A Casarsa, il 1° marzo 1929 venne alla luce Domenico (Nico) Naldini, figlio di Antonio ed Enrichetta Colussi, sorella di quella più celebre Susanna, sposata Pasolini, che a Bologna, il 5 marzo 1922, aveva già messo al mondo il cugino Pier Paolo. Per amore di precisione, quella nascita avvenne alle tre del pomeriggio, in una camera di Casa Colussi appena intiepidita da una stufetta, mentre il paese era avvolto e raggelato da un alto mantello di neve. Così, il 1° marzo 2014, a 85 anni esatti dal suo ingresso nel mondo, ha raccontato a San Vito al Tagliamento Nico Naldini, che credeva di essere stato invitato dal Comune della cittadina solo per un ricordo dell’amico poeta Fernardo Bandini, scomparso nel giorno di Natale dell’anno scorso, e che invece, a sorpresa, si è trovato in mezzo anche ad una piccola cerimonia in suo onore e per il suo compleanno. Tanti gli amici che con affetto si sono stretti attorno al festeggiato: dal sindaco di San Vito Antonio Di Bisceglie ad Angelo Battel, amico di una vita, e ai compagni ora vecchierelli di tante scorribande giovanili, come Dino Peresson.
Prezioso è stato anche il regalo di compleanno: una plaquette in tiratura limitata, impreziosita da un ritratto firmato da Olimpia Biasi. Sotto il titolo di Una lingua lucida come lo smalto, il Comune di San Vito vi ha pubblicato il commento che Fernardo Bandini aveva letto il 17 ottobre 2009 a Casarsa, in occasione della presentazione dell’antologia poetica di Naldini Una striscia lunga come la vita, edita da Marsilio, per la cura di Francesco Zambon. Un commento di rara trasparenza critica, da poeta a poeta, che –altra sorpresa- è stato reso recuperato e trascritto grazie alla documentazione fornita dal Centro Studi Pasolini, che aveva videoregistrato quell’incontro. Circondato da tanto sincero calore, Naldini non ha potuto esimersi dal regalare agli amici convenuti qualche sprazzo dei suoi incantevoli e incantati ricordi friulani, come solo lui sa fare. “Nella mia vita– ha raccontato con emozione contagiosa- ho abitato in tante metropoli, Mosca o New York, ma sono ricordi sbiaditi. Ora il mio pensiero va solo a ritroso, all’infanzia di Casarsa, quando andavo per i campi con le oche, in compagnia di Gigiòn e Livio Colussi “Socolari”. Il gustà che ci portavano per mangiare aveva un sapore che non ho più ritrovato in nessun luogo del mondo”.
Buon compleanno, Nico.