A un anno dalla scomparsa, il 18 marzo 2016, la Fondazione Cineteca di Bologna, il CSC-Cineteca Nazionale e l’Istituto Luce-Cinecittà annunciano la creazione del Premio Carlo di Carlo, dedicato a progetti di ricerca di ambito cinematografico. Il Premio, del valore di 5.000 euro, verrà attribuito da una giuria a un progetto realizzato da ricercatori italiani, relativo al cinema italiano, dalle origini fino a fine anni ‘70, avendo come oggetto momenti, figure e opere attorno ai quali manchino pubblicazioni esaustive.
A presentare il Premio a Bologna il 16 marzo 2017, alle 17.45 nella Sala Cervi della Cineteca, il direttore Gian Luca Farinelli e il presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà Roberto Cicutto. In seguito è stato proiettato il film di Carlo di Carlo Un sistema infallibile del ’76. Assistente di Pier Paolo Pasolini, studioso e amico di Michelangelo Antonioni, Di Carlo è stato figura originale nel cinema italiano. Cristina Piccino, alla notizia della scomparsa, ne ha tracciato un ritratto su “il Manifesto” del 19 marzo 2016, da cui estrapoliamo e pubblichiamo una parte.
Addio Carlo di Carlo, regista, studioso, amante del cinema
di Cristina Piccino
https://ilmanifesto.it – 19 marzo 2016
Carlo di Carlo è stato «vicino a Pasolini e a Antonioni, regista egli stesso, studioso, grande archivista e conoscitore del cinema italiano (il suo «Fondo Carlo di Carlo», con un ricchissimo patrimonio di documenti e testimonianze, è stato acquisito dalla Cineteca di Bologna), critico, curatore delle edizioni italiane di Heimat e del Decalogo di Kieslowski.
Nato nel capoluogo emiliano settantasette anni fa, inizia a occuparsi di cinema negli anni Sessanta, direttore tra il ’59 e il ‘63 della rivista Film selezione, e poi del periodico TVC. Nel 1961 Di Carlo giro il suo primo film, un corto, La menzogna di Marzabotto, sulla strage fascista nell’Appennino emiliano, con la collaborazione di Roberto Roversi, conosciuto quando era ancora a Bologna, frequentando la libreria Palmaverde. Con lui realizza in seguito Terre morte (’62), Isola di Varano (’62),Vivere con la bomba (’63), Bologna (’75), Il fuoco della città (’81), Marzabotto (’84), Un film per Monte Sole.
In quegli stessi anni di Carlo si trasferisce a Roma seguendo la sua scelta di fare cinema. Incontra Pasolini, di cui sarà aiuto regista in Mamma Roma, La ricotta e La rabbia, amico e compagno di strada come anche di Tonino Guerra o di Citto Maselli.
Il suo nome si lega però soprattutto a quello di Michelangelo Antonioni, del quale è stato collaboratore in molti film (Blow-Up, Zabriskie Point, Chung Kuo Cina, Professione reporter, Il mistero di Oberwald, Al di là delle nuvole): ne ha studiato l’opera (al cinema di Antonioni ha dedicato undici libri) e ne ha curato la personale, nel 2002, alla Mostra cinematografica di Venezia. Un’amicizia quarantennale quella col regista di Ferrara del quale di Carlo diviene la «voce», il riferimento, e l’infaticabile promotore dell’opera e della memoria, come mostra il film realizzato nel 2008 Antonioni su Antonioni.
Nel ’77 di Carlo gira il suo primo lungometraggio dal romanzo di Juan Carlos Onetti, Per questa notte, che sarà invitato alla “Semaine de la critique” di Cannes. Inizia a lavorare anche per la Rai (Il fuoco della città con le musiche di Battistelli e le poesie di Roversi) e fonda il festival “Antenna cinema” sui rapporti tra cinema e tv.
Di recente aveva firmato per l’Istituto Luce i documentari d’archivio Il gioco degli specchi e Lo sguardo del Luce.
*Fotografia in copertina: di Angelo Novi / © Cineteca di Bologna