Pasolini, l’Africa è qui

Il destino della Germania è «Une promesse».
Pasolini, l’Africa è qui
5 settembre 2013 – www.larena.it

Poesia Festival 2013, 20 settembre 2013
Fino a domenica 22 settembre l’Unione Terre di Castelli e i comuni di Castelfranco Emilia e Maranello in provincia di Modena sono stati lo scenario per l’ormai tradizionale rassegna di inizio autunno dedicata alla poesia e ai poeti.

 

Fuori concorso si è visto Une promesse di Patrice Leconte, tratto da una novella di Stefan Zweig, Il viaggio nel passato («Die Reise in die Vergangenheit»), una lancinante storia d’amore con sullo sfondo la fine di un’epoca causata dalla prima Guerra Mondiale. Girato in inglese per fini commerciali, il film cerca di ricreare lo spirito che aveva spinto Zweig a scrivere, nella Germania distrutta, il peso di un amore che sfida il tempo. Quello di Zweig non è un melodramma, egli si rifà alla poesia di Verlaine, a quei versi pieni di malinconia, che hanno ispirato anche Guccini: «Ricordi la nostra estasi d’un tempo?/ Perché mai volete che mi torni in mente?».
Come non leggere in questo il destino della Germania! Ecco, allora che Leconte affrontando la storia di una promessa d’amore, folle, insana, come una guerra, decide di darle il respiro che lo scrittore le aveva dato e il film si impreziosisce di momenti in cui scivola il racconto, non ha bisogno di altro che di gesti intensi, che tripudio delle piccole cose, altro che melò. I destini di una giovane donna finita sposa a un ricco industriale e di un orfano che grazie al suo impegno nello studio è il segretario particolare di quell’uomo potente, si compiono con il rispetto che loro hanno per il destino. Si incontrano nella Germania del 1912, e in poco tempo si innamorano senza dirselo, lui deve partire per il Messico, si promettono di aspettarsi, la guerra allunga il tempo della loro lontananza. Quando lui ritorna, la guerra è già finita, le cose sono cambiate. Quando Rebecca Hall, Alan Rickman e Richard Madden recitano con grande intensità in ruoli che richiedono una superiore qualità di recitazione, fatta dal trattenere i sentimenti e dalla qualità del gesto. Bravo Leconte.

Un bel documentario di Enrico Menduini Profezia. L’Africa di Pasolini compone un ritratto del grande intellettuale italiano capace di rivelarne insieme alla completa attualità il bisogno urgente di ripartire dalle sue analisi profeticamente avveratesi. Il film comincia con le immagini di Accattone, sono le periferie di Roma, quelle che Pasolini chiama confine d’Africa e oggi sono territori di un’Africa italianizzata. Lui aveva «visto» l’esodo degli africani sui barconi e la loro «conquista» dell’Italia. E aveva «visto» il peso che una politica inaffidabile ha per un paese povero, perché, finalmente, gli italiani, nel documentario Giorgio Bassani legge La Rabbia uno scritto di Pier Paolo Pasolini che dice: «La cultura occupa terreni nuovi: una nuova ventata di energia creatrice nelle lettere, nel cinema, nella pittura. Il poeta servile si annulla, vanificando i problemi e riducendo tutto a forma. Il mondo potente del capitale ha, come spavalda bandiera, un quadro astratto.
Così, mentre da una parte la cultura ad alto livello si fa più raffinata e per pochi, questi “pochi” divengono, fittiziamente, tanti: diventano “massa”. È il trionfo del “digest” e del “rotocalco” e, soprattutto della televisione. Il mondo travisato da questi mezzi di diffusione, di cultura, di propaganda, si fa sempre più irreale: la produzione in serie, anche delle idee, lo rende mostruoso. Il mondo del rotocalco, del lancio su base mondiale anche dei prodotti umani, è un mondo che uccide». Pubblico in piedi a applaudire. [U.B.]