Una poesia per PPP di Emanuele Cerullo, dalle Vele di Scampia

Ci sono notizie che rincuorano. Invitano a non disperare, a non cedere all’indifferenza. Giungono inaspettate e sorprendenti, come fiori del deserto o lucciole pasoliniane che lampeggiano nel buio. Ha questa luce la storia di Emanuele Cerullo, 23 anni appena, poeta per scelta e urgenza interiore in quel di Scampia, quartiere napoletano di vele famigerate e crocevia del male. Eppure anche lì può nascere la poesia e, come in questo caso, portare il segno di Pasolini, maestro ispiratore di parole di libertà e riscatto.
Emanuele Cerullo ci ha mandato una sua poesia (
Le ceneri di Pasolini, si intitola) che ora è pubblicata nel suo primo libro ufficiale, Il ventre di Scampia, edito nel 2016 da Neomediaitalia. La pubblichiamo  insieme alle parole che  il suo giovane autore ci ha voluto regalare. Non resta che dirgli grazie. (af e gt) 

"Il ventre di Scampia" di Emanuele Cerullo. Copertina
“Il ventre di Scampia” di Emanuele Cerullo. Copertina

Pasolini è l’autore che più si avvicina alla mia realtà, alla mia vita, al mio percorso umano e continua ad essere un mio punto di riferimento: mi chiamo Emanuele Cerullo, sono nato nella primavera del 1993 e studio lettere moderne alla Federico II di Napoli. Vivo sin dalla nascita a Scampia, un quartiere problematico della città partenopea. Ho iniziato a scrivere poesie alle elementari, dopo aver ascoltato La fontana malata di Palazzeschi (e mi sono accorto di recente che è stata una reazione, la mia, analoga a quella di Pasolini che, dopo aver ascoltato in classe una poesia di Rimbaud, ha avvertito il suo “antifascismo”) e vivevo proprio in una delle “vele” di Scampia, palazzoni di cemento a forma di vela progettati ambiziosamente da un architetto palermitano e costruiti in un pasoliniano periodo che va dalla fine degli anni Sessanta agli inizi degli anni Settanta.
Nel 2004 scoppiò la faida di camorra e quello, per me, fu un anno molto intenso, perché iniziai a leggere i classici: i miei avevano paura di farmi uscire, intanto avevo costruito, nella mia stanza, un nido fatto di carta e inchiostro. E qualche anno dopo scoprii Pasolini, l’ultimo autore presente nel libro di antologia delle medie. Nel 2007 la mia scuola stampò a proprie spese un opuscolo, Il coraggio di essere libero, che si può considerare la mia opera prima se non consideriamo il fatto che non è mai stato pubblicato da una casa editrice. Negli anni successivi ho incontrato migliaia di studenti, sono stato più volte in televisione e il quotidiano “La Stampa” dedicò una pagina intera alla mia storia e al mio libro.
Qualche mese fa è stato pubblicato (questa volta da una casa editrice) Il ventre di Scampia, una raccolta di poesie divisa in due sezioni: nella prima, “Oltre le vele”, ci sono le poesie più recenti; nella seconda, invece, una scelta di poesie tratte dalla raccolta del 2007 Il coraggio di essere libero (la sezione, infatti, prende il nome dalla raccolta eponima). Il libro sta riscuotendo un buon successo di pubblico e di critica: è stato inserito nella Top 5 libri su “Repubblica” ed è il libro della settimana secondo il “Corriere del Mezzogiorno”. Ne ha parlato bene anche il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Tra le poesie della prima sezione de Il ventre di Scampia c’è anche una lirica che ho dedicato a Pasolini: Le ceneri di Pasolini. Recentemente, questa poesia è stata letta anche da Isa Danieli (attrice che ha fatto parte della compagnia di Eduardo De Filippo), che qualche giorno fa ha fatto un reading di mie poesie. La riporto qui per voi, spero apprezziate e spero un giorno di conoscervi di persona.  (Emanuele Cerullo)

Le ceneri di Pasolini
di Emanuele Cerullo

Massacrato come la poesia
che più non ha
reputazione, t’uccidono
e rivivi qua, nella marginalità,
dove non si gode il tramonto,
qua dove non esiste malascuola
che uniformi la diversità,
avresti, sai
parlato con quel poliziotto
(che, per il girotondo, trascina il corpo
d’un vivo disperato nella quotidiana morte,
prendendolo pei capelli);
avresti, sai
lottato per abbattere le vele
e cambiare oceano;
avresti, sai
giocato a calcio
in camicia e cravatta
col futuro
impresso negli occhi nostri
non lontano dalle case
abusive per necessità;
avresti, sai
poetato coi garzoni
dell’illegalità;
qua, dove l’indifferenza
non è mio coprifuoco,
sgorgano
le tue ceneri invisibili,
Pier Paolo.

(Emanuele Cerullo, Le ceneri di Pasolini, in Il ventre di Scampia, Edizioni Neomediaitalia, 2016)