“Teorema”: 50 anni fa il sequestro per oscenità

Ricorre in questi giorni il cinquantesimo anniversario del sequestro per oscenità del tredicesimo tassello della filmografia pasoliniana, Teorema, presentato – seppure nel contesto di una polemica di Pasolini nei confronti dei “premi” e delle “gare” fra opere d’arte – all’inizio del settembre ’68 alla 29° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il 13 settembre 1968 la Procura della Repubblica di Roma sequestrava Teorema motivando la misura «per oscenità e per le diverse scene di amplessi carnali alcune delle quali particolarmente lascive e libidinose e per i rapporti omosessuali tra un ospite e un membro della famiglia che lo ospitava»; a questo sequestro seguirà un secondo, il 14 ottobre, con analogo provvedimento della Procura della Repubblica di Genova. Il processo contro Pasolini e il produttore Donato Leoni, trasferito per competenza territoriale a Venezia (dove si era svolta l’anteprima del film), si apre il 9 novembre 1968. Il 23 novembre il Tribunale di Venezia assolve Pasolini e Leoni dall’accusa di oscenità annullando il bando del film.

A questa turbolenta ricorrenza hanno dedicato una ricostruzione-riflessione firmata da Otello Lupacchini «Il Fatto Quotidiano» e una nutrita ricostruzione documentale «Il Post» che segnaliamo con piacere.

Un ospite, un misterioso visitatore, fa il suo ingresso in una famiglia della borghesia milanese. In maniera inesplicabile ogni componente della famiglia (un padre, una madre, un figlio, una figlia e una serva) prova un immenso desiderio per lui e da questo stesso desiderio vede sconvolta la sua vita. Quando il dio visitatore lascia la famiglia ogni componente percorrerà una sua strada per dare risposta al vuoto lasciato da quella presenza, una risposta lacerante come il grido del padre che compone la sequenza finale del film. L’idea di Teorema era nata in abbozzo nel 1966 assieme alle sei tragedie teatrali “canoniche” pasoliniane, ma infine arrivò al pubblico secondo due medium differenti: pubblicata come romanzo (con inserti di poesia) a marzo del 1968 poco prima dell’inizio delle riprese e del film, e appunto in forma di film alla fine dello stesso anno.