Pier Paolo Pasolini: “Edipo re”. Recensione di rael82

Angela Molteni, nel sito quanto nel blog dedicati a Pasolini da lei curati nel corso di più di quindici anni di attività, era solita dedicare ampio spazio non solo agli interventi e approfondimenti di esperti pasolinologi, ma anche di semplici appassionati spettatori dell’opera pasoliana, come accade in questa pagina, scritta dall’anonimo “rael82” e pescata dalla Molteni sul sito di recensioni libere DeBaser (www.debaser.it)

Pier Paolo Pasolini: “Edipo re”. Recensione di rael82

http://blog.graphe.it/category/mondolibri – 8 luglio 2013

Questo è un film da guardare in religioso silenzio. Uno di quei film che hanno la poesia e l’arte al massimo dell’espressione in ogni fotogramma; la storia classica di Edipo viene ricostruita e rimaneggiata, tanto da presentarci un finale a sorpresa nel quale Edipo (Citti) ormai cieco, vagabonda per le strade moderne assieme ad un fido compare (Anghelos, interpretato da Davoli)…
Ciò che più colpisce del film è lo straordinario equilibrio della regìa di Pasolini: ciò che gli è sempre stato accusato dai giornalisti e dai critici (cioè il suo gusto sconfinato per le storie crude di gente popolana e sgangherata) qua è straordinariamente messo in secondo piano. Qualsiasi regista avrebbe puntato sul lato più “boccaccesco” del rapporto madre/figlio-amante e magari avrebbe occupato gran parte delle scene con immagini forti e scandalizzanti dedicate alla passione incestuosa; Pasolini invece lascia solo immaginare la passione fisica e si concentra elegantemente sui contenuti e sui risvolti tragici sulla psiche di Edipo. Il fatto stesso che ad impersonare Giocasta abbia scelto la Mangano (qui affascinante al limite dell’irreale) e l’abbia fatta truccare in modo pallido quasi angelico è una scelta ben precisa: lei non è vista come simbolo dell’incesto, della passione, del peccato, ma viene resa come un’esca, un’icona che serve a far sciogliere il plot e renderlo più fluido. La sua scelta iniziale di abbandonare su una collina il piccolo Edipo in seguito ad una profezia malefica e crudele non viene sottolineata pesantemente per il resto della storia ma viene messa in secondo piano facendo emergere la sua incredibile eleganza e superiorità quasi divina; da notare anche la scelta del trucco per Citti (abbronzato e quindi scuro, in confronto alla bianca glacialità quasi elettrica della Mangano) che suggerisce una sorta di personificazione reale del personaggio originale della tragedia. Il comportamento e la reazione di Edipo che sceglie di accecarsi per autopunirsi sono in realtà da intendere come un’auto-castrazione, visto che il danno era stato compiuto a livello sessuale e non tramite gli occhi…
Insomma un film stra-consigliato, a giovani e ad adulti, una storia antica resa moderna da un genio dell’arte come Pasolini.