Michele Schiavino a Casarsa

Immancabile ed emozionante fuori programma per il regista salernitano Michele Schiavino, che, presente in questi giorni a Udine per i percorsi pasoliniani di Dulinvie, sta raccogliendo da anni materiali sul campo per il film “Ad memoriam”, opera per immagini aperta, sempre futura e potenzialmente infinita sulle tracce di Pasolini. O, meglio, “con” Pasolini, come preferisce dire Schiavino, per il quale la permanenza in Friuli ha comportato l’urgenza necessaria di perlustrare con la telecamera anche i luoghi casarsesi in cui Pier Paolo visse tra il 1943 e il 1949, nel periodo più felice della sua “meglio gioventù”.
Accompagnato e guidato da Piera Rizzolatti e Angela Felice, Presidente e Direttore del Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia, in collaborazione con Valter Colle e il progetto di Dulinvie, Schiavino ha così rubato in questi giorni una collana di suggestioni visive nei punti che di quel periodo conservano l’eco, magari sepolta sotto strati di sovrapposizioni edilizie e stravolgimenti del territorio: a Casarsa, e non solo nella casa materna del poeta, oggi sede del Centro Studi, come anche a Versutta, S.Giovanni, Marzinis, Valvasone e in giro per le campagne, in molti angoli ancora intatti, con le tracce inconfondibili di rogge, acque sorgive, strade sterrate, boschetti di aceri, ontani e tigli, filari antichi di vite.
Sono appunti sciolti di viaggio visivo che, intrecciati anche ai ricordi di alcuni testimoni di allora ancora viventi, hanno prodotto per il momento quattro ore di girato, da cui Schiavino selezionerà un nuovo episodio del suo collage memoriale, da aggiungere ai quattro già realizzati in passato, soprattutto a Matera, set del film Vangelo secondo Matteo. Questo quinto capitolo “friulano”, una volta montato, sarà presentato prossimamente proprio a Casarsa, dove il regista salernitano ha in animo di ritornare quanto prima, anche per continuare con ulteriori riprese il lavoro di scavo, alla ricerca delle radici di un Pasolini autentico –dice- da far rivivere nel nostro smarrito presente.