi di Salgàri o per l’influenza della professione del padre. Ma già allora era dotato di quella sensibilità che accomuna tutti coloro che  indagano il mondo attraverso il filtro della creatività artistica, come è testimoniato dai compagni di quei giochi d’infanzia.

Fra quei ricordi, uno scorcio di strada, che apparteneva all’orizzonte visivo del giovane Pasolini,  conserverà traccia perenne del suo nome e del legame con quelle antiche pietre friulane che rappresentano il paradiso perduto della sua maturità.

L’iniziativa è stata curata da Liviana Covre. In programma letture di Angela Bonacotta e Marta Raminelli, con intermezzi musicali di Fabio Bonacotta e Mauro Bortolani.

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