Una nuova iniziativa espositiva di rilievo nazionale è in preparazione al Centro Studi Pasolini di Casarsa. Sabato 17 marzo 2018 è infatti in calendario la vernice della mostra Con parole di figlio, che esporrà una ricca selezione delle fotografie di Pasolini scattate a Roma perlopiù nel 1960 dal fotogiornalista Federico Garolla. Le immagini, che entreranno a far parte dell’archivio fotografico di Casa Colussi grazie alla disponibilità di Isabella Garolla, curatrice dell’archivio del padre, documentano vari momenti della vita romana dello scrittore, già sulla soglia del passaggio dietro la macchina da presa, ma ne costituiscono il cuore soprattutto gli splendidi scatti realizzati nel privato dell’appartamento di via Carini, in cui Pasolini visse con la madre Susanna Colussi fino al 1963 e al successivo trasferimento all’Eur. Inanellano quasi un racconto per immagini sul profondo legame affettivo e sulla complicità quotidiana tra la madre e il figlio poeta, autore dei versi strazianti di Supplica a mia madre da cui sono tratte le parole scelte per il titolo complessivo della mostra.
Federico Garolla, napoletano, classe 1925, scomparso nel 2012, è un nome di spicco della fotografia e del giornalismo italiani. Dopo i primi esordi nella città natale, lavorò a Milano come collaboratore dell’”Europeo”, su invito di Arrigo Benedetti, e come inviato speciale di “Epoca” e “Le Ore”, oltre che come free lance per i più importanti rotocalchi italiani e stranieri. Ricercato dagli stilisti dell’alta moda italiana, fu noto anche come ritrattista degli artisti e fotografo della gente comune, sulla spinta dell’attenzione costante a tematiche sociali e sulla scia della migliore tradizione del realismo del dopoguerra. A partire dagli anni ’80, maturata con l’editore e scrittore Mario Monti l’idea di pubblicare delle guide ai musei italiani, fondò una casa editrice che attinse proprio al cospicuo “serbatoio” di immagini raccolte nel corso del tempo. Da ultimo, tornò ad accudire il suo archivio, scoprendovi una testimonianza preziosa di un pezzo di storia italiana. Ne derivarono un importante lavoro di catalogazione e una serie di mostre e pubblicazioni che hanno permesso di restituire alla fotografia italiana un autore troppo a lungo dimenticato.