Pasolini e Alda Merini, voci diverse di passioni poetiche a confronto

La ricorrenza degli anniversari della morte di due poeti, Pier Paolo Pasolini e Alda Merini, spinge Maria Cristina Nascosi all’accostamento anomalo tra i due: voci lontane ma accomunate dall’acutezza della sensibilità sofferente.

Pasolini e Merini, il ricordo di una vita appassionante
di Maria Cristina Nascosi

www.estense.com – 3 novembre 2016

Pier Paolo Pasolini 41 anni fa ed Alda Merini 6 anni fa, lasciavano, la scena della vita che tanto avevano amato, ciascuno a modo proprio. Una vita, la loro, affrontata con passione, con impegno, a 360° gradi, l’unico modo in cui due grandi artisti, avrebbero potuto farlo. La poesia, quella degli intellettuali che predice decenni prima ciò che avverrà e «dice sempre la Verità» – come diceva Giorgio Bassani –, li accomuna e, forse anche una passione politica – da polis, in senso reale – umana, empatica sono lo “strano” collante che li unisce.

Pier Paolo Pasolini e  Alda Merini
Pier Paolo Pasolini e Alda Merini

E allora riportare due delle loro opere “estreme”, profetiche, è la maniera migliore per ricordarli, per far sì che il solito, comodo oblio non scenda, come buia notte, su di loro.

Dell’erba io ho una idea poetica.
E conosco l’eccesso della poesia.
Perciò ho commissionato dei versi,
per la mia consacrazione (!).
[…]
per pregare dentro a questo spazio sacro
(dove, a dire il vero, non vado a piedi nudi).

[P.P.Pasolini, da Preghiera su commissione, 1970, in Appendice a «Trasumanar e organizzar» in Id., Tutte le poesie, a cura di W. Siti, 2 voll., Mondadori, Milano 2003 (“I Meridiani”), vol. II, pp.239-240]

Ti ho generato col solo pensiero figlio
e non sei mai sceso nel mio corpo come una buona rugiada.
Però sei diventato un’ape laboriosa, hai fecondato tutto il mio corpo
e a mia volta son diventato tuo figlio, figlio del tuo pensiero.
Forse, quando morirò, partorirò tutta la dolcezza che mi hai messo nel primo sguardo
perché figlio, ti ho guardato a lungo, ma non ti ho mai conosciuto.
Figlio figlio mio sognato, figlio ti ho solo pensato
non sei mai sceso nel corpo come una buona rugiada
ti ho guardato a lungo, ma non ti ho conosciuto mai.

[A. Merini, A mio figlio, poesia dedicata a Giovanni Nuti, dal Cd Una piccola ape furibonda (2010), Alda Merini/Giovanni Nuti]