“I burattini filosofi”, di Marco Antonio Bazzocchi

Una scheda sul saggio I burattini filosofi di Marco Antonio Bazzocchi
 el Aleph, Rivista letteraria indipendente /Archivio storico – 10 giugno 2007

L’opera di Pier Paolo Pasolini non è mai stata legata soltanto ad un genere specifico. Oltre ai romanzi e alle poesie, infatti, l’autore di Ragazzi di vita ha esplorato anche altre forme espressive. Pasolini ha manifestato la sua arte e le sue intuizioni più innovative anche nel cinema. Quali sono i punti di contatto tra la sua letteratura e il grande schermo? Quali sono gli elementi in comune che si possono rintracciare nelle diverse opere che ci ha lasciato? Marco Antonio Bazzocchi, docente di Letteratura italiana contemporanea e Letteratura del romanticismo all’Università di Bologna, nel saggio I burattini filosofi. Pasolini dalla letteratura al cinema, pubblicato dalle edizioni Bruno Mondadori (Milano, 2007) traccia un percorso tra le creazioni artistiche dell’autore bolognese individuando i legami tra la letteratura e il cinema.
Il percorso si basa sull’analisi puntuale dei temi principali che animano gli scritti e i film di Pasolini. La prima considerazione alla quale Bazzocchi fa riferimento è che l’uso della televisione e la letteratura arricchiscono la creatività di Pasolini. In realtà, i mezzi audiovisivi non contrastano con la sua produzione letteraria. Al contrario, l’autore del saggio spiega che nell’opera di Pasolini il cinema offre la possibilità alla letteratura di “recuperare la propria origine profonda”. In molti casi, d’altra parte, la letteratura ispira anche la produzione cinematografica.
In questa prospettiva, i miti greci e le opere narrative delle origini rappresentano la materia dalla quale lo scrittore ha tratto ispirazioni feconde. Un dato è certo. La scelta di Pasolini di passare dalla letteratura al cinema costituisce un evento nuovo nel panorama letterario italiano.
“Il passaggio di Pasolini – spiega infatti l’autore – dalla letteratura al cinema è uno dei fatti più nuovi e imprevedibili della cultura italiana del Novecento. E’ quasi inutile paragonarlo a quello che succede in Francia con Jean Cocteau o a ciò che si verifica con un autore della generazione più vecchia, amato comunque da Pasolini, come Mario Soldati”.  Quali sono stati i risultati più evidenti ed interessanti di questa scelta? Attraverso il cinema, l’espressività e i contenuti pasoliniani, a volte complessi, sono stati semplificati e sono stati arricchiti notevolmente. “E la letteratura – afferma ancora Bazzocchi – non viene assolutamente sostituita dal cinema, ne ricava anzi in complessità sperimentale”.

Quarta di copertina
Proviamo a collegare tutto ciò che Pier Paolo Pasolini ha scritto – poesie, romanzi, saggi -, tutte le immagini che lo riguardano – foto, ritratti, interviste -, tutti i suoi film. E pensiamo di trasformare questo insieme in un’unica, lunghissima pellicola, una specie di debordante audiovisivo in cui ogni scena, ogni immagine, ogni particolare acquista un significato che dipende dalla fine, dall’ultima inquadratura. In un ipotetico rewind ogni singolo fotogramma rivelerebbe qualcosa che era sfuggito, e che ora emerge perché si conosce la fine. Così, in una prosa giovanile che racconta un sogno, si trovano gli echi delle Ceneri di Gramsci e poi, più compiutamente, del teatro dei burattini di Che cosa sono le nuvole?, nell’analisi critica intorno a Dante si intravedono le giustificazioni teoriche del passaggio dalla scrittura al mezzo audiovisivo; l’atto del mangiare nella Ricotta nasconde l’ossessione di essere mangiati in Uccellacci e uccellini; alcune scelte formali di Teorema trovano corrispondenza nella rappresentazione della sessualità dell’ultimo romanzo, Petrolio. Tanti “cortometraggi” che ricompongono l’opera di Pasolini al pari di un unico, lungo film da guardare provando sempre lo stesso stupore, uno smisurato cinema della realtà.

Marco Antonio Bazzocchi insegna Letteratura italiana contemporanea e Letteratura del romanticismo all’Università di Bologna. Ha curato l’edizione dell’Antologia della lirica pascoliana di Pier Paolo Pasolini (Einaudi, Torino 1993); tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo il commento ai Paralipomeni della Batracomiomachia di Giacomo Leopardi (con R. Bonavita, Carocci, Roma 2002) e Nietzsche, Campana e la puttana sacra (Manni Editori, Lecce 2003). Per Bruno Mondadori ha pubblicato Pier Paolo Pasolini (1998) e Corpi che parlano. Il nudo nella letteratura italiana del Novecento (2005).