Il 4 giugno 2017 torna per il dodicesimo anno consecutivo il “Concerto della Benedicta”, nel luogo dell’antica ex abbazia benedettina a Bovio (Alessandria) che nell’aprile 1944 fu teatro di un cruento eccidio nazifascista in cui persero la vita 147 partigiani. Quest’anno, per la Festa della Repubblica, a esibirsi sarà una formazione composta da giovanissimi e così cento ragazzi saliranno sul palco allestito tra i ruderi dell’ex abbazia. Sarà inaugurata anche una installazione artistica di Letizia Battaglia dedicata a Pier Paolo Pasolini e ricavata da una foto scattata al poeta a Milano nel novembre 1972.
Sull’iniziativa un comunicato uscito il 30 giugno su www.alessandrianews.it.
Benedicta, cento giovani voci per il ricordo di Pasolini
di Elio Defrani
www.alessandrianews.it – 30 giugno 2017
Dodicesima edizione del Concerto della Benedicta: domenica 4 giugno 2017, a partire dalle 16.30, i ruderi della cascina che fu teatro dell’eccidio nazifascista ospiteranno ben cento ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che suoneranno e canteranno in occasione della Festa della Repubblica.
Non è la prima volta che dei giovanissimi si esibiscono là dove un tempo sorgeva un’antica abbazia benedettina, ma mai sono stati così numerosi. I ragazzi fanno parte dell’orchestra della scuola Pascoli di Valenza, nata grazie ai docenti Gisella Boero (violino), Rodolfo Matulich (pianoforte), Gianni Robotti (clarinetto), Marco Romanelli (chitarra), e al preside Maurizio Carandini.
Il programma prevede l’inno di Mameli, Katyusha (Fischia il vento), l’Inno alla gioia di Beethoven, Bella Ciao, Here’s to you di Morricone, Linda Rosa di Gadù, La pace si può di Sacco e Siamo i ribelli della montagna di Cini.
In occasione del Concerto verrà anche inaugurata l’installazione artistica per la Benedicta di Letizia Battaglia, un pannello di 100 x 140 centimetri posizionato sul muro laterale della Cappelletta, che riproduce una sua foto di Pier Paolo Pasolini scattata nel novembre 1972, in cui è inserita una frase che lo stesso Pasolini disse a Furio Colombo poche ore prima di essere ucciso: «I pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no».
Il lavoro di Letizia Battaglia si distingue per l’appassionato impegno sociale e politico. Per trent’anni ha fotografato la sua terra, la Sicilia, con immagini in bianco e nero crude e dolorose, denunciando l’attività mafiosa con reportage coraggiosi e incisivi per il quotidiano “L’Ora” di Palermo. È riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea, per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia.L’opera va ad aggiungersi a quelle già presenti alla Benedicta di Nanni Balestrini, Piergiorgio Colombara, Kim Jones, Piero Gilardi, Hans Hermann, Setsuko, Daniel Van De Velde.
[idea]Info[/idea] L’abbazia della Benedicta (in ligure a Beneditta, nel Medioevo conosciuta come La Benedetta e poi dal secolo XIX come Villa Benedetta) era un’antica abbazia situata nei pressi di Capanne di Marcarolo nel comune di Bosio (AL) presso le falde del monte Tobbio (1.092 m) nell’Appennino ligure tra le valli Polcevera e Stura, non lontano da Genova.
L’ultima proprietaria dell’ex abbazia fu Thea Cattaneo della Volta Spinola, del ramo genovese di San Luca che erano anche i marchesi di Lerma.
Dopo l’8 settembre 1943 nei monti intorno alle Capanne di Marcarolo si rifugiarono numerosi renitenti alla leva, militari che avevano abbandonato l’Esercito e antifascisti, che aumentarono dopo il bando Graziani nella RSI del 18 febbraio 1944. Così nella zona si installò la III Brigata Garibaldi Liguria e la Brigata autonoma Alessandria e all’inizio del 1944 Capanne di Marcarolo divenne sede del comando della III Brigata Garibaldi Liguria e la Benedicta sede dell’intendenza. Il 7 aprile 1944 la Benedicta e le vicinanze furono teatro di un forte rastrellamento delle forze nazifasciste, che portò ad un errore tattico delle forze partigiane, che affluirono nella zona della Benedicta invece di disperdersi. Le forze così raggruppate furono un facile bersaglio per l’eccidio nazifascista che avvenne tra il 7 e l’11 aprile 1944 e che costò la vita a 147 partigiani.
Dopo anni di abbandono i ruderi dell’ex monastero benedettino, luogo della strage, sono stati oggetto di un’opera di restauro e recupero dal 2002 al 2009 che ha portato alla creazione del Sacrario dei Martiri della Benedicta. Oggi l’eccidio della Benedicta è ricordato ogni anno con una manifestazione (alla quale hanno presenziato in passato i presidenti Saragat, Pertini e, nel 2004, Ciampi) e la Regione Piemonte – dopo il recupero dei ruderi dell’antica grangia benedettina, risalente al Mille, fatta saltare dai tedeschi alla fine del rastrellamento – con la L.R. 1/2006 ha istituito un Centro di documentazione, nell’ambito del Parco della Pace della Benedicta. Nel 1999, per iniziativa di vari enti ed associazioni, fra cui il Consiglio Regionale del Piemonte, è stata costituita l’associazione “Memoria della Benedicta”, al fine di promuovere la conoscenza, il recupero e la valorizzazione del sito. Il sacrario dei Martiri della Benedicta è oggi nel cuore del parco naturale delle Capanne di Marcarolo.