Pasolini grande critico letterario. Una tesi di Jacopo Zoppelli

Il giovane Jacopo Zoppelli, studente  al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino (relatore il professor Roberto Gilodi), sta indagando per la tesi di laurea triennale l’attività del Pasolini critico letterario: un aspetto non sempre esplorato nel suo multiforme impegno ma tuttavia centrale e anzi geniale, a detta di molti studiosi dell’opera pasoliniana. Della sicura acutezza critica e interpretativa di Pasolini lettore dell’opera altrui restano le folgoranti analisi poi raccolte nel 1996 nel volume, curato da Graziella Chiarcossi, Descrizioni di descrizioni (Garzanti).
Il giovane studioso ci ha intanto inviato una delle pagine introduttive al suo lavoro, che ci auguriamo di leggere presto nella sua interezza.

“Pasolini critico letterario”
tesi di laurea triennale di Jacopo Zoppelli
a.a. 2015-2016

Pier Paolo Pasolini è stato indubbiamente «poeta, romanziere, saggista, critico, regista cinematografico, drammaturgo» (1), oltre che giornalista, disegnatore, autore di canzoni (2), pittore e traduttore dei classici (3); spesso, però, l’attività e la produzione letteraria di Pasolini (poesie e romanzi) prendono il sopravvento sugli altri impegni intellettuali e vengono quindi poste al centro dell’attenzione dagli studiosi (specialisti o appassionati lettori), come se Pasolini fosse stato anzitutto, e soprattutto, un poeta e un romanziere: «Ma forse è stato questo modo di essere poeta con esuberanza e ossessione (e carico di eloquenza) che ha permesso [corsivo mio] a Pasolini di essere narratore, regista, drammaturgo, giornalista, critico letterario»(4); tutte le altre attività dell’autore diventano così la naturale conseguenza ed emanazione dell’eloquenza, dell’esuberanza e dell’ossessione del poeta Pasolini. Talvolta, le posizioni assunte dagli studiosi possono risultare quasi estreme e paradossali (per Raboni, ad esempio, Pasolini è stato poeta in tutto, tranne che nelle poesie (5), ma non si può negare che Pasolini è stato studiato più come poeta e romanziere che come critico letterario (6).

Sandro Penna e Pasolini, negli anni Sessanta. Foto di Mario Dondero
Sandro Penna e Pasolini, negli anni Sessanta. Foto di Mario Dondero

Questo lavoro parte dalla considerazione che Pasolini non fu solo e prima di tutto un letterato di primo grado (se così possiamo chiamarlo), cioè non fu solamente un autore che “produce” personalmente della letteratura (prosa o poesia che sia); Pasolini fu anche letterato di secondo grado perché studiò e analizzò criticamente la letteratura degli altri. Questa analisi ha l’obiettivo di scoprire e approfondire Pasolini critico letterario; l’intento è quello di accogliere l’invito, che è anche un auspicio carico di speranza, di Giampaolo Dossena: «Sono ancora cose da studiare; chissà se qualcuno le studierà un giorno. Chissà se non risulterà un giorno che Pasolini va ricordato soprattutto come critico letterario» (7).

Note
1.Filippo La Porta, Pasolini, Il Mulino, Bologna 2012, p. 9.
2.Ibid.
3.Guido Santato, Pier Paolo Pasolini. L’opera poetica, narrativa, cinematografica, teatrale e saggistica. Ricostruzione critica, Carocci, Roma 2012, p. 13.
4.Luigi Martellini, Ritratto di Pasolini, Laterza, Roma-Bari 2006, p. 217.
5.Carla Benedetti, Pasolini contro Calvino. Per una lettura impura, Bollati Boringhieri, Torino 2012, pp. 9-10.
6.Senza sottolineare, qui, la numerosa bibliografia critica su Pasolini regista cinematografico.
7.Giampaolo Dossena in Pier Paolo Pasolini, Descrizioni di descrizioni, a cura di Graziella Chiarcossi, Garzanti, Milano 1996, p. 9.