Pasolini nei blog, di F.L. Scholten

Pasolini nei blog
Monti, Pasolini e le contrapposizioni destra – sinistra

di Francesco Latteri Scholten
http://ilmezzosangue.ilcannocchiale.it/, 6 gennaio 2013

In un ampio spettro del mondo politico e socio culturale avevano suscitato vivaci reazioni le recenti estrinsecazioni del Presidente del Consiglio Mario Monti che aveva definito ormai datate e frutto di vecchi ed obsoleti schemi mentali – oltrechรฉ di una visione riduttiva ed anzi monodimensionale – le contrapposizioni destra / sinistra. Invero le osservazioni del Presidente Monti erano giร  state anticipate negli anni ’70 suscitando a tratti scalpore ed a tratti indifferenza nel mondo della cultura, e totale ignoranza in quello politico. Quasi a testimonianza della veridicitร  della cosa le tesi erano state sostenute sulle colonne del ยซCorriere della Seraยป, il piรน allineato dei grandi giornali di “regime” da quello che era considerato uno degli intellettuali piรน di “sinistra”: Pier Paolo Pasolini, probabilmente il nome piรน importante della cultura italiana del Novecento.
Pasolini, anticipandolo decisamente, si mostra ancor piรน di Monti uomo di orizzonti mentali estremamente vasti, di grande acume, sagacitร  e profonditร  di osservazione. Il 10 giugno 1974, ne Gli italiani non sono piรน quelliย osservava: “Il contesto sociale รจ mutato nel senso che si รจ estremamente unificato. La matrice che genera tutti gli italiani รจ ormai la stessa. Non c’รจ piรน dunque differenza apprezzabile – al di fuori di una scelta politica come schema morto da riempire gesticolando – tra un qualsiasi cittadino italiano fascista ed un qualsiasi cittadino italiano antifascista. Essi sono culturalmente, psicologicamente e, quel che รจ piรน impressionante, fisicamente, interscambiabili. Nel comportamento quotidiano, mimico, somatico, non c’รจ niente che distingua – ripeto al di fuori di un comizio o di un’azione politica – un fascista da un antifascista ( di mezza etร  o giovane, i vecchi in tal senso possono ancora essere distinti tra loro ).”
Ma l’osservazione di Pasolini fu ben piรน profonda e radicale e, soprattutto, piรน pungente di quella di Mario Monti: “Per quel che riguarda gli estremisti, l’omologazione รจ ancor piรน radicale. A compiere l’orrenda strage di Brescia sono stati dei fascisti. Ma approfondiamo questo loro fascismo. E’ un fascismo che si fonda su Dio? Sulla Patria? Sulla famiglia? Sul perbenismo tradizionale, sulla moralitร  intollerante, sull’ordine militaresco portato nella vita civile? O, se tale fascismo si definisce ancora, pervicacemente, come fondato su tutte queste cose, si tratta di un’autodefinizione sincera? Il criminale Esposti – per fare un esempio – nel caso che in Italia fosse stato restaurato a suon di bombe, il fascismo, sarebbe stato disposto ad accettare l’Italia della sua falsa e retorica nostalgia? L’Italia non consumistica, economa e eroica (come lui la credeva)? L’Italia scomoda e rustica? L’Italia senza televisione e senza benessere? L’Italia senza motociclette e giubbotti di cuioio? L’Italia con le donne chiuse in casa e semi velate? No, รจ evidente che anche il piรน fanatico dei fascisti considererebbe anacronistico rinunciare a tutte queste conquiste dello “sviluppo”. Conquiste che vanificano, attraverso nient’altro che la loro letterale presenza – divenuta totale e totalizzante – ogni misticismo e ogni moralismo del fascismo tradizionale.”
E, mentre Mario Monti, da uomo di Stato e con il senso dello Stato guarda al nuovo orizzonte alla ricerca di una nuova politica, Pasolini coglie il nucleo della nuova realtร  e del nuovo Potere che in essa si รจ sibillinamente ma profondamente insediato, e lo identifica con quello dello stragismo italiano: “Il fascismo delle stragi รจ dunque un fascismo nominale, senza un’ideologia propria (perchรฉ vanificata dalla qualitร  di vita reale vissuta da quei fascisti), e, inoltre, artificiale: esso รจ cioรจ voluto da quel Potere, che dopo aver liquidato, sempre pragmaticamente, il fascismo tradizionale e la Chiesa (il clerico-fascismo che era effettivamente una realtร  culturale italiana) ha poi deciso di mantenere in vita delle forze da opporre – secondo una strategia mafiosa e da Commissariato di Pubblica Sicurezza – all’eversione comunista.”
In un articolo successivo, sempre sul ยซCorriere della Seraยป, il 24 giugno 1974, intitolato Il Potere senza volto, Pasolini ne traccia l’identikit: “L’identikit di questo volto ancora bianco del nuovo Potere attribuisce vagamente ad esso dei tratti “moderni”, dovuti alla tolleranza e a una ideologia edonistica perfettamente autosufficiente, ma anche dei tratti feroci e sostanzialmente repressivi: la tolleranza รจ infatti falsa, perchรฉ in realtร  nessun uomo ha mai dovuto essere tanto normale e conformista come il consumatore; e, quanto all’edonismo, esso nasconde evidentemente una decisione a preordinare tutto con una spietatezza che la Storia non ha mai conosciuto. Dunque questo nuovo Potere non ancora rappresentato da nessuno e dovuto a una “mutazione” della classe dominante, รจ in realtร  – se proprio vogliamo conservare la vecchia terminologia – una forma “totale” di fascismo. Ma questo Potere ha anche “omologato” l’Italia: si tratta dunque di una omologazione repressiva, pur se ottenuta attraverso l’edonismo e la joie de vivre. La strategia della tensione รจ una spia, anche se sostanzialmente anacronistica, di tutto questo.”