Un successo la presentazione di “Poesie a Casarsa” e il 34° Premio Tesi di Laurea Pasolini

Venerdì 18 gennaio nella sala consiliare di palazzo Burovich è stata presentata la nuova edizione di Poesie a Casarsa, primo libro di Pier Paolo Pasolini pubblicato nel 1942. La presentazione del volume edito dalla casa editrice vicentina Ronzani Editore è stata preceduta dalla cerimonia di premiazione del XXXIV° Premio Tesi di laurea Pier Paolo Pasolini, fondato da Laura Betti nel 1980 e bandito annualmente dal Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna.
La nuova edizione di Poesie a Casarsa è stata realizzata da Ronzani Editore in due diverse modalità. L’edizione tipografica stampata presso la Tipografia Campi di Milano, l’unica in Italia a utilizzare ancora, per la composizione del testo, la Monotypedizione di pregio su carta a mano Amatruda di Amalfi. L’altra versione è quella in facsimile, dove il libro del 1942 è riprodotto tale e quale con i minimi dettagli e le imperfezioni originarie, su carta Arcoprint Avorio uso mano, stampata da Grafiche Antiga di Crocetta del Montello (Treviso). Entrambe le edizioni sono accompagnate da Il primo libro di Pasolini, un volume a cura di Franco Zabagli che racconta le vicende della composizione e della fortuna di Poesie a Casarsa, illustrato da fotografie poco conosciute e riproduzioni di autografi, e con un’antologia di testimonianze e di recensioni.

Il presidente del Centro Studi Pasolini di Casarsa Piero Colussi ha fatto gli onori di casa, ringraziando in particolare Graziella Chiarcossi per la preziosa collaborazione ed il sostegno al progetto editoriale.
Nico Naldini, poeta scrittore e cugino di Pasolini, ha rievocato gli anni della scoperta del dialetto di Casarsa come lingua privilegiata della poesia. Struggente il ricordo delle escursioni nei campi di Casarsa, dove Pasolini esercitava la sua passione per la pittura, al punto tale che, secondo Naldini, immaginava per sè un futuro da pittore più che da poeta. Dopo di lui sono intervenuti Franco Zabagli, autore del volumetto Il primo libro di Pasolini, che ha illustrato la genesi e le successive stesure dei versi che compongono Poesie a Casarsa, Francesco Zambon, ordinario di Filologia romanza all’Università di Trento, che ha ricordato i punti di contatto con i poeti provenzali, e Beppe Cantele, direttore della Ronzani Editore. La lettura di alcune poesie casarsesi è stata affidata all’attore Fabiano Fantini.
Hanno portato il saluto il sindaco di Casarsa Lavinia Clarotto, il presidente della Prima commissione regionale Alessandro Basso e il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini.

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Roberto Chiesi, studioso e critico cinematografico responsabile del Centro studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna, ha illustrato la storia del premio per le migliori tesi di laurea dedicate all’opera di Pasolini e le sue finalità. La Giuria del XXXIV° Premio Tesi di Laurea Pier Paolo Pasolini, composta da Marco A. Bazzocchi (Presidente), Niva Lorenzini, Luciano De Giusti, Massimo Fusillo, Hervé Joubert Laurencin, ha assegnato il Premio Pasolini 2018 rispettivamente:
Per la tesi magistrale a Emanuele Bucci, Università La Sapienza di Roma, Frammenti di un’opposizione, allegoria e narrazione in Petrolio
Per la tesi di dottorato di ricerca a Daria Bardellotto, Università di Poitiers (Francia), Le lieu où vivre: Subtopie, utopie, dystopie dans la littérature et le cinéma de Pier Paolo Pasolini
I due giovani studenti, presenti alla cerimonia, sono stati premiati con una litografia di un ritratto di Pasolini realizzata dal regista e pittore Abbas Kiarostami.
La tesi di Emanuele Bucci utilizza con intelligenza alcuni elementi del pensiero di Walter Benjamin per costruire un itinerario critico all’interno dell’ultima opera narrativa di Pasolini, il romanzo incompiuto Petrolio. Frammento e allegoria sono i concetti principali che vengono utilizzati all’interno dell’analisi, che conduce a una visione non convenzionale di Petrolio come opera fondata sulla frantumazione, la digressione, il tentativo di riportare vita in rovine letterarie recuperate dall’intera tradizione culturale dell’occidente.
La tesi di Daria Bardellotto sviluppa, invece, l’immagine espressa nel titolo, quelle dal “luogo dove vivere”, come fulcro di una gran parte dell’opera pasoliniana. L’autore stesso viene considerato, sulla base di una sua dichiarazione, come un esiliato che fugge dalla sua città distrutta e ne cerca una che deve ancora essere costruita. Dopo una solida rassegna intorno ai nuclei del pensiero che riguarda l’utopia, Bardellotto sviluppa il suo percorso di ricerca lungo alcuni punti fondamentali: l’utopia considerata nei luoghi reali dove si è mosso il percorso creativo pasoliniano (il Friuli, le borgate, il Terzo mondo); il tema del cammino e della ricerca che caratterizza molti aspetti del cinema pasoliniano; la presenza di motivi utopici nel film dedicato al Decameron di Boccaccio; la parabola utopica presente in Porno Teo Kolossal; le distopie infernali che culminano in Salò.
La commissione ha inoltre menzionato per la loro originalità e per il rigore analitico le tesi di Riccardo Vanin, dedicata al rapporto tra l’opera di Pasolini e lo strutturalismo, e la tesi di Claudia Calabrese dedicata a Pasolini e la musica.

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