Casarsa tra Austria e Slovenia

Si ampliano le collaborazioni internazionali del Centro Studi, all’interno della regione Alpe Adria e in triangolazione ideale tra Italia, Austria e Slovenia. Di recente, si è tenuto infatti a Innsbruck nel pomeriggio di lunedì 14 maggio l’ interessante momento di studio “Il Friuli e l’Alto Adige: regioni limitrofe e terre d’incontro”, organizzato dalla locale Università e dall’”Italien-Zentrum” in collaborazione incrociata con il Centro di Casarsa. Al centro della riflessione l’indagine sulle caratteristiche di quelle regioni che, come il Friuli e l’Alto Adige, sono state nella storia e continuano ad essere terre-crocevia di attraversamenti e scambi culturali, ma che nel contempo conservano una forte impronta identitaria anche grazie al fattore linguistico. Su questi temi si sono confrontati i relatori Federico Vicario, docente di linguistica e filologia romanza all’Università di Udine, e lo scrittore e poeta altoatesino Kurt Lanthaler: il primo per illustrare l’origine storica, i tratti caratterizzanti e la diffusione attuale della lingua friulana, confrontata anche con le altre parlate della regione dolomitica; il secondo per sviscerare la fertile pratica letteraria della sperimentazione e del meticciato linguistici, di cui lui stesso è un testimone attraversato dalla percezione mobile di sé, nato com’è in Italia e poi, per fatti storici, scrittore in un originale tedesco contaminato. Immancabile, allora, anche il riferimento all’esperienza friulana del giovane Pasolini, su cui si è soffermata Angela Felice, in rappresentanza del Centro Studi. Sotto analisi, in questo caso, l’esperienza esemplare di un poeta che ha saputo unire precocemente la riflessione teorica alla propria inconfondibile lirica in casarsese, idioma delle origini e, prima di lui, solo parlato. Per Pasolini, “linguista ossessionato” per sua stessa autodefinizione, è grazie all’uso scritto letterario che il dialetto diventa lingua e, in quanto espressione di passioni e sentimenti profondi, si sgancia dal vernacolo e si esalta in veicolo comunicativo di tutta una comunità, con la sua storia e le sue antiche tradizioni.

Idrija

I tasselli del percorso tra usi linguistici e valori letterari sono stati seguiti con interesse dal folto pubblico austriaco presente e hanno corrisposto alle aspettative di Barbara Tasser dell’”Italien-Zentrum”, di Heidi Siller-Runggaldier dell’Istituto di Romanistica e di Marco Russo, giovane ricercatore di Bolzano che studia a Innbruck. A lui in particolare si deve questo momento convegnistico, ideato dopo una recente visita nei luoghi pasoliniani di Casarsa e pensato anche come suggello finale dell’omaggio a Pier Paolo Pasolini, di cui a Innsbruck, durante il 2011, era stata esaminata e analizzata in precedenza l’intera produzione cinematografica. Anche sul fronte della vicina Slovenia si stanno costruendo fertili contatti di amicizia e collaborazione. Relazioni sempre più intense si stanno infatti consolidando tra Casarsa e la città di Idrija, dove il piccolo Pier Paolo, insieme ai familiari, abitò tra il 1930 e il 1931, collezionando una raffica di “ottimo” e “distinto” nella quarta elementare lì frequentata. In ricordo di quella permanenza, la locale municipalità organizzerà nel prossimo mese di ottobre una serie di iniziative, organizzate in collaborazione con il Centro Studi e coronate anche dall’apposizione di una targa commemorativa sulla facciata della casa che ospitò la famiglia Pasolini. Il progetto è stato preannunciato nel corso del recente convegno “Pasolini e il Friuli” di domenica 13 maggio, a cui, accanto al neo-sindaco di Casarsa Lavinia Clarotto, hanno voluto portare i loro saluti il sindaco di Idrija Bojan Sever e gli appassionati promotori Tomaž e Julij Pavšič, che da anni si stanno battendo per ricordare la presenza del grande intellettuale italiano nella cittadina slovena e per intrecciare relazioni transfrontaliere nel suo nome e nel segno di memorie culturali comuni.