Pasolini, Visconti e la Mostra del Cinema di Venezia

L’occasione della  73.ma Mostra del Cinema di Venezia, da poco conclusa, ha portato a rinverdire l’elenco delle partecipazioni dei film di Pasolini alla competizione lagunare, a partire dalla prima presenza nel 1961 con Accattone. Questa rassegna è stilata su face book da  Barbara Napolitano, che si diverte a incrociare il regista delle borgate  con l’estetismo decadente di  Luchino Visconti, cineasta di stile e visione agli antipodi ma forse, suggerisce la Napolitano, unito a Pasolini dall’urgenza passionale della rappresentazione del desiderio e, per certi aspetti, dall’ostracismo pubblico da cui, per motivi diversi, anche lui fu  fatto oggetto.
Pubblichiamo qui, con alcuni tagli,  il singolare accostamento, che è stato ripreso anche su www.expartibus.it del  2 settembre 2016. (af)

Per Luchino …  anche se amo Pier Paolo
di Barbara Napolitano
http://il-nimnchialista-cinematografico.webnode.it/Facebook

www.expartibus.it – 2 settembre 2016

Lo so che sono deviata dalla mia appartenenza “estremamente” proletaria. E so che i due artisti non sono neanche lontanamente paragonabili per le scelte che hanno fatto in termini stilistici, forse anche per la composizione formale delle immagini dei loro film. Trovo, però, tante similitudini, soprattutto nell’approccio passionale urgentissimo, […] che definì per tutti e due un percorso che portava sempre ad un eccesso di rappresentazione del desiderio. Io, però, sono troppo innamorata del secondo, che mi accompagna nella vita come farebbe un mentore/stalker, e per il primo continuo a provare un’ammirazione turbata dal fatto che nasce ricchissimo e in ambiente coltissimo, nipote di un uomo che salva dalla rovina la Scala di Milano, figlio di una donna proprietaria di una casa farmaceutica tuttora sulla cresta (Erba), proprietario a soli 26 di una scuderia, i cui cavalli arrivano a vincere il Gran Premio di Milano San Siro, amante di Coco Chanel e Helmut Berger.
Insomma uno che dovremmo guardare in tralice e invece mi conquista.

Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini
Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini

Primo film di Visconti a Venezia nel 1948 è La terra trema, apprezzato e vincitore del premio intitolato ai “valori stilistici e corali”. Pier Paolo a Venezia ci è andato da vivo e da morto; da morto in un’ultima apparizione nel 2011, come protagonista del film che racconta delle sue ultime ore, Pasolini di Abel Ferrara con Willem Dafoe, e da vivo, ad esempio nel 1962, con il magnifico film Mamma Roma, protagonista la Magnani.  Quell’anno, tra l’altro, furono in gara pure Lolita di Stanley Kubrick e Il coltello nell’acqua di Roman Polanski. […]
Pasolini veniva “ben” accolto: prima gli attivisti di Ordine Nuovo gli si scagliano contro ed egli, appena arrivato, riesce ad avere un’altra denuncia, come il cronista racconta: «sta diventando il benemerito della benemerita».
Visconti col Festival aveva nel 1962 ancora un conto aperto. Nel 1954, infatti, un suo acclamato film Senso era stato clamorosamente privato di qualunque premio nonostante critica e pubblico fossero stati favorevolissimi. Ecco al riguardo la testimonianza di Piero Regnoli il quale affermò: «la D.C. mi inviava a Venezia per impedire la premiazione di Senso e per favorire quella di Giulietta e Romeo. Quando feci resistenza, mandarono di nascosto Scicluna Sorge il quale [operò] per intervenire presso gli altri membri della giuria che poi, a mia insaputa, furono in gran parte comprati. E difatti Senso non fu premiato». La decisione della giuria veneziana scatenò altresì veementi critiche da parte dei commentatori di sinistra. Ugo Casiraghi parlò di «protesta più decisa e compatta che sia mai esplosa in tutti gli anni del Festival» per «una troppo grave ingiustizia»”. (Fonte wikipedia)  Tra l’altro Senso faceva sfoggio di un trailer italiano bello come pochi, di cui io amo in particolare la parte in cui si definisce Massimo Girotti attore di «vigorosa interpretazione, ardente di italianità»!
Il primo Festival di Venezia di Pasolini fu quello della presentazione di Accattone (1961) che, sebbene fuori concorso, non fu salutato dal plauso della critica, rifacendosi invece a Parigi dove ne dissero bene. Nel 1962, come si è visto, Visconti non è tra i protagonisti di Venezia. […] Ironicamente un commentatore sottolineò che, pur mancando il grande Luchino, era presente un suo talentuoso nipote nella categoria delle giovani scoperte del Festival di Venezia e quindi si consigliava a Luchino di produrre “Luchino e i suoi nipoti”. Il reporter faceva così riferimento all’altro film del regista Rocco e i suoi fratelli, presentato nel 1960 e premiato con il Leone d’argento, ancora una volta tra lo scandalo generale, poiché avrebbe meritato a giudizio di molti il primo premio.
Insomma la presenza tanto di Luchino quanto di Pier Paolo non passa inosservata, tanto che lo stesso Accattone dopo Venezia verrà censurato in tutte le sale italiane e sarà vietato ai minori di 18 anni, mentre per difendere le opere di Visconti si assistette a vere e proprie sommosse popolari …
Per Pier Paolo le soddisfazioni arriveranno due anni dopo con Il Vangelo secondo Matteo presentato alla Mostra nel 1964, che ottiene un grande successo di pubblico e di critica ed il Leone d’argento,  mentre nel 1968 con Teorema gli viene accordato il premio O.C.I.C. (Office Chatolique International du Cinéma). […]  Visconti dovrà aspettare invece il 1966 per impossessarsi del Leone d’oro con il suo Vaghe stelle dell’orsa, ma Venezia comunque rimane un grande amore per il regista che la celebrerà pure nel suo Morte a Venezia del 1971. Invece, l’ultima soddisfazione di Pier Paolo arriva per interposto lavoro, dal momento che nel 2015 Salò o le 120 giornate di Sodoma vince il premio per la miglior opera restaurata.