Playlist Pier Paolo Pasolini, da Beatrice da Vela

 

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Contributo dal gruppo facebook “Pier Paolo Pasolini
15 settembre 2013

Parole di Pier Paolo Pasolini

Una nota redazionale di Emilia Morelli su “Pier Paolo Pasolini e la musica popolare”
Con la richiesta di segnalare eventuali possibili integrazioni alla lista cortesemente inviata da Beatrice da Vela

Personalmente non mi è mai capitato di scrivere versi per canzoni… non mi si è presentata l’occasione… credo che mi interesserebbe e mi divertirebbe applicare dei versi ad una bella musica, tango o samba che sia, scriveva Pasolini nel 1956. In seguito comporrà canzoni e i suoi testi poetici verranno messi in musica da diversi artisti assai vicini alla sua sensibilità.
Se, da un lato, Pasolini amava la musica colta, Bach e Mozart in special modo, dall’altro, la sua passione per l’espressività del dialetto lo portarono inevitabilmente alla canzone popolare. Il dialetto, lingua materna e ancestrale, contrapposta all’italiano, lingua del padre e simbolo di un ordine borghese, imposto dall’alto. Passione e ragione, termini estremi di una dicotomia che Pasolini sentiva fortemente.

Questa volontà di regresso alle origini della lingua, presente poi in tutto il corso della sua vita, si manifesta in modo rilevante in alcune opere letterarie del primo periodo: la raccolta di poesie in friulano La meglio gioventù, l’antologia Poesia dialettale del Novecento, realizzata con il poeta romanesco Mario dell’Arco, e il Canzoniere italiano. Antologia della poesia dialettale, vasto repertorio di poesia popolare proveniente da diverse regioni italiane, dalle vilote venete agli stornelli. Alcune poesie della Meglio gioventù verranno musicate in seguito da Giovanna Marini, il cui incontro con Pasolini già alla fine degli anni ’50 nei salotti letterari romani fu determinante.

Per Laura Betti, in seguito, Pasolini scriverà alcune canzoni in romanesco, interpretate anche da Gabriella Ferri: Macrì Teresa detta Pazzia, Valzer della toppa e Cristo al Mandrione.

Negli anni ’60, come conseguenza del suo avvicinamento al cinema, si intensifica il rapporto di Pasolini con la musica e con i musicisti, Umiliani, Piccioni, ecc… Ennio Morricone è il compositore con cui Pasolini-regista realizza il maggior numero di colonne sonore: per Teorema, Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una notte, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Indimenticabili sono, oltre alle musiche del film, i titoli di Uccellacci uccellini (1966): quelli di testa cantati da Domenico Modugno, quelli di coda recitati dallo stesso Pasolini in quella Meditazione orale, che è anche una dichiarazione d’amore nei confronti della città di Roma.

Straordinaria è anche la canzone scritta e interpretata, con toni drammatici, da Modugno, su testo di Pasolini, per il cortometraggio Cosa sono le nuvole? (1967): una poetica e surreale riflessione sul tema della morte, dove Totò e Ninetto Davoli vestono i panni di due burattini.

Ma Pasolini non smette di sorprendere quando, nel 1968, Chetro & Co., incoraggiati dal poeta stesso, realizzano lo splendido Danze della sera: un eccezionale esempio di psichedelia italiana in cui il testo del poema pasoliniano Notturno, dagli accenti misticheggianti e – appunto – “notturni”, ben si unisce ad un andamento ipnotico e alle oniriche disarmonie create dalle chitarre e dalla “violaccia”, lo strumento simile alla ghironda ideato da Ettore “Chetro” De Carolis.