Festa di compleanno per Angela Luce, la Peronella nel “Decameron” di Pasolini

Festa di compleanno per la popolare cantante e attrice Angela Luce, nome d’arte di Angela Savino,  che è nata ottant’anni fa, il 3 dicembre 1937, a Napoli, città di cui è una sorta di fisica incarnazione. Autodidatta, sostenuta da un talento innato e da un forte temperamento indipendente, ha debuttato a tredici anni alla Piedigrotta Bideri, ma poi l’hanno voluta in tanti maestri del teatro e del cinema, conquistati dalla sua spontaneità naturale: Eduardo (con lui ha recitato a teatro e in tv, nello sceneggiato Peppino Girella), Peppino De Filippo, Patroni Griffi, Nino Taranto, Francesco Rosi, Dino Risi, Luchino Visconti, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Mario Martone, che la volle nel film L’amore molesto. Con Totò ha fatto tre film e poi gli ha dedicato l’ album Luce per Totò. Nel 1971, la cercò anche  Pasolini, che le affidò il  personaggio della disinibita Peronella nel suo adattamento cinematografico dal Decameron di Boccaccio. E’ autrice anche del libro di poesie Momenti di luce (Guida editore, premio Camaiore 2009), al quale ha consegnato il ritratto intimo di sé. A quei versi abbiniamo le parole con cui l’artista ripercorre la sua fortunata carriera, in occasione della festa che la città di Napoli le ha dedicato per il  suo felice compleanno.

Angela Luce: “Ho ottant’anni, è il momento di ricordarmi che sono felice”
di Giulio Baffi

http://napoli.repubblica.it – 3 dicembre 2017

Buon compleanno, Angela! La popolarissima attrice e cantante Angela Luce compie oggi ottant’anni. Nacque infatti a Napoli, in via Mezzocannone, il 3 dicembre del 1937. La festeggerà la sua città, con il sindaco Luigi de Magistris e l’assessore alla cultura Nino Daniele, che la accoglieranno alla Casina Pompeiana in Villa Comunale per una “festa” a cui sono invitati tutti i suoi amici e i napoletani che la amano.

Signora Luce, che bel compleanno. Ma il suo cuore è sempre così giovane?
Sempre, perché sono nata a Napoli e perché Dio mi ha dato l’arte di recitare, di cantare, di “giocare” come dicono i francesi. Giocare con la vita, con me stessa e soprattutto giocando correttamente la mia partita.

Ci sarà una festa oggi pomeriggio: chi ci sarà con lei?
Certamente i miei amici più cari, ma mi piacerebbe che ci fossero tutti i miei colleghi.

Sentirà qualche mancanza?
Certo, di qualcuno che però ha già un posto nel mio cuore: uno per tutti Mario Merola, con cui ho condiviso film, spettacoli, allegria, fatica, applausi. Ma mi vengono in mente compagni splendidi come Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello. Ognuno di loro ha un piccolo-grande spazio nel mio cuore e nei miei ricordi.

È un momento adatto per tracciare un bilancio della sua vita.
Sì, il momento per ricordarsi di essere stata felice e di esserlo ancora, ed è il momento per ringraziare Dio che mi ha dato forza, salute, tanti incontri belli ma soprattutto una spontaneità che colpiva chi mi incontrava. Avevo una voce forte e chiara, e cantavo senza microfono, a cappella, senza orchestra. Ancora oggi lo faccio e con una voce che, se posso vantarmi un poco, è davvero vellutata nonostante gli ottant’anni.

Una vita in palcoscenico: ma quando ha incominciato?
Nacqui come cantante, avevo meno di quattordici anni ma ero già fisicamente una donna, bella e, dicevano, cantavo con una bella voce intonata. Mi accompagnava mia madre. Il debutto fu alla famosa Piedigrotta Bideri e cantai Zi’ Carmeli”. E, lo sa…?».

Dica…
La canticchio ancora: è una canzone che mi fa sorridere, mi fa ricordare quell’emozione. Ebbi un grande successo, c’erano i due cantanti della Piedigrotta, i protagonisti, due nomi già affermati, Nunzio Gallo e Aurelio Fierro, bravissimi, che dovevano uscire dopo di me ma a me chiedevano sempre un bis e così erano costretti ad aspettare dietro le quinte….

Che dicevano?
“‘A guagliona è trasuta e prospetto e s’è misa ‘e chiatto”. Ma erano simpaticissimi, e io avevo grande rispetto per loro, già due mostri sacri.

Poi oltre a cantare decise anche di recitare…
Fu Eduardo De Filippo a scoprirmi, mi definì “una forza della natura” e mi fece entrare nella sua compagnia senza nemmeno farmi un provino.

Che studi ha fatto?
Sono un’autodidatta: poco studio, neanche di canto, né di recitazione o dizione. Ho fatto la quinta elementare. Ma ho cercato di capire, di leggere, di crescere senza farmi raccomandare mai e senza salire su carri politici.

Chi sono stati i maestri di Angela Luce?
Eduardo, Nino Taranto, Peppino De Filippo, Pier Paolo Pasolini, Franco Zeffirelli: mi sono stati anche amici oltre che maestri, e quando feci il mio primo disco mi scrissero delle cose molto belle, le loro dediche ancora mi emozionano. Peppino Patroni Griffi scrisse una volta: «Angela è attrice e cantante verace, autentica figlia del popolo, aggressiva e imbarazzante come la faccia vera di Napoli».

Lei ha girato il mondo con i suoi spettacoli.
In tutt’Italia certo, ma anche all’estero. Tante tournée importanti, in Francia, in Spagna, in Sudamerica, ho recitato a Wiesbaden in Germania, a Parigi al teatro Sarah Bernhardt, a Buenos Aires al teatro Coliseum, a New York al Mark Hellinger, a Londra all’Old Vic, e dopo sono stata ricevuta dalla principessa Margareth a nome della Corona.

C’è anche tanto cinema nella sua carriera, però.
Ho fatto circa 80 film, per L’amore molesto con la regia di Mario Martone ho vinto il David di Donatello. Ho avuto una nomination per la Palma d’Oro a Cannes; per La seconda notte di nozze di Pupi Avati ho avuto la nomination ai Nastri d’Argento; per il Decameron di Pier Paolo Pasolini ho vinto il Premio Reggia d’Oro. Tutte belle esperienze, grandi soddisfazioni, lavorando anche con Salvatore Samperi in Malizia ho vinto la Medaglia d’oro come migliore attrice non protagonista all’Anteprima del Cinema Mondiale di Saint Vincent. Per me sono stati momenti importanti, ho grande gratitudine per questi registi.

Essere stata napoletana quanto l’ha aiutata?
Guardi, non ho avuto una vita facile. All’inizio c’era tanta fatica e anche tanta discriminazione: donna e napoletana non era un aiuto, anche se ero bella e questo faceva sì che molti registi mi scegliessero. Mi aiutava certo il fatto di aver lavorato con Eduardo e devo dire in verità che violenze, per parlare di un tema oggi purtroppo molto attuale, non ne ho subito mai, in nessun senso.