Harun Farocki su Pasolini, di Toni Hildebrandt

Lo studioso Toni Hildebrandt, nell’articolo Corpi e luoghi: Harun Farocki on Pasolini, ricostruisce l’incontro con il grande cineasta e documentarista tedesco Harun Farocki, scomparso a settanta anni il 31 luglio 2014. Tra i motivi della conversazione, avvenuta a Princeton nel giugno di quest’anno, era stato anche il Pasolini autore di Appunti per un’Orestiade africana, preso a paradigma di una interessante analisi del linguaggio filmico per “appunti” e della resistenza antropologica che è consegnata alle immagini per frammenti di corpi e luoghi.
Sul numero di dicembre 2014 della rivista http://sensesofcinema.com/2014/feature-articles/corpi-e-luoghi-harun-farocki-on-pasolini/, in versione integrale inglese è leggibile l’articolo, della cui segnalazione ringraziamo l’autore.

Qui di seguito, a firma di Lorenzo Buccella, una scheda biografica di Harun Farocki, che, nel doppio solco di Marx e Godard, è stato un maestro della critica delle immagini e dello svuotamento cui oggi i grandi media sottopongono corpi e coscienze.

Harun Farocki
Harun Farocki

Un ritratto di Harun Farocki

di Lorenzo Buccella
www.pardolive.ch – 31 luglio 2014

All’età di 70 anni è morto Harun Farocki, il grande cineasta e video-artista tedesco che con una vasta e prolifica filmografia (oltre 90 opere) è riuscito a incidere la realtà, interpretandola alla luce del suo sguardo lucido e libero da compromessi. La pratica di un cinema, il suo, innervato dallo spessore di una continua riflessione estetica e politica, che ha trovato il suo contraltare fisico e concreto in un confronto diretto con le immagini dell’esistenza quotidiana e con i meccanismi del lavoro contemporaneo.
Ne sono stati esempi portanti anche i molti film che Harun Farocki ha presentato al Festival del film Locarno nel corso degli anni. Da Arbeiter verlassen die Fabrik (1996) a Stilleben (1997), fino ad arrivare alla grande retrospettiva “Encyclopédie Farocki” che nel 1998 ha raccolto e sventagliato un intero arco della sua produzione.
Nato nel 1944 a Nový Jičín, un angolo della Repubblica Ceca, a quel tempo appartenente alla Germania, dopo gli studi presso l’Accademia Tedesca di Cinema e Televisione, Farocki è diventato ben presto un punto di riferimento riconosciuto nel campo della documentaristica più sperimentale. Documentario, quello del regista tedesco, inteso come una forma e uno stile, in grado di porsi come un baluardo critico nei confronti della sofisticata superficialità dei mezzi di comunicazione e in particolare, nei confronti della modalità ideologiche con cui il mondo di oggi veicola le immagini. Dal Nicht ohne Risiko del capitalismo finanziario dove il lavoro materiale svapora e diventa immateriale fino al mondo delle simulazioni praticate durante le esercitazioni militari che in Erkennen und verfolgen si trasformano nell’immagine “attuale” della guerra. Una vera e propria resistenza visiva che, proprio perché non si è mai fermata sulla soglia della semplice testimonianza, è riuscita a percorrere, squarcio dopo squarcio, quei gangli sensibili della realtà in cui ha preso corpo la contemporaneità.
In anni recenti, al suo lavoro di regista, Farocki aveva affiancato un’attività di scrittura per i lavori di Christian Petzold. La loro ultima collaborazione, Phoenix, sarà mostrata al Festival di Toronto.

 *Foto in copertina: fotografia scattata durante i sopralluoghi per il film Il padre selvaggio.